Capitolo 6 Le cose non vanno sempre come ci aspettiamo

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La mattina seguente Harry era di ottimo umore, perché nel pomeriggio sarebbe andato con il suo grande amico Ron al campo di Quidditch, per le tanto agognate selezioni. Jamie che gli sedeva accanto invece aveva un aspetto stanco e spento dato che non aveva dormito molto. Il Grifondoro aveva passato gran parte della nottata a ripensare alla moltitudine di avvenimenti successi la sera precedente: la gatta pietrificata, il basilisco, il rifiuto degli adulti di sapere cosa stava succedendo e infine il litigio con il pozionista.

Devo fare qualcosa! Se metto fine alla faccenda della camera e del basilisco, l'unica cosa che mi rimane da fare è cercare di andare d'accordo con Piton. Un eventualità alquanto assurda direi, ma non ho scelta devo almeno provarci, altrimenti non riuscirò mai ... ad andarmene da qui. Certo che se nessuno dovesse preoccuparsi di cosa succede all'interno della scuola sarebbe un po' più semplice, giusto? Si ho deciso! Me ne occuperò oggi pomeriggio quando Harry è alle selezioni, così non potrà seguirmi. In fondo ho già affrontato quella bestiaccia già una volta, senza avere nessuna idea precisa di come farlo, e poi ero molto più piccolo e non sapevo quasi usare la mia bacchetta. Stavolta sarà molto meno complicato, ma per farlo devo prendere assolutamente la spada di Grifondoro dall'ufficio del preside, e questo di sicuro è un bel problema.

All'ora di pranzo Jamie era seduto nuovamente al tavolo dei Grifoni ancora totalmente immerso nei suoi pensieri, alla ricerca di un modo efficace per entrare di soppiatto nell'ufficio di Silente, ammesso che fosse una cosa davvero possibile dato che il vecchio mago era sempre al corrente di tutto. Le sue riflessioni furono interrotte dal trio d'oro. "Jamie anche tu con me e Ron al campo di Quidditch?"

"Mi dispiace ma devo finire il mio saggio di pozioni" rispose distrattamente il moro, pensando a come risolvere il suo dilemma.

"Oh allora potresti venire con me in biblioteca, posso darti una mano" lo esortò Hermione desiderosa di avere qualcuno con cui condividere il tempo di studio.

"Grazie, ma prima devo fare una cosa. Hermione vai avanti, io ti raggiungo appena ho finito"

"Va bene" rispose la ragazza guardandolo con sospetto.

"Cosa devi fare?" rispose Harry incuriosito.

"Ecco... io volevo stare un po' da solo, per pensare a quello che ci siamo detti ieri sera" mentì Jamie sapendo che il ragazzino non avrebbe fatto ulteriori domande sullo spinoso argomento.

"Oh va bene. Allora ci vediamo dopo" rispose speranzoso Harry, poi rivolgendosi al suo amico borbottò "Ron basta mangiare! Non riuscirai nemmeno a stare sulla scopa se continui così".

"Io vengo solo per fare il tifo per te amico. Lo sai che l'unico posto vagante è quello di cercatore, e non è di certo il mio ruolo." Bofonchiò il rosso, che avrebbe desiderato di potersi unire alla squadra più di qualunque cosa al mondo.

"Ah già è vero! Però potresti almeno provare non si sa mai.".

Mentre i ragazzi discutevano sulla faccenda, una Corvonero del primo anno fece irruzione nella sala grande urlando che uno dei suoi amici primini era stato affatturato. In men che non si dica, tutti gli studenti corsero al terzo piano sul luogo del presunto incidente per vedere con i propri occhi cosa era accaduto, bastò una semplice occhiata, per capire che il primino non era stato maledetto ma bensì pietrificato. Non appena Jamie vide sopraggiungere gli insegnanti e il preside, decise che quella poteva essere la sua unica possibilità di introdursi nell'ufficio di Silente, sperando che nella confusione del momento nessuno si sarebbe accorto della sua assenza. Così senza la minima esitazione corse al Gargoyle, proferì la parola d'ordine ed entrò. Non c'era nessuno, proprio come aveva sperato. Si guardò velocemente intorno e la prima cosa che notò era Fanny, l'uccello era poco più di un pulcino. Cavolo deve essere appena rinata, se il Basilisco dovesse anche solo sfiorarmi non potrei contare su di lei stavolta... Forse dovrei aspettare... No, non posso questo ragazzo non era una delle vittime... e poi potrei non avere un'altra opportunità come questa. Basta ma di cosa mi preoccupo? So già quello che succederà, cosa devo fare e come, mi basterà prestare più attenzione e andrà tutto per il verso giusto. E stavolta non ci sarà nemmeno Riddle ad aizzare il Basilisco contro di me, beh almeno lo spero.

Dopo una rapida ricerca, finalmente trovò la spada di Godric Grifondoro, era su una mensola in alto alle spalle della scrivania del preside, la richiamò con incantesimo di appello. Non appena finì nelle sue mani la nascose prontamente sotto la veste e poi uscì dall'ufficio. Sfortunatamente per lui, la spada era più lunga della cappa quindi facilmente riconoscibile. Se solo avessi chiesto ad Harry il mantello dell'invisibilità, spero di non incontrare nessuno.

Ringraziando Merlino non c' anima viva o morta in giro, probabilmente tutti gli studenti erano stati inviati nelle sale comuni delle proprie case e gli insegnati erano rinchiusi in qualche posto a discutere il da farsi dopo l'accaduto. Perfetto, così io avrò tutto il tempo di agire!

Jamie arrivò indisturbato al bagno dei prefetti del secondo piano. Si avvicinò al lavandino, estrasse la bacchetta dalla veste in modo da essere pronto ad ogni evenienza e poi pronunciò alcune parole in serpentese. Con sua grande sorpresa non accadde nulla, provò una seconda volta, ma il risultato fu lo stesso. Dannazione ma che succede! Osservò da vicino il lavandino, ma non c'era nessun segno distintivo sulla porcellana. Eppure era qui, ne sono sicuro, me lo ricordo bene! Esaminò tutti i lavandini e nessuno riportava le iniziali di Salazar Serpeverde. E adesso che faccio? Devo trovare l'ingresso della camera, forse è in uno degli altri bagni... Uffa! Ci vorrà più tempo del previsto, a questo punto non posso girare con una spada in bella vista per tutta la scuola, devo nasconderla in un posto sicuro ... Ci sono! La stanza delle necessità! La lascerò li e non appena avrò trovato l'ingresso andrò a riprenderla.

Compiaciuto della suo piano, il ragazzo si rimise la spada sotto la cappa pronto a dirigersi a terzo piano. Aveva fatto solo pochi passi quando sentì una voce alle sue spalle "Dove pensi di andare con quella?"

Sentì il sangue gelarsi nella vene. Oh no... non proprio lui! Così si voltò lentamente "Io... "

"Dammi la spada, e vieni con me" ordinò il pozionista .

Jamie fece come ordinato, e poi seguì l'uomo. Vedere Severus Piton camminare tutto impettito con la spada di Godric Grifondoro stretta nella sua mano destra era un immagine parecchio bizzarra. Nessuno dei due proferì una sola parola fino a che non arrivarono nell'ufficio dell'uomo.

"Siediti" sibilò Severus aspramente, poi si avvicinò alla scrivania e scaraventò l'arma sulla superficie della sua scrivania di legno scuro. Il pozionista fissò severamente il ragazzo di fronte a lui, avrebbe voluto schiaffeggiarlo, ma invece prese due respiri profondi e utilizzando tutte le sue doti di occlumante ricacciò la grande rabbia che sentiva in un angolino recondito della sua mente e poi una volta recuperato un minimo di lucidità, si massaggiò le tempie e poi iniziò a parlare "Io non so davvero cosa fare con te. Ora sono assolutamente certo, che secondo un qualche tuo contorto ragionamento Grifondoresco, vagare allegramente per la scuola con la spada di uno dei fondatori legata alla vita sia del tutto normale. Voglio che mi ascolti bene, perché questa è la prima e l'ultima volta che te lo dico, cose simili non sono tollerate in questa famiglia Jamie. Se hai un problema di qualsiasi genere, devi rivolgerti a qualcuno che possa darti un consiglio o un aiuto e quando dico qualcuno, intendo dire categoricamente un adulto." Dopo un breve silenzio vedendo che il ragazzo di fronte a lui non aveva la minima intenzione di dire nulla aggiunse "Perché hai la spada e dove l'hai presa?"

Jamie strinse i pugni "A cosa servirebbe, io ho già provato più volte ma voi non avete voluto ascoltarmi... "

"Ti è stato spiegato in più di un'occasione, perché non abbiamo preso in considerazione alcune delle cose avevi da dire". Dannato marmocchio testardo!

"Ma è stupido... se nella mia realtà avessimo saputo in anticipo cosa stava succedendo, avremmo potuto evitare un sacco di cose orribili!"

"Hai mai pensato che forse alcuni eventi non si possono comunque evitare? E che per quanto terribili, siano stati utili in qualche modo? O che modificando gli eventi, qualcosa di addirittura peggiore potrebbe manifestarsi?" sibilò il pozionista mentre riservava al ragazzo il suo sguardo più duro e il suo tono più glaciale.

"Io no, ma..."

"Ma cosa? Tu non sai tutto! O forse sei talmente arrogante da presumere che solo tu puoi evitare la rovina non solo del tuo mondo, ma anche di questo?" Merlino santissimo questo ragazzo è capace di prosciugare completamente la mia pazienza nel giro di pochi minuti, nemmeno Albus ci riesce così in fretta.

Jamie strinse i pugni ancora più forte, tanto che le sue nocche erano completamente bianche. "Io non sono arrogante! Voglio solo che nessuno si faccia male! Oggi le cose sono andate in maniera di diversa rispetto alla mia realtà, questo vuol dire che allora qualcuno potrebbe morire! La scritta sul muro diceva che la camera è stata aperta e..."

"La storia della camera è solo una leggenda" sentenziò il pozionista.

"No non lo è! E' vera, io ci sono stato!" sbottò il Grifondoro.

Piton guardò il viso del ragazzo esprimeva preoccupazione e determinazione e disperazione, un mix molto pericoloso di emozioni. "Dunque sei andato a cercare l'ingresso della camera, è per questo che hai rubato la spada dall'ufficio del preside? "

Jamie fece una smorfia sentendo l'accusa "Non l'ho rubata! L'avrei restituita. Comunque si è quello che ho fatto, ma... l'entrata non era dove doveva essere". Rispose distogliendo lo sguardo.

Grifondoro testa di legno! Possibile che non si rende conto di quanto sia stato sconsiderato il suo comportamento? Girovagare da solo, per il castello, in cerca di una camera che contiene chissà quale pericolo... Devo assolutamente stroncare sul nascere questa assurdità! "Da questo momento in avanti ti proibisco categoricamente di ficcare il naso in questa storia" sentenziò l'uomo.

"Cosa? Hai sentito quello che ho detto!" urlò Jamie sconcertato.

"Perfettamente. La cosa che non ti è chiara e che nella scuola ci sono maghi adulti, perfettamente in grado di risolvere la situazione".

"Io sono l'unico che può aprire la camera, e ..."

"Adesso basta!" urlò l'uomo infuriato sbattendo una mano sul tavolo. "Non voglio più sentire una parola sull'argomento! Ragazzino, hai il peggior complesso dell'eroe che io abbia mai visto in vita mia. Sei sotto la mia responsabilità e non ti permetterò di gettarti a capofitto in avventure folli, insensate e pericolose".

Jamie rimase in silenzio, non riusciva a capire perché Piton si opponeva tanto, lui era il dannato prescelto questo era compito suo, e poi Silente lo aveva sempre incoraggiato ad affrontare situazioni simili fin dal suo primo anno, perché diavolo di opponeva.

"Sei in punizione per due settimane! Questo significa che durante il giorno non ti sarà permesso lasciare il tuo dormitorio a meno che non sei a lezione o nella sala grande per i pasti. Mentre le sere servirai detenzione con me".

"Non è giusto!" ringhiò sottovoce il Grifondoro.

"Cosa hai detto?" sibilò Severus mentre socchiudeva gli occhi riducendoli a due fessure.

"Niente... ho detto solo si signore" rispose stizzito il ragazzo dai capelli corvini. Che razza di idiota! Io sto solo cercando di aiutare, ma come al solito non hai capito niente!

"Voglio essere chiaro con te, se ho anche solo il sospetto che stai ancora indagando sulla faccenda che Merlino ti salvi Jamie, la punizione di oggi ti sembrerà un'allegra vacanza" sibilò l'uomo con un tono talmente basso da far venire i brividi.

Jamie deglutì, Piton era molto più intimidatorio quando non urlava. "Ho capito, posso andare ora'" ringhiò il Grifondoro che non vedeva l'ora di allontanarsi il più possibile dal suo guardiano.

"Vai. Ti aspetto dopo cena, non tardare" ringhiò l'uomo.

Una volta che il Grifondoro uscì dall'ufficio, Severus si mise seduto alla sua scrivania, era esausto. Aveva utilizzato ogni goccia del suo autocontrollo, per non saltare alla gola del ragazzo. Come diavolo è sopravvissuto nella sua realtà, senza qualcuno che si occupasse di lui? Ha una testa di legno talmente impulsiva che fa quasi spavento. Devo tenerlo d'occhio, sono sicuro che continuerà a fare di testa sua, l'espressione che aveva stampata sulla faccia non lascia presumere niente di buono. Per Salazar, prima della fine di quest'anno avrò i capelli bianchi. Spero solo che Harry non si lasci influenzare troppo da lui, mi ci sono voluti anni per inculcargli un minimo di istinto di conservazione.

Una volta raggiunta la sala comune dei Grifoni, Jamie vide il trio davanti al camino, Harry sembrava parecchio agitato per qualcosa.

"Guarda eccolo! Te lo avevo detto che non c'era da preoccuparsi" disse il rosso.

"Jamie! Ma dove sei stato? Eravamo preoccupati per te!" urlò il Golden Boy.

Il Ragazzo dai capelli corvini si passò una mano tra i capelli "Dovevo fare una cosa"

"Tu devi sempre fare delle cose. Senti perché non ci dici cosa devi fare, potremmo aiutarti" disse la Riccia.

"Mi dispiace ma è meglio che ne restate fuori, Piton è già abbastanza arrabbiato con me, se dovesi coinvolgermi mi ucciderebbe".

"Posso farti una domanda? Perché continui a chiamare tuo Zio Piton?" chiese la riccia

Harry allora guardò il ragazzo "Lancia il Muffliato per favore". Una volta sicuro che nessuno potesse ascoltare i loro discorsi aggiunse "Hai litigato di nuovo con papà?"
"Si, sono in punizione per due settimane" rispose irritato, cercando di trattenersi dall'insultare il pozionista davanti al Golden Boy.

"AHH due-due settimane? Amico non ti invidio per niente" sbottò Ron con gli occhi sbarrati.

"Ma che hai combinato?" chiese Harry.

"Mi dispiace, ma non posso dirtelo"

Il moretto allora rimase un attimo in silenzio con fare pensieroso e poi disse "Ron, Mione devo dirvi una cosa, ma dovete promettere che non direte mai a nessuno quello che sto per rivelarvi"

I due ragazzi annuirono, mentre Jamie lo osservava incuriosito "Jamie non è proprio mio cugino... lui è il me stesso di un altro mondo".

"Cosa?" urlarono i due Grifondoro sbalorditi mentre fissavano i due amici.

"Ma sei matto! Se lo scopre tuo padre?" sbottò Jamie.

Ignorando le parole del suo se più grande, Harry allora raccontò ai suoi amici quello che era successo nell'ultimo mese. "Ecco ora sapete tutto! Ahhh mi sento molto meglio". Il piccolo Grifondoro detestava sia essere all'oscuro delle cose ma anche dover mantenere dei segreti, specialmente con le persone che gli erano più care.

"Oh, allora tu sei come Harry, voglio dire, vi assomigliate anche nell'aspetto?"

"Si Ron siamo identici, solo che io ho diciassette anni" poi guardando il Golden boy aggiunse "Perché glielo hai detto Harry?"

"Perché sono i miei migliori amici e ci aiuteranno" rispose candidamente il ragazzino.

"Ci aiuteranno a fare cosa?"

"A fare quello che stai cercando di fare da solo, senza il minimo successo. Se lo facciamo tutti insieme sarà più facile e più veloce... e forse riusciremo anche ad evitare che Piton ti scuoi vivo" rispose il rosso.

"Non se ne parla nemmeno! Siete troppo piccoli e poi è pericoloso!"

"Ma hai detto che i nostri altri se ti hanno sempre aiutato nelle tue avventure anche se non ci hai detto quali... quindi possiamo farlo anche noi" disse Hermione.
Jamie osservò il trio d'oro, erano davvero molto determinati, proprio come i suoi amici. Beh se gli chiedo di cercare delle semplici iniziali sui dei lavandini, non sarà pericoloso. Potrebbero risparmiarmi un sacco di tempo e loro si sentirebbero utili. "Va bene, ma niente domande sul futuro o su quello che stiamo cercando, Silente ha detto che sarebbe rischioso, per via del viaggio temporale o quello che è. Inoltre c'è una condizione che dovrete rispettare se volete aiutarmi, se vi dico che non potete fare una cosa o che non potete venire con me, farete come vi dico, promettete?".

Il trio annuì soddisfatto ed eccitato all'idea di iniziare una nuova avventura.

Le due settimane successive furono estenuanti per Jamie: che dopo le lezioni era costretto a rimanere nel dormitorio, controllato a vista da Mr. Perfettino Percy Weasley incaricato del compito da Piton in persona. Il rosso era dir poco irritante, non faceva altro che snocciolare sciocchezze sul regolamento scolastico e sull'importanza di mantenere un comportamento appropriato. E le serate erano a dir poco interminabili, il pozionista lo faceva sgobbare dal primo all'ultimo minuto dell'intera durata delle detenzioni, per lo più gli faceva preparare gli ingredienti più disgustosi mai esistiti per le lezioni oppure gli faceva copiare delle lunghissime e alquanto irritanti frasi proprio come quella sera. Mise giù la penna, il polso gli doleva per quanto aveva scritto "Ho finito".

Severus lo osservò per un attimo e poi sibilò sarcasticamente "Molto bene, questa era l'ultima detenzione. Mi auguro che non ci sarà una ripetizione di questa incantevole esperienza"

"No signore" rispose meccanicamente il Grifondoro.

"Bene allora puoi andare". Severus vide il ragazzo rimettere le pergamene e tutto l'occorrente nello zaino, nelle due settimane appena trascorse il loro rapporto era stato piuttosto teso a causa della punizione che gli aveva assegnato. Dovrei passare un po' di tempo con i ragazzi, in tranquillità, in modo da dargli la possibilità di sentirsi un po' più a suo agio, in mia presenza. "Domani, mi piacerebbe passare un po' di tempo con te ed Harry"

Il ragazzo annuì e poi dopo aver salutato rispettosamente uscì dall'ufficio. Jamie a quel punto era confuso. In quelle due settimane il pozionista era stato inflessibile: non aveva perso occasione per rimproverarlo e per rendere l'intera situazione più orribile possibile, e adesso gli aveva chiesto di passare del tempo con lui e suo figlio, perchè? E per Merlino, aveva perfino accennato un sorriso! Ma da quando Piton sorride? In genere si limita a ghignare, no sarà stata solo la mia immaginazione. E poi perché vuole passare del tempo con me? Posso capire con Harry, dopo tutto è suo figlio... Forse lo avrà fatto per gentilezza... Ma che dico Piton non è gentile... Chi lo capisce è un genio! Basta, ora devo concentrarmi su cose più importanti: la camera e il diario. Domani parlerò con Ginny, scoprirò dove ha nascosto il diario, spero me lo consegni senza fare troppe storie. Se riesco a prenderlo e a distruggerlo, prima che il ricordo di Riddle diventi abbastanza potente da lasciare il libro, nessuno verrà mai rapito e condotto nella camera e forse allora non dovrò nemmeno affrontare il Basilisco a quel punto.

Il giorno successivo Harry e Jamie parlarono con la ragazza dai capelli rossi, mentre il resto del trio, girovagava nei bagni dell'intera scuola, per cercare le iniziali del fondatore della casa dei serpenti sui lavandini o sui rubinetti.

"Ginny per favore, se sai qualcosa devi dircelo. E' molto importante." la esortò il Golden boy.

"Ecco io..." La ragazza non voleva raccontare nulla, ma le fu praticamente impossibile resistere a quegli occhi smeraldini imploranti. "Si Harry, o almeno ce lo avevo fino a dieci giorni fa. Solo che il diario era sempre più insistente. Io gli ho raccontato delle cose... Cose: sui miei amici, sulla mia famiglia e su di te. Mi sentivo molto sola, tropi cambiamenti, non sapevo con chi confidarmi. All'inizio mi aiutava scrivere in quelle pagine, ma con il passare del tempo, ogni volta che lo aprivo mi sentivo stanca e confusa e così mi sono spaventata e l'ho gettato via"

"L'hai gettato? Dove? quando?" chiese allarmato Jamie, del tutto impreparato a sentirsi dire una cosa simile.

"In biblioteca qualche giorno prima dell'incidente di Miss Purr." rispose la ragazza, poi vedendo l'espressione preoccupata dei due aggiunse "Sono nei guai? Vi prego non ditelo a nessuno! Io non credevo che fosse pericoloso!"

"No Ginny sta tranquilla è tutto a posto." rispose Jamie, guardando la bambina che un giorno sarebbe diventata la splendida ragazza di cui era profondamente innamorato.

"Posso fare qualcosa per aiutarvi?" chiese timidamente la bambina.

"No, hai fatto già molto. Anzi si c'è una cosa, se dovessi vederlo in mano a qualcuno, devi avvisarci subito e per favore non parlare a nessuno di questa storia, deve restare un segreto tra noi." rispose il ragazzo con gli occhi scuri. Le cose si complicano, ora non dobbiamo cercare solo l'ingresso della camera ma anche chi ha il diario di Riddle, e potrebbe essere nella mani di chiunque dannazione! Mi chiedo se tutto questo era già previsto in questo mondo oppure il fatto che io stai cercando di cambiare le cose, ha prodotto una situazione simile.

Nel mese successivo le ricerche su entrambi i fronti non avevano prodotto nessun risultato utile, nonostante gli ingenti sforzi del quartetto d'oro. Il tempo era praticamente volato e la pausa invernale era appena iniziata, dunque il natale era ormai alle porte.

Jamie era seduto di fronte al camino nell' alloggio del pozionista perso nei suoi pensieri. Ahhh il tempo passa in fretta, devo assolutamente trovare almeno il diario... Se il ricordo di Riddle ruba l'energia del mago che lo possiede, sta aumentando la sua forza di giorno in giorno e io non sto facendo niente di utile per evitarlo! Devo trovarlo a tutti i costi.

Piton aveva passato tutta la serata ad osservare il suo protetto, che sembrava molto preoccupato per qualcosa. Ero certo che non avrebbe smesso di indagare sulla faccenda della camera, anche se a dire il vero ultimamente non ha fatto nessuna azione sconsiderata, si è presentato ad ogni pasto nella sala grande, non ci sono state strane sparizioni, spero solo non faccia qualcosa si stupido.

"Jamie hai voglia di giocare a scacchi?" chiese Harry poggiando il libro che aveva in mano. Ma il ragazzo non rispose. "Jamie mi senti?" lo esortò il bambino.

"Come?"

"Gli scacchi, vuoi giocare con me?"

"Ah si, ma certo"

Proprio come temevo. Dovrei dirgli qualcosa, ma se invece fosse qualcos'altro a preoccuparlo? Ah se solo si aprisse almeno un po'... potrei aiutarlo pensò Severus mentre correggeva una delle molte pergamene che aveva sulla scrivania.

Jamie non riuscì minimamente a concentrarsi sulla partita, che ben presto fu vinta dal piccolo Harry. "Scusa ma sono un po' stanco, penso che andrò a dormire" poi si voltò verso il pozionista e diede la buona notte.

Il ragazzino sembrò sorpreso, si avvicinò sconsolato a suo padre "Papà ma sono appena le 21, forse Jamie è malato?"

L'uomo si pizzicò il naso "Non preoccuparti Harry, forse era solo stanco. Vuoi fare una partita con un vero avversario?" ghigno l'uomo con malizia.

"Si, ma solo se almeno fai finta, che posso tenerti testa" rispose imbronciato Harry.

Severus sorrise "Va bene, ma solo per questa volta".

Dopo aver giocato per più di un'ora il pozionista guardò il figlio "Vai a prepararti Harry è ora di andare a dormire"

"Ma non c'è scuola domani! Siamo in vacanza, non posso stare sveglio un altro po'?" piagnucolò il moretto.

"Potresti scegliere un libro di tuo gradimento e leggerlo a letto"

"Va bene" rispose il ragazzino, sapendo che era il massimo della concessione che poteva ottenere da suo padre, così afferrò uno dei libri dallo scaffale in basso della enorme libreria, quelle che erano considerate letture non impegnative o di svago e poi corse in camera.

Dieci minuti dopo, Severus stava per andare a dare la buona notte al figlio, quando vide il bambino corrergli incontro mentre urlava disperato "Papà, papà... vieni Jamie ha qualcosa che non va... corri!".

Severus sfrecciò nella stanza, Jamie era rannicchiato su un finco: il suo viso sfigurato da una smorfia di dolore, ed era completamente madido di sudore.

"Papà..." piagnucolò il Golden boy.

"Shhh Harry, andrà tutto bene esci per favore" gli disse suo padre accarezzandogli la testa.

"Ma... lui..."

Severus allora lo fissò in quegli occhi smeraldini pieni di lacrime non espresse "Sta avendo un brutto incubo, ha lanciato un muffliato, ecco perché non puoi sentire la sua voce. Quando annullerò l'incanto lo sentirai urlare, ma voglio che tu sappia che è normale e che non è in pericolo. Ora voglio che vai in camera tua e che ci resti." Disse seriamente il pozionista.

"Io... Io voglio restare con voi" piagnucolò il bambino.

"No Harry. Ricordi quando succedeva anche te, con gli incubi sui tuoi parenti babbani? Non volevi che ci fosse nessuno a parte me nella stanza... è giusto dare a lui la stessa privacy. Verrò da te quando tutto sarà finito, andrà tutto bene te lo prometto."

Harry si perse n quegli occhi color ossidiana. Se papà ha detto che andrà tutto bene... allora so che è vero... "Va bene..." .

L'uomo attese che il figlio lasciasse la stanza, richiamò delle fiale calmanti e una di sonno senza sogni e poi pronunciò un finite incantatem. Non appena l'incanto silenziante si sciolse, delle urla agghiaccianti riempirono la stanza. "Noooo, noooo lascialo stare, prendi me... non toccarlo... Lui non c'entra, Cedricccc NO!"

Severus allora afferrò il ragazzo per le spalle "Jamie... Jamie... svegliati è solo un incubo" ma il ragazzo continuava a dimenarsi urlando "E' colpa mia... dovevo impedirlo"

"Jamie ascoltami... è solo un sogno" ma non ci fu nessuna reazione, e poi le parole del preside riempirono i suoi pensieri ... promettimi che lo tratterai come se fosse tuo figlio... "Harry, va tutto bene.... Harry puoi sentire la mia voce? E' solo un sogno, sei al sicuro" e poi lo tirò a se, come avrebbe fatto con il suo Harry cercando di confortarlo e di fargli sentire la sua presenza.

Il Grifondoro aprì immediatamente gli occhi, la prima cosa che lo colpì, fu un forte odore di sandalo, spezie e pergamena stantia e poi si accorse del calore emanato da forti braccia che lo cingevano. Sono così rilassanti e rassicuranti... e questo profumo. Questo è il più bel sogno che io abbia mai fatto... non voglio svegliarmi.

"Harry, va tutto bene, come ti senti?"

Il ragazzo allora si irrigidì e poi alzò lo sguardo. "Piton?" e provò a tirarsi indietro, come se fosse entrato in contatto con qualcosa di ustionante.

"No aspetta, rimani" rispose l'uomo con una voce profonda e serena, che in pochi avevano avuto il privilegio di ascoltare, mentre continuava a stringerlo a se.

"Io ...."

"Non dire niente se non vuoi... non adesso"

E il Grifondoro allora fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato, strinse l'uomo con tutta la forza che aveva e Severus ricambiò il gesto, e mentre lo teneva gli mormorò alcune frasi rassicuranti "Va tutto bene... sei al sicuro".

"No, non va tutto bene. Niente va mai bene... niente." farfugliò il ragazzo

"Non sei da solo"

"Ma io sono il prescelto... io dovrei... io sono il salvatore..." e poi finalmente le prime lacrime caddero dal giovane volto.

"Sarai anche il prescelto, ma non devi fare tutto da solo. Ci sono altri che possono aiutarti finchè non sarai pronto" al suono di quelle parole Jamie iniziò a singhiozzare, e sentì come se un enorme peso gli fosse scivolato dal cuore.

Jamie e Severus rimasero abbracciati, avvolti nella totale oscurità di quella piccola stanza, situata nelle viscere del castello di Hogwarts, un posto magico dove anche le cose più improbabili possono accedere.  


Angolino dello Scribacchino

Maghi e streghe ecco il nuovo capitolo... bello sostanzioso direi. Fatemi sapere che ne pensate, mi piace sempre interagire con i lettori. 

A presto

Lady

Point of View- La testa di Leone- SEVERITUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora