Capitolo 8 Vedere ciò che si vuole vedere.

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Alzò gli occhi al cielo, era totalmente incolore, non si riusciva a distinguere né un raggio di sole né una sola nuvola. Una raffica di vento gelido lo fece rabbrividire. Il ragazzo dai capelli corvini si strinse nel suo mantello in cerca di un po' di calore. Vide il pelo dell'acqua incresparsi, c'era odore di neve nell'aria. Sapeva di dover rientrare al castello e se la situazione fosse stata diversa, avrebbe preso qualcosa dalle cucine e poi si sarebbe accoccolato sulla finestra della torre Grifondoro, per godersi il candore della neve. Ma non oggi, non in un momento simile, se fosse tornato alla torre avrebbe dovuto affrontare il piccolo Harry o peggio ancora quell'idiota di Piton.

Erano passati ormai tre giorni dalla serata in cui avevano tentato di sgraffignare la pozione polisucco dal laboratorio privato dell'uomo. Tre giorni in cui si era isolato e aveva accuratamente evitato chiunque. Trascorreva le ore in cui avrebbe dovuto essere a lezione o in riva al lago nero, o in zone del castello poco conosciute e poco frequentate. Nel tardo pomeriggio infine rientrava e si dirigeva direttamente nella stanza delle necessità e vi restava fino al mattino successivo.

Sapeva di non potersi nascondere all'infinito, ma onestamente non aveva voglia di discutere dell'accaduto con nessuno. Non di certo per vigliaccheria, ma semplicemente per stanchezza e delusione. Quando era piombato in questa realtà era sicuro che Piton, un qualunque Piton, non poteva essere diverso dallo spregevole uomo di sua conoscenza. Eppure nonostante le sue certezze, le parole di Harry, di Silente insieme ad alcuni avvenimenti lo avevano fatto vacillare. Ma dopo ciò che era successo, si era nuovamente ricreduto tornando al punto di partenza, con la consapevolezza che le cose non avrebbero mai funzionato tra lui e il pozionista. A suo parere, Piton fingeva con il piccolo Harry ed era bravo, maledettamente bravo. Aveva ingannato tutti anche qui, e anche stavolta lui era l'unico a rendersene conto. Nessuno gli avrebbe creduto, Piton li aveva raggirati magistralmente quindi la cosa più logica era andarsene. Doveva trovare un modo, uno qualsiasi, per tornarsene a casa.

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Il piccolo Harry sospirò mentre osservava il tavolo dei docenti. Suo padre aveva ancora quell'espressione vuota intonacata sul volto. All'apparenza risultava incurante di tutto e tutti, ma i suoi occhi neri come la pece scandagliavano la sala grande senza sosta in cerca di Jamie, la sua preda.
Le infinte scuse e il provare ad intercedere per il ragazzo più grande erano state vane, nulla di ciò che aveva detto aveva placato l'animo di Severus Piton, il malvagio pipistrello dei sotterranei.

"Harry, ma che stai facendo ancora qui?"

"Sto fissando mio padre, Ron"

"Speri di impietosire Piton, con il tuo sguardo da cucciolo bisognoso? Auguri Amico... Non mi sembra abbia mai funzionato, beh fino ad oggi almeno".

Il bambino gli lanciò un occhiataccia "Grazie Ron, lo so. E' solo che... spero solo, che Jamie si faccia vedere presto o entro la fine della settimana, a Grifondoro non sarà rimasto un solo punto, e mio padre lo ucciderà quando riuscirà a mettere le mani su di lui."

Il trio si voltò in direzione delle clessidre, negli ultimi tre giorni si erano dimezzate. Piton aveva dato il peggio di se, togliendo punti per i motivi più futili e disparati. Il culmine era avvenuto solo poche ore prima, quando aveva preso punti perfino dalla sua casa. Inoltre al termine della lezione, aveva annunciato al secondo anno dei Grifoni che se Jamie non si fosse presentato al più presto, avrebbe tolto 100 punti per ogni giorno di assenza. A quel punto si era scatenata una vera caccia all'uomo, ma nonostante il totale impegno della casa rosso oro, del ragazzo non c'era traccia.

"Dobbiamo trovarlo e farlo in fretta" sentenziò il moro

"Ma come facciamo? Tutta la nostra casa lo sta cercando da stamattina e nessuno lo ha ancora visto! Ahh e io che speravo di vincere la coppa anche quest'anno."

"Io vado a cercarlo adesso!"

"Cosa? Sei ammattito!" sbottò il rosso e poi guardandosi furtivamente in giro bisbigliò "Se tuo padre lo scopre... io... amico... non farlo. Non sai quanto mi costa ricordartelo, ma sei già in punizione... Se alla prossima partita non giochi... possiamo dire addio alla coppa! E quel cretino di Malfoy andrà in giro blaterando per tutta la scuola che non hai giocato perché hai paura di lui!"

"Ronald Weasley, davvero? Secondo te è il Quidditch l'unico motivo per cui Harry non dovrebbe saltare difesa?". La riccia a quel punto si rivolse al moretto "Aspettiamo ancora oggi, se entro domani mattina nessuno lo ha visto, ti aiuteremo ... ma penseremo ad un idea alternativa a quella di saltare le lezioni"

"Ragazzi domani abbiamo doppie pozioni nel pomeriggio, non possiamo aspettare, abbiamo poco tempo!"

Il ragazzo sopravvissuto, guardò nuovamente il tavolo degli insegnanti, suo padre lo stava fissando intensamente. Oh no! Mi sta guardando di nuovo in quel modo... Non può aver capito cosa ho intenzione di fare! O si? Per le mutande di Godric, è assurdo! Non ho ancora deciso se andare a lezione o no!
Ohh dai calmati... ti stai agitando per niente... Papà non sa nulla, ti guarda così perché è ancora arrabbiato... Ok molto arrabbiato.
Avanti sorridi... ecco... vedi... va tutto bene, ha sbattuto la forchetta sul piatto e ora si sta alzando per andarsene nei sotterranei, se avesse capito cosa voglio fare, sarebbe venuto qui e... meglio non pensare a cosa avrebbe detto.

Harry sospirò affranto, solo pochi giorni prima lui, Jamie e suo padre, potevano quasi sembrare una vera famiglia. Ho rovinato tutto... è colpa mia devo rimediare... devo trovare Jamie e convincerlo a parlare con papà... se si scusa per primo, forse papà non lo ucciderà prima di ascoltare la sua spiegazione.

Severus si alzò dal tavolo, aveva visto di nuovo quel dannato sguardo sulla faccia di Harry! Dannati Grifondoro! Non riesco a crederci! E' ancora in punizione e sta già tramando qualcuna delle sue malefatte! Appena metto le mani su Jamie, farò un bel discorsetto ad entrambi. E con quei pensieri funesti si diresse nei suoi alloggi.

Non appena fu certo che suo padre si era ritirato nei sotterranei, Harry uscì dal castello diretto al lago nero, con al seguito un compiaciuto Ronald Weasley, che ovviamente preferiva evitare la lezione di difesa, e con una petulante ed irritata Hermione Granger, che dopo aver ampiamente criticato la loro scelta, li aveva infine abbandonati sulla soglia dell'uscita per andare a lezione.

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Dovrei parlare con Silente, per capire quando potrò finalmente andarmene... Qui sto solo perdendo il mio tempo. Nel mio mondo hanno bisogno di me. Sono passati mesi e non ho neanche iniziato la ricerca degli Horcrux. E poi Ron ed Hermione saranno preoccupati... se solo potessi inviargli un messaggio... forse se recupero la testa di leone, potrei riuscire a trovare un modo per tornare o per comunicare con loro.

"Jamie! Jamie!"

Il ragazzo si voltò, Harry e Ron stavano correndo nella sua direzione. Oh no, mi hanno trovato! Mi sono attardato troppo!

"Dove diavolo eri finito! Sono tre giorni che ti cerchiamo. Anche papà ti sta cercando, lui vuole vederti subito nel suo ufficio" rispose il moretto, mentre riprendeva fiato.

"Me ne infischio di quello che vuole" rispose contrariato il ragazzo.

"Ehm io credo che dovresti andare. Quando ha visto che non eri a lezione, ha dato fuori di matto! Pensa che perfino Hermione ha preso un brutto voto oggi! E poi ha detto che se continui a non presentarti toglierà 100 punti alla nostra casa... per ogni giorno che sarai assente. Non puoi lasciarglielo fare! Non lo farai vero?" Disse sconfortato il rosso.

Il Grifondoro aggrottò la fronte e ringhiò sottovoce "Sempre il solito bastardo! Certo che no!"

Harry allora si mise seduto accanto al ragazzo "Sono sicuro, che papà lo sta facendo solo perché vuole parlare con te."

"Peccato che io non voglio affatto parlare con lui! "

"Jamie, so che papà ha un brutto carattere ma... è solo preoccupato. Lui non sa quello che stiamo facendo. Senti, perché non gli dici quello che hai detto a noi, forse potrebbe aiutarci a trovare il diario e quella cosa che stai cercando nel castello. Se fosse dipeso solo da me, ecco ... io avrei fatto così" disse candidamente Harry.

L'adolescente scoppiò a ridere "Ti stai solo illudendo, gli ho già detto delle cose, ma lui non vuole ascoltare... non lo fa mai."

"Allora dillo a Silente, papà ascolta sempre quello che dice il preside." rispose infastidito il moretto per i commenti su suo padre da parte del ragazzo.

"Ho già provato, è tutto inutile" sbottò arrabbiato.

"Allora forse, dovremmo lasciar stare" disse Ron.

Jamie si alzò in piedi e guardando i due maghi più piccoli rispose "Voi non capite. Io non posso. Se qualcuno dovesse morire a causa mia... Non voglio avere altre persone sulla coscienza". Poi fissò Harry e aggiunse "Tu almeno, hai sistemato le cose con lui?"

"Beh più o meno. Le cose sono ancora un po' tese, ma vanno meglio... sempre se evitiamo di parlare del Quidditch, dei Grifondoro... uhm vediamo, dei Serpeverde... della pozione che ho cercato di rubare... e... di te. A dire il vero, va meglio solo quando stiamo in silenzio" rispose demoralizzato il piccolo mago.

Jamie osservò il moretto, poteva vedere le aspettative del bambino dipinte sul suo volto. Così sospirò a sua volta e infine disse "Va bene, alla prossima lezione ci sarò".

"Allora dormi alla torre con noi stanotte!" urlò eccitato Harry.

"E sia...". Spero solo di non avere fatto un errore... Domani sarà un giornata orribile, me lo sento. Ma non è di Harry la colpa, se Piton è un totale idiota. Lui è così ingenuo ...
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La mattinata era trascorsa troppo in fretta, alle ultime due ore di lezione, Jamie si era già pentito amaramente della sua scelta.
Gilderoy Allock blaterava da almeno venti minuti cretinaggini insulse, come al suo solito era vestito di tutto punto, con i capelli color miele perfettamente acconciati, sfoggiando il suo sorriso da ebete.

"Bene miei cari ragazzi, mi rendo perfettamente conto che per voi sono una celebrità, un idolo, un modello da seguire ed imitare. Mio malgrado, sono costretto a ricordarvi, che oltre ad essere un mago eccezionale e famoso, in questa scuola svolgo anche il ruolo di insegnate. Lo so, lo so ... che sono il vostro preferito, tuttavia, non posso esimermi dai miei doveri. Pertanto oggi ci sarà una verifica..." più di un lamento sfuggì dalle labbra degli studenti. Allock a quel punto sfoderò uno dei suoi stucchevoli sorrisi e poi riprese a parlare "Suvvia, non fate quelle espressioni afflitte... so che durante le lezioni non vi siete persi un solo dettaglio delle mie avventure, sono sicuro che sarà alla portata di tutti".

Due ore dopo, mentre uscivano dall'aula, gli studenti di entrambe le case sbuffavano come degli ippogrifi infuriati.

"Non riesco a crederci! E' un vero idiota!" urlò Finnegan.

"Chi mai avrebbe potuto rispondere a quelle stupide domande?" aggiunse Ron.

"Io, ho risposto! E il professor Allock aveva ragione, le domande erano semplicissime. Bastava fare le letture assegnate Ronald".

"Hermione... onestamente, quello non era un compito di difesa. Era un test su quanto conosciamo quel bell'imbusto senza cervello" la rimbeccò Harry.

"Harry! Non puoi parlare così di un insegnate!"

"Oh certo che posso! Ma lo hai sentito? Ha detto, che se volevo diventare un mago potente e preparato come lui, avrei dovuto approfittare di tutto il tempo che può concedermi... concedermi? Come se le sue lezioni non fossero già abbastanza irritanti, noiose e senza senso!"

"Harry!"

"Ha ragione Mione e lo sai, solo che sei troppo impegnata a guardarlo mentre sorride, per rendertene conto!" sibilò Ronald.

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Non aveva mangiato quasi nulla a pranzo, era troppo nervoso. Era ancora seduto nella sala Grande in attesa di andare a pozioni, quando vide la Mc Grannitt avvicinarsi a lui. "Sig. Piton mi segua. Il preside desidera vederla con una certa urgenza".

"Si professoressa".

Durante tutto il tragitto, Jamie si chiese perché Silente lo aveva convocato. Beh poco male. A quel punto aveva una ragione più che valida per saltare pozioni, e Piton non poteva prendere punti da Grifondoro per la sua assenza. Una volta arrivati al Gargoyle di pietra, la vice preside pronunciò la password e lo esortò severamente ad entrare, prima di allontanarsi.

Era in piedi davanti alla porta di legno, e come di consuetudine udì l'invito del preside ancor prima di aver bussato "Entra pure, ragazzo mio".

Senza la minima esitazione, il Grifondoro si fece avanti.

"Una goccia al limone?" chiese il vecchio mago, porgendogli una scatolina in metallo che conteneva le caramelle.

"No grazie preside".

Silente ne prese una e allegramente se la fece scivolare in bocca "Siediti ragazzo mio, non restare in piedi".

Jamie prese posto dall'altro lato dell'antica scrivania, di fronte al vecchio mago, e attese "Immagino che ti starai chiedendo il motivo, per cui ho chiesto di vederti."

"Si signore".

L'espressione di Silente si fece più seria "Mi è stato riferito, che non stai frequentando la scuola da giorni. Devo insistere sul fatto che tu riprenda le lezioni immediatamente... altrimenti sarò costretto a prendere dei seri provvedimenti".

"Glielo ha detto lui, non è così?" sputò il Grifondoro

"Se per lui, intendi il Professor Piton, la risposta è si."

Che bastardo! Pensò il moro mentre serrava i pugni.

"Jamie, perché pensi che Severus sia venuto da me, invece di affrontarti di persona?" chiese gentilmente il vecchio mago.

"Per costringermi a fare quello che vuole. E visto che da solo non ha ottenuto nulla... eccomi qui".

Silente allora si alzò, fece il giro della sua scrivania e si avvicinò al ragazzo sorridendo "Dubito che Severus necessiti del mio aiuto, per questioni simili. Ritengo piuttosto che era preoccupato per il tuo comportamento e per te. Tutto il personale ha notato che ti sei isolato, non solo dal corpo insegnate ma anche dai tuoi compagni. Io non so cosa sia accaduto, ma non è utile alla tua situazione..."

Harry sentì un enorme fastidio assalirlo "Con tutto il rispetto, lei è troppo ottimista preside. Piton non si preoccupa affatto per me. Lui vuole solo controllarmi. In quanto al resto... l'unica cosa che mi importa è andarmene da qui".

"Le cose sembravano andare meglio, tra te e il professor Piton, fino ad un paio di giorni fa. Forse se tu mi dicessi cosa è successo, potrei aiutarti a sistemare le cose ragazzo mio."

"Non è importante, tanto non cambierà nulla tra noi... e poi, non posso... lo ha detto lei che non posso parlare di quello che so."

"Capisco... devo dedurre che stai ancora cercando di cambiare gli eventi, anche se ti avevo chiesto esplicitamente di non farlo. E' per questo motivo, che hai discusso con Severus?".

Jamie abbassò lo sguardo, Silente sembrava deluso e un po' contrariato "Io... lei non capisce... se Harry o qualcun'altro dovesse ferirsi o peggio... io non potrei mai perdonarmelo."

Il preside mise una mano sulla spalla di Jamie e con un tono estremamente gentile disse "Devi smetterla. Non è questo il motivo per cui sei qui. Ho esaminato il tuo ciondolo, e devo dire che ne sono rimasto piuttosto affascinato. E' davvero un artefatto di straordinaria potenza. Ma devo avvertirti che i miei sospetti erano più che fondati, se non sperimenterai ciò per cui sei venuto, non potrai tornare alla tua realtà".

Il Grifondoro sentì un ondata di sconforto invaderlo "Allora sono spacciato".

"Non essere così melodrammatico... la magia opera in modi misteriosi... abbi fiducia ragazzo mio, abbi fiducia. Ora credo che tu debba andare, non vorrei che arrivassi in ritardo a causa della curiosità di questo vecchio impiccione". Disse sorridendo da sotto i suoi occhiali a mezzaluna.

Jamie lo fissò, poi si alzò e si diresse alla porta. Prima di uscire, si voltò "Lei è consapevole che adesso ho pozioni e che Piton mi ucciderà, vero?"

Silente si limitò a sorridere "La fortuna protegge gli audaci... buona giornata Jamie".

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Jamie aveva corso a perdifiato per tutta la strada dalla presidenza ai sotterranei e miracolosamente era riuscito ad arrivare prima del pipistrello. Prese posto vicino ad Harry, si passò nervosamente la mano tra i capelli e sbuffò.

"Vedrai che andrà tutto bene... Beh almeno dopo la lezione. Ti chiederà di restare per parlare ... cerca di essere paziente, è ancora arrabbiato."

L'adolescente sbuffò nuovamente " Si certo per parlare... Piton mi scuoierà vivo."

"Silenzio!" urlò il pozionista, mentre chiudeva rudemente la porta dell'aula. "Occhi alla lavagna!".

Il suo sguardo cadde immediatamente sul suo protetto... Ah, vedo che le mie minacce alla loro casa, hanno avuto effetto desiderato, così prevedibile! "Sig. Piton, quale onore riaverla finalmente in classe". Poi con un tono decisamente più sarcastico aggiunse "Di certo grazie alla sua notevole preparazione, sono sicuro che la sua media non risentirà affatto delle assenze accumulate. Un talento innato come il suo, è difficile da eguagliare... forse solo il Sig. Paciock, ne è all'altezza".

I Serpeverde scoppiarono a ridere, mentre Jamie strinse i denti e ringhiò, cercando di mantenere sotto controllo il suo temperamento.

"Ha qualcosa da dire Sig. Piton? Avanti non faccia il timido. Forse vuole illustrare alla classe, il procedimento migliore per erogare la pozione di oggi."

"No signore"

"Non era una richiesta. Si alzi in piedi Sig. Piton".

Jamie si alzò, tutti gli sguardi della classe erano rivolti su di lui. E lo detestava. Tuttavia continuò ostinatamente a fissare Piton.

L'uomo di avvicinò e si fermò a poco meno di due passi dal giovane mago "Allora? Nulla da dire sulla pozione restringente? Peccato. Mi era sembrato così desideroso di parlare... Lei è sempre così incontenibile, quando si tratta di esteriorizzare la propria opinione in merito a fatti che non la riguardano e che nemmeno comprende, anche quando nessuno l'ha richiesta." Dopo aver indurito il tono aggiunse "Elenchi gli ingredienti della pozione di oggi Sig. Piton"

"Non lo so, Signore" rispose rigidamente il moro.

"Venti punti dal Grifondoro!" sibilò velenosamente l'uomo. "Siediti, e cerca di non fondere il tuo calderone come al solito".

Il resto della lezione, si era svolta in maniera piuttosto simile. Piton lo aveva rimproverato e schernito ad ogni occasione, palesando la sua incompetenza.

La campanella suonò, decretando la fine della tortura.

"Sig. Piton rimanga, vorrei scambiare due parole sulla sua...", a quel punto afferrò la fiala che il ragazzo gli aveva consegnato "pozione, se così può essere definita questa poltiglia arancione".

Harry gli lanciò un occhiata simpatica e bisbigliò "Ti aspettiamo fuori... E' stato ingiusto oggi, ma sii paziente. Vedrai che se gli parli e ti scusi, capirà".

Scusarmi io? E per cosa? Se c'è qualcuno che deve scusarsi, non sono di certo io!

Il pozionista prese posto alla sua scrivania "Siediti Jamie"

Il ragazzo si avvicinò e prese posto sulla sedia che l'uomo aveva predisposto per lui.

Severus afferrò la bacchetta, lanciò un incantesimo di blocco e uno silenziante. A quel punto incrociò le mani e fissando severamente il ragazzo sibilò "Dove sei stato in questi tre giorni?"

"Nel castello e al lago nero".

"Immagino che nei tuoi sette anni di scuola, tu abbia letto almeno una volta il regolamento... Hai forse una vaga idea, di quante norme hai infranto? Hai saltato tre giorni di lezioni, sei rimasto fuori dal tuo dormitorio dopo il coprifuoco, non ti sei presentato a nessun pasto nella sala grande. Ti ritieni migliore di tutti gli altri, non è così Jamie? Essere il ragazzo sopravvissuto, non ti dà alcun diritto di snobbare le regole imposte al castello. Forse nel posto da cui provieni, le persone sono abituate ad inchinarsi ai tuoi capricci.... Ma non qui. Non finché sei una mia responsabilità".

"Non è vero! Io non mi ritengo migliore di nessuno e..."

"Silenziò!" sbottò l'uomo. "Sei in punizione! 200 punti verranno tolti a Grifonfdoro e servirai una settimana di detenzione, con me. Inoltre sei confinato al tuo dormitorio, fatta eccezione per le lezioni e i pasti."

"Cosa? Fino a quando?" sibilò il moro.

"Fino a quando lo riterrò necessario. Se ti pesco a fare diversamente riceverai una settimana di detenzione per ogni infrazione commessa, sono stato chiaro!"

"Si signore"

"Sei licenziato" sibilò l'uomo. A quel punto Jamie fuggì dalla classe.

Non appena uscì dalla porta, il trio d'oro gli corse incontro "Allora com'è andata?" chiese speranzoso il piccolo Harry.

"Lo odio"  


Angolino dello Scribacchino:

Ragazzi, siete stati troppo... troppo buoni con i massaggini e le stelline... e gli incoraggiamenti ed i complimenti, quindi  ho voluto ricambiare postando un altro capitolo. Spero sia di vostro gradimento. Fatemi sapere che ne pensate..

A presto la vostra Lady

Point of View- La testa di Leone- SEVERITUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora