16. Aprile

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Erano passate un paio di settimane e la situazione con Sara era sempre invariata, lei faceva la distaccata o almeno ci provava e io mi comportavo più o meno normalmente, anche se in classe continuavo inevitabilmente a mangiarla con gli occhi, era più forte di me. I sentimenti che provavo per lei non diminuivano minimamente e quando la vedevo perdevo il pieno controllo di me.

La sua solita spensieratezza non era ancora tornata e su di lei erano visibili i segni della stanchezza, sicuramente dovuti allo stress del divorzio.

Mi intristiva vederla stanca e spenta, facendo questo tipo di pensieri non riuscii a trattenermi, quando c'era di mezzo lei raramente agivo in maniera razionale anche per le più piccole cose, così decisi di andare a comprarle qualcosa di cioccolatoso per tirarla su di morale.

Con lo scooter raggiunsi il supermercato in poco tempo, non volevo essere romantica o altro, ma volevo sinceramente tirarle su il morale, dopo mille incertezze scelsi un bella confezione di gianduiotti, era un pensiero all'apparenza abbastanza formale e abbastanza cioccolatoso.

In sella al mio scooter avevo già la testa tra le nuvole, avevo comprato i gianduiotti bene, e adesso come glieli avrei dati? Forse sarebbe stato meglio se glieli avessi fatti consegnare da Giulia o semplicemente farglieli trovare nel suo armadietto in sala insegnanti, dopo poche centinaia di metri ad un certo punto iniziai a vedere tutto vorticare per poi vedere il cielo al posto della strada.

L'impatto col terreno fu abbastanza brusco, il motorino finì a terra vicino a me schiacciandomi un piede. Avevo perso il controllo del motorino ed ero finita fortunatamente nell'erba accanto alla carreggiata, una macchina sfrecciò via, immaginai che l'auto che si era appena dileguata c'entrasse qualcosa, ma non ne avevo la certezza visto che come al solito ero persa nel mio mondo e non prestavo attenzione a quello reale che mi circondava.

Per prima cosa spostai il motorino dal mio piede o meglio tolsi il piede da sotto al motorino, cercando di spostare il mezzo mi accorsi che tremavo ed ero un po' indebolita per lo shock.

Decisi di rimanere ancora qualche secondo seduta a terra prima di alzarmi. Nel complesso stavo bene, solo qualche graffio e un po' di spavento.

Mentre continuavo il mio checkup up mentale sentii una mano posarmisi sulla spalla e una voce familiare chiedermi se stessi bene. Mi tolsi il casco e mi girai

- Ma sei tu! Come ti senti? Chiamo un'ambulanza? -

Ero ancora un po' frastornata e vedere Sara di fronte a me mi faceva pensare di avere le allucinazioni

- Com'è possibile che tu sia qui?- le domandai per verificare che effettivamente non si trattasse di un'allucinazione

- ero dall'altra parte della strada, stavo tornando da una riunione, quando ho visto l'accaduto, non immaginavo fossi tu... Ce la fai ad alzarti? –

Mi resi conto che ero ancora seduta per terra, mi alzai in piedi tremando un po'

- Allora come ti senti? Be' nel frattempo chiamo l'ambulanza - così dicendo Sara iniziò a rovistare nella sua borsa alla ricerca del cellulare

- no, non chiamare nessuno, sto bene... bè più o meno...sono solo un po' frastornata -

Guardai il motorino sembrava tutto intero, anche per lui solo qualche graffio, provai a rimetterlo in piedi, ma stranamente pesava molto di più del solito e non ci riuscii , ci riprovai un seconda volta rifiutando l'aiuto che Sara mi offrì e questa volta ci riuscii, però mi resi conto di essere ancora debole per via dello shock

- Ascolta, io abito qui vicino, vuoi venire a casa mia a bere un bicchiere d'acqua e a riprenderti un attimo? O preferisci che ti accompagni a casa tua o al pronto soccorso? Di sicuro non ti rimetti subito alla guida di quel coso! –

Forse Settembre (lesbian story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora