17. Spiegazioni

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Mi sentivo di nuovo sicura nel tenere il manubrio del mio scooter, se non altro avevo riacquistato le forze.

- Sei sicura di non avere strani dolori dovuti alla caduta? –

- Sto benissimo, solo qualche graffio–

Mi guardava e non diceva niente, aveva un'espressione indecifrabile, a scuola sembrava una persona così semplice ed estroversa e invece nascondeva un lato introverso e misterioso.

- Sul serio tutto ok, ma visto che i miei sono via per il weekend, se non ti fidi puoi venire a tenermi sotto osservazione clinica - la provocai un po'

- Assolutamente no, però se ti dovessi sentire male avvisami –

- Perché dovrei? – le risposi con il suo stesso atteggiamento, tutta questa sua serietà e distacco, come se stessi solo giocando e non fosse effettivamente successo niente di ché mi aveva decisamente rotto

- Nel caso dovessi star male comunque avvisa qualcuno, ok?-

Feci un cenno affermativo con il capo, e rimasi ad aspettare la sua prossima mossa. In qualche modo una parte di me sperava in uno segno di apertura, la speranza che da un momento all'altro avrebbe lasciato cadere le sue difese, e invece no

- Allora io vado – disse infine

- Non pensi sia il tempo per quella spiegazione che mi devi? –

- Non penso sia il momento più adatto - 

-  Perché mi hai baciata? –- No...Non è il momen –

Non la lasci finire di parlare

- Che risposta è no?! Questa è una risposta: Sara, io ti ho baciata perché mi piaci davvero tanto! –

Non dovrebbe essere lei la persona più adulta qui?! Grazie ai nervi che mi erano appena saltati, ero riuscita a dirle in modo chiaro e sintetico quello che sentivo, questo mi rendeva leggermente euforica, e un dolce e leggero calore si espandeva dal centro del mio petto nonostante la rabbia e la paura che dimoravano in me in quel momento.

Ci stava mettendo troppo a rispondere o a fare qualsiasi altra cosa, così mi infilai il casco la salutai con solo un "ciao" e un "grazie dell'aiuto" e me ne andai via il più velocemente possibile.

Quando provavo emozioni così forti non riuscivo mai a pensare alle conseguenze, non riuscivo a controllarmi, non mi importava chi avevo di fronte, se mi ritenevo nel giusto agivo e basta, come in questo caso, senza pensare che lei rimaneva nonostante tutto la mia professoressa.

In quel momento comunque non mi importava più di tanto, ero contenta di essere stata chiara a differenza sua, mi spiaceva soltanto di averle detto che mi piaceva in quel modo, in realtà ero innamorata di lei, non era semplicemente attrazione come magari avrebbe potuto pensare dopo quella mia affermazione, fa niente ormai le uova erano state rotte.

Arrivata a casa non sapevo cosa fare, era pur sempre sabato e forse non avevo mai avuto così tanta voglia di far serata con gli amici per smettere di pensare e per non sentire più il vuoto che pian piano stava scavando una piccola voragine dentro di me.

Mi venne a prendere Giulia insieme a Marta e raggiungemmo degli altri nostri amici in un disco pub, dal momento esatto in cui salii in macchina non guardai più il cellullare e mi imposi di non pensare a Sara, ovviamente non sarebbe stato facile, ma per quella sera non volevo sentire più nulla, volevo lasciarmi andare, perdermi nell'alcol, nel ballo e nella musica che mi sembrava quasi avesse un volume troppo basso.

Forse Settembre (lesbian story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora