DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcuno scopo di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.
Angolino dello scribacchino
Bentornati o benvenuti,
questa è la prima di una serie di storie intitolate "Point of view". Inizialmente la mia testolina, (immagino che ormai vi sia chiaro che non dorme mai), l'aveva concepita come una interminabile avventura, poi mi sono resa conto che era impensabile e ho deciso di dividerla in quattro più piccole e gestibili e poi nel caso decidessi di fermarmi non resterà incompleta, cosa alla quale tengo moltissimo. Credo saranno tutte delle "Son Finction" perché sono le mie preferite in assoluto, ma ovviamente nulla è deciso, andrò avanti come al solito e cioè dove mi porteranno il mio cuore e la mia fantasia. Immagino che non sia necessario ribadire chi sono i protagonisti... Lady ma qualcuno potrebbe iniziare a leggere le tue storie da questa! Avanti si educata ... e dillo.
Ma sono sempre gli stessi da anni! Pensi davvero che ci sia ancora qualcuno nel web che non lo sa? Uhmmm e va bene! Ma sei asfissiante te lo ha mai detto nessuno?
Dunque come stavo dicendo, prima che la mia coscienza invadesse i mie pensieri in maniera irritante, i protagonisti sono il ragazzo che è sopravvissuto e l'uomo più fantastico che sia mai stato creato da mente umana, Severus Piton. Ho deciso di giocare un po' con i nostri eroi e....E Basta! Vuoi iniziare con storia non importa a nessuno del perché o del per come!
Ahhhh ok! Ma sei poi non piace o riceviamo poche recensioni darò la colpa e te! Mi hai sentito...solo a te!
Scusate abbiate pazienza, ora vi lascio al primo capitolo, buona lettura a tutti e recensite o mettete una stellina, che sennò mi deprimo e la mia coscienza poi mi tormenta!
LadyCapitolo 1. La testa di Leone
Erano passati due mesi dalla notte in cui aveva assistito all'assassinio del suo mentore: non aveva quasi mangiato o dormito da allora, il senso di colpa e il dolore per quello che era accaduto non lo abbandonavano mai.
Lui lo sapeva che Piton era un bastardo, un malvagio, lo aveva sempre saputo fin dal primo momento in cui aveva messo piede al castello: era l'unica spiegazione che giustificava l'odio viscerale che l'uomo aveva riversato ingiustamente su un bambino di soli undici anni.
Severus Piton era un uomo spietato, un traditore senza anima né cuore, non aveva esitato un solo attimo, nemmeno dopo la supplica del suo presunto mentore. Aveva cercato di avvisare più volte il vecchio mago ma lui non gli aveva creduto, continuando a ripetergli che "Severus", Merlino quanto odiava quel nome!, aveva la sua completa fiducia, che era un uomo buono, che gli avrebbe affidato la sua stessa vita, ma Albus Silente, il più grande mago di tutti i tempi si sbagliava enormemente; e infatti alla fine aveva pagato proprio con la vita la sua assurda e infondata convinzione. Dopo tutto quello che aveva fatto in passato come poteva il Preside continuare a fidarsi di quell'uomo?
Non era altro che uno schifoso Mangiamorte, che aveva commesso azioni orribili e chissà quanti crimini della quale nessuno era a conoscenza, le sue azioni avevano portato alla morte di troppe persone, i suoi genitori, Sirius e infine Silente. I suoi non erano solo dubbi, lui lo aveva sentito chiaramente con le sue orecchie nei corridoi di Hogwarts mentre complottava con Malfoy.
Continuava a ripetere a se stesso che doveva fare di più perché era l'unico che sapeva, l'unico che aveva capito, l'unico che il viscido pipistrello non era riuscito ad ingannare, ma nonostante questa consapevolezza alla fine aveva desistito nel cercare di convincere tutti che era pericoloso, perché le persone attorno a lui continuavano a dirgli che si sbagliava, che era troppo accecato dall'odio per vedere la verità: purtroppo i fatti avevano dimostrato il contrario. Aveva passato ore, giorni, settimane a fissare il muro bianco della sua squallida camera da letto, rivivendo quegli orribili momenti.
Sulla vecchia scrivania c'erano almeno una decina di lettere di Ron Hermione e Remus: non le aveva nemmeno aperte, non gli importava, nulla aveva più importanza a parte trovare gli Horcrux e sconfiggere Voldemort. Il Grifondoro continuava a chiedersi come avrebbe fatto a portare a termine l'arduo compito che il Preside gli aveva affidato senza la sua guida, ormai era da solo ad affrontare un'impresa più grande di lui. I suoi amici ovviamente gli avevano detto che lo avrebbero affiancato sia nella ricerca che nella battaglia, ma Harry non voleva, non glielo avrebbe permesso, non potevano rischiare la vita per lui.
L'Ordine gli aveva comunicato che il giorno del suo compleanno alcuni membri lo avrebbero portato alla Tana. Aveva progettato di rimanere lì per l'intera giornata: avrebbe festeggiato con gli Weasley ed Hermione, ma quella stessa notte avvolto nel silenzio dell'oscurità sarebbe fuggito, li avrebbe lasciati per sempre, avrebbe sofferto immensamente per questo, ma almeno avrebbe avuto la certezza che erano al sicuro, mentre lui sarebbe partito in cerca degli Horcrux da solo. Tanto che aveva da perdere? Niente.
Amava i suoi amici, erano tutto ciò che gli restava di bello, non poteva perdere nessun altro, non lo avrebbe mai sopportato. La sua vita era orribile, tutte le persone che lo avevano amato erano morte per salvarlo, i suoi genitori, Sirius e Silente. Poi c'era la dannata Profezia che pendeva sulla sua testa, che lo condannava a diventare un assassino o lo avrebbe visto morire nel tentativo di salvare il Mondo Magico.
Odio tutto questo, perché devo essere io? Perché sono il dannato il ragazzo che è sopravvissuto? Non l'ho chiesto io di essere il prescelto! Vorrei che le cose fossero andate in qualunque altro modo... darei qualunque cosa per avere una vita diversa... un'infanzia... una famiglia... un futuro.
Non poteva smettere di pensare... Il suo cuore era come avvolto in una stretta, sentiva la testa vorticare, il dolore, la rabbia erano troppo opprimenti, voleva solo un po' di pace, lontano dalla guerra, lontano dai Mangiamorte, lontano da Voldemort.
Poi tutto si fece confuso, e infine si addormentò nel suo letto.
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS
Aprì gli occhi lentamente. La stanza era in penombra ed era una vera fortuna per lui visto il dolore lancinante che gli martellava nella testa. Si guardò intorno: era in una camera che non aveva mai visto prima.
Ma dove mi trovo? Ricordava solo di aver ceduto alla disperazione dopo aver litigato per l'ennesima volta con suo zio: erano voltate parole grosse, sentiva ancora le grida dell'uomo: "Non mi importa un fico secco di quello che è successo a quella banda di mostri Petunia! Se siamo obbligati a tenerlo qui si renderà utile lavorando, altrimenti è libero di andarsene!"
"Lo so caro, ma deve essere successo qualcosa di brutto, lo hai visto anche tu in che stato è tornato quest'anno" rispose la donna dal viso cavallino mettendo una mano sul braccio del marito cercando di rabbonirlo.
"Non mi interessa, non poltrirà tutto il giorno nella sua camera, mangiando a sbafo il nostro cibo. O fa come dico o se ne va!" urlò paonazzo Vernon Dursley, poi si rivolse ad Harry. "Mi hai capito ragazzo? Va' di sopra a pulire il bagno o saranno guai".
Harry allora era salito al piano di sopra, ma invece di fare come gli era stato ordinato si era chiuso in camera: era arrabbiato per essere circondato da una famiglia che lo aveva sempre odiato, per le cose orribili che aveva visto nella sua giovane vita, per gli orrori che lo aspettavano in futuro. Aveva pensato di nuovo alla morte di Silente, a Sirius, e poi a Voldemort e ai suoi Mangiamorte e a Piton, a come attuare i suoi piani futuri e infine, stremato, si era addormentato.
Una volta sveglio le emozioni si erano ripresentate più forti che mai... Lentamente gli occhi gli si riempirono di lacrime, ma non voleva piangere; allora sollevò la tavola di legno sotto il letto: c'era uno scomparto segreto in cui teneva le cose a cui teneva di più.
Afferrò un pacchetto con sopra il suo nome che aveva trovato nella camera di Sirius a Grimmauld Place poco dopo la sua morte. Non lo aveva ancora aperto, ma oggi aveva proprio bisogno di un momento speciale. Così scartò il piccolo dono con le mani tremanti. Sopra la scatola c'era una piccolo foglio di pergamena che diceva:
'Al mio cucciolo,
questo è uno dei tanti regali che meriti per i tuoi 15 anni. Perdonami se non sono stato presente a tutti i tuoi altri compleanni e infatti, per questo motivo, ho intenzione di rimediare viziandoti un po'. Vedrai, d'ora in poi sarà tutto diverso Harry.
Ma torniamo a noi... Ho trovato questo oggetto in un negozietto a Diagon Alley; la commessa (tra l'altro molto carina, dobbiamo tornarci insieme quando sarò scagionato) ha detto che questo ciondolo porta felicità, gioia e serenità al suo proprietario. Dubito fortemente che sia qualcosa di più di un semplice portafortuna, ma quando l'ho visto mi ha ricordato il mio piccolo leone e così l'ho preso.
Buon compleanno!
Con tutto il mio affetto,
Il tuo padrino Felpato
Ps preparati, faremo una grande festa quest'anno!!!'
Erano passati quasi due anni da quando Sirius aveva scritto quel piccolo foglio di pergamena ormai ingiallita. Harry strinse la piccola testa di leone con forza, mentre le lacrime ormai scorrevano liberamente. Perché? Perché mi hai lasciato Sirius? Mi dispiace... è stata colpa mia.
Ormai sconvolto da quell' ultimo gesto d'amore nei suoi confronti si gettò sul letto, le sue membra erano ormai scosse da profondi singhiozzi; in preda alla disperazione più totale desiderò con ogni fibra del suo essere di aver avuto una vita diversa, di aver avuto al suo fianco qualcuno che lo amava e poi lentamente il buio lo avvolse.
Questo era tutto quello che rammentava, forse però non nell'ordine preciso in cui si erano svolti i fatti. Aveva la nausea ed era confuso, però era certo di essersi addormentato al numero 4 di Privet Drive: eppure adesso era in questa stanza, che gli era in parte familiare ma che non riconosceva. Aprì la mano: aveva ancora la testa del piccolo leone stretta tra le dita; se la mise in tasca con cura poi prese la bacchetta e lanciò un Lumos. Si guardò intorno: era l'ambiente di un Grifondoro questo era innegabile: le pareti, il copriletto, le tende e tutte le decorazioni erano rosse e oro. C'era un letto identico a quello del suo dormitorio e anche i mobili erano molto simili, ma i pavimenti erano di pietra e faceva freddo. Vide una scrivania, si avvicinò per dare un occhiata: c'erano i testi che aveva utilizzato ad Hogwarts nei suoi primi anni, ne prese uno e lo aprì e rimase senza fiato leggendo il nome del proprietario: erano le sue cose.
"Non è possibile".
Aprì il cassetto e vide l'album delle foto dei sui genitori; lo sfogliò accuratamente: era proprio il suo! Guardandosi nuovamente intorno si perse nei suoi pensieri.
Dove mi trovo? Chi ha preso le mie cose? Chi mi ha portato in quel posto? E perché? Forse qualcuno dell'Ordine? No, impossibile, non senza preavviso... Forse i miei amici? Nemmeno... non lo farebbero mai... Merlino, forse i miei nemici?!
Quel pensiero lo fece trasalire, senza accorgersi di ciò che faceva fece un passo indietro e nella penombra inciampò sulla sedia che era dietro di lui e che cadde a terra facendo un forte rumore.
Udì immediatamente dei passi venire nella sua direzione: aveva il cuore in gola, provava molta ansia e paura.
Infine vide la maniglia abbassarsi lentamente, e pregò di vedere una faccia amica.
STAI LEGGENDO
Point of View- La testa di Leone- SEVERITUS
FanfictionSEVERITUS - La storia ha inizio l'estate dopo la morte di Silente, Harry è tornato a Privet Drive. Sta aspettando che qualcuno dell'Ordine della Fenice venga a recuperarlo per poi portarlo dagli Weasley, secondo le istruzioni ricevute via gufo diret...