Perfetto

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Jade era seduta sul gigantesco, comodissimo e troppo rosso (colpa di Beck) divano ad angolo del suo salotto. Aveva le gambe distese lungo uno dei due lati del mobile. con la mano sinistra reggeva un blocknotes e stringeva una gomma mentre nella mano destra teneva una matita. Ogni tanto, scriveva qualche parola sul blocco o canticchiava una breve melodia a mezza voce: stava scrivendo una nuova canzone. Beck era sdraiato per tutta la lunghezza dell'altro lato del divano, la testa appoggiata sulla gamba destra di Jade, sulla pancia un copione con molte battute evidenziate in verde. Stava cercando di impararle e ripeteva come se stesse recitando davanti alle telecamere, gesticolava e cambiava tono di voce a seconda della battuta. Stava studiando una scena in cui lui ed un altro personaggio litigavano ma l'alto volume della sua voce non dava fastidio alla fidanzata come a lui non dava fastidio quella melodia che la ragazza continuava a ripetere da ore. Insomma, erano insieme, vicini, a contatto l'uno con l'altra ma era come se fossero soli, ognuno immerso nel suo mondo che ignorava completamente il resto, perfino il proprio partner. O almeno, questo era quello che poteva pensare chiunque vedendoli. La situazione di quei due giovani non poteva essere più diversa. Il loro modo di comportarsi era particolare quanto il loro rapporto e la loro relazione. Entrambi infatti erano indipendenti, avevano bisogno di spazio, di poter tenere per sè qualche segreto, di avere qualche momento in solitudine, di non vivere come se avessero un corpo solo in due. Eppure, per ognuno, l'altro era un'àncora, una salvezza, una certezza. Per stare completamente tranquilli, dovevano essere insieme, nella stessa stanza, dovevano sentire addosso lo sguardo dell'altro, o avere un contatto fisico con lui, solo così rendevano il massimo: il massimo della concentrazione, dell'impegno, del potenziale.I loro datori di lavoro avevano imparato presto: se Jade assisteva alle riprese e Beck la sapeva lì e poteva incontrare il suo sguardo ogni volta che si smetteva di riprendere, lui avrebbe recitato tutto alla perfezione, avrebbe reso il massimo, avrebbe trasformato ogni errore in un miglioramento, sarebbe, insomma, stato perfetto e anche più. Allo stesso modo, se Beck si trovava nella stanza di registrazione quando la fidanzata registrava un nuovo brano, lei cantava davvero, col cuore, l'intonazione perfetta, le parole corrette, il giusto trasporto. Meglio ancora era quando Jade cantava le colonne sonore dei film di Beck o aveva una piccola parte in una scena con lui o quando Beck, con la chitarra, accompagnava Jade durante la registrazione della canzone. Insieme, insomma, erano perfetti, ora che avevano trovato il giusto equilibrio. Avevano capito di quanto spazio aveva bisogno ognuno di loro e di quanto tempo avevano bisogno di stare inseme, avevano aggiustato tutto nel loro rapporto che prima era difficilissimo, delicato, fragile ma meraviglioso. Ora era solo perfetto.

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Ehilà sono tornata!
Mi dispiace essere stata assente così tanto tempo ma, come potrete immaginare, sono stata sommersa di compiti in classe ed interrogazioni in questo ultimo periodo e non ho avuto proprio tempo di scrivere. Mi rifarò durante le vacanze, promesso!
Ad ogni modo, devo ringraziarvi ancora perchè le visualizzazioni di questa storia sono ormai intorno alle 250 e questa cosa è fantastica!
Spero di cuore che questo capitolo vi sia piaciuto!
P.S. l'immagine è totalmente a caso ma era carina ;)

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