L'aria mi sferzava piacevolmente la faccia, mentre le mie mani erano ben salde sul manubrio della mia fedele mountain bike argentata, mi piaceva andare in bici, mi piaceva fare del movimento fisico in generale. I miei lunghi capelli chiari vagavano liberi nell'aria esattamente come i miei pensieri in quel momento.
Erano ormai tre mesi che non facevo più quella strada, ma avendola percorsa per quattro anni, l'avevo memorizzata talmente bene che potevo permettermi di fantasticare e guardarmi attorno senza correre troppi pericoli.
Le foglie sui rami degli aceri che costeggiavano il viale che portava a scuola, erano ancora indecise se rimanere attaccate al verde estivo o lasciarsi andare ai colori più caldi dell'autunno.
A poche centinaia di metri dall'edificio scolastico, un ragazzo camminava a passo molto svelto, aveva i capelli corti, scuri e portava sulle spalle uno zaino nero e verde. Non avevo dubbi lo riconobbi immediatamente! la bicicletta sgommò leggermente durante la frenata.
-Ehilà Stefano!- dissi colpendo leggermente lo zaino del ragazzo – sei in ritardo già dal primo giorno eh?!- continuai
- s'è per questo anche tu, a quanto pare!- riabbatté Stefano
- Ti sbagli con la bici posso ancora farcela ad arrivare puntuale ma, per solidarietà ti aspetterò - affermai fieramente e così scesi dalla bicicletta e m'incamminai al suo fianco.
Arrivammo a scuola in ritardo come previsto, appena scoperto in che aula dovevano andare, ci precipitammo a tutta velocità.
Mentre riprendevamo leggermente fiato, fissavo la porta blu ben chiusa della nostra aula, riuscivamo a sentire delle voci provenire al di là di essa, ma non a distinguere nulla di chiaro.
- Secondo te è già stato fatto l'appello?- mi domandò Stefano
- Speriamo di no! sai che seccatura dover giustificare un ritardo fin dal primo giorno – risposi - Piuttosto, chissà che prof. Ci sarà? –
- Qualcuno di non troppo pignolo voglio sperare! – Stefano
lo guardai e feci spallucce
– Beh è il momento della verità... - dissi infine appoggiando la mano sulla maniglia
spalancai la porta senza esitazioni, il buio del corridoio fu invaso dalla luce proveniente dalle finestre opposte alla porta, ci impiegammo qualche secondo per mettere a fuoco la figura che stava in piedi appoggiata contro la cattedra. Non ricordavo di averla mai vista prima di allora, ma quella era con certezza la nostra classe, i compagni erano quelli di sempre, al contrario della donna alla cattedra. la squadrai velocemente, era esile e tonica, con un corpo davvero ben disegnato, non era tanto alta e i capelli castani leggermente mossi le arrivavano alle spalle, era giovane dimostrava poco più di trent'anni, indossava dei jeans attillati, sopra un maglioncino di cotone rosso dal quale fuoriusciva una camicetta bianca, infine ai piedi aveva delle scarpette con un leggero tacco anch'esse rosse. La donna si girò verso di noi:
- E voi siete? - ci domandò
- Colombo, Stefano – rispose prontamente Stefano
La donna ora era focalizzata su di me in attesa di una risposta.
- Lynn De Angelis - dissi dopo un attimo di smarrimento.
La donna si avvicinò al computer di classe, io e Ste ci guardammo negli occhi, la nuova professoressa avrebbe segnato il ritardo o altro sul registro elettronico?
- siete fortunati, non ho ancora fatto l'appello, adesso però andate a sedervi-
- meno male! – mi bisbigliò Stefano all'orecchio.
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Forse Settembre (lesbian story)
RomanceLynn è all'ultimo anno del liceo, senza quasi accorgersene si innamora della sua nuova professoressa di lettere, metterà così tutto in discussione, ma anche nella vita della professoressa qualcosa cambierà inevitabilmente. La situazione tra le due s...