Capitolo 13 - La casata Verdeargento-

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  La discesa verso i sotterranei era stata un agonia per il piccolo Harry. Preferiva quasi sopportare una detenzione, piuttosto che cadere tra le grinfie di suo padre quando era ammalato.

Mentre percorrevano i lunghi corridoi improvvisamente sentirono un pianto che aleggiava nell'aria e poi l'inconfondibile sibilo del Basilisco ... Cibo... Bisogno di cibo...

"CORRI HARRY! Va da tuo padre! Io cerco di capire da dove arriva la voce"

"NO, Jamie" urlò il moro, trattenendo l'altro ragazzo per la manica.

"Starò attento" rispose Jamie con fermezza, mentre fissava il bambino d'oro, in quei febbricitanti occhi smeraldini " Farò attenzione, te lo prometto. Anche perché se non lo faccio, tuo padre... mi ucciderà"

"No, non ti lascio da solo".

Il Grifondoro sospirò, quando si rese conto che non sarebbe riuscito a convincere il moretto a lasciarlo andare da solo in cerca del Balisisco. Se si fosse ritrovato nella stessa situazione solo qualche settimana prima, non avrebbe esitato a spintonarlo da un lato, per correre dietro alla bestia. Ma non oggi. Oggi, non avrebbe avrebbe messo nessuno in pericolo. "Va bene, allora andiamo almeno a vedere chi sta piangendo".

I due si incamminarono nella direzione opposta a quella di dove si era diretto il mostro leggendario, che dimorava nelle viscere del castello di Hogwarts.
In fondo ad un angusto corridoio piuttosto isolato, videro una bambina dai capelli castani, che se ne stava rannicchiata a piangere su uno scalino.
I due ragazzi si avvicinarono con cautela, sembrava davvero molto turbata e il suo pianto era alquanto disperato. "Ehm.. ciao. Possiamo aiutarti?" chiese esitante Harry.

La bambina si stropicciò gli occhi con la manica della toga e poi tutta tremante scosse la testa in segno di diniego.

"Forse allora dovresti andare nella tua sala comune a cercare un prefetto o il tuo capo casa. Vieni dai ti accompagniamo noi, stavamo giusto andando da Piton".

La bambina esitò. I due ragazzi sembravano gentili in apparenza, ma erano comunque dei Grifondoro. E due dei peggiori a detta dei suoi compagni di casa. Aveva sentito una marea di chiacchiere interminabili su quanto orribili, arroganti e stupidi fossero Potter e il nipote del professor Piton. Ergo non poteva assolutamente fidarsi di loro. Così per quanto si sentisse sola e terrorizzata, rispose. "Io, non ci vengo... Voi- voi non dovreste essere nemmeno qui. A-andate via".

Il bambino d'oro la osservò con attenzione, era molto spaventata da qualcosa che le era accaduto e probabilmente anche da loro. La rivalità tra le loro case di appartenenza di certo non stava aiutando. Poteva affermare con assoluta certezza, che alcuni Serpeverde erano dei totali idioti come Malfoy e la sua cricca, ma altri non lo erano come Cercil Warrington, una ragazza del sesto anno che all'occorrenza era stata una specie di baby sitter, quando lui aveva otto anni. Cercil si era sempre dimostrata gentile, educata e simpatica nei suoi confronti, tanto è vero che quando aveva lasciato il castello dopo aver preso i suoi MAGO, Harry aveva pianto per giorni. Solo grazie al supporto di suo padre era riuscito a far fronte al grande senso di vuoto che Cercil aveva lasciato.
Questa ragazza ha bisogno di parlare con qualcuno. Forse è meglio che parli con papà. Lui è sempre molto attento alle sue serpi...saprà come aiutarla.
Così nel tentativo di conquistare la sua fiducia, disse "Non tutti i Serpeverde sono malvagi, come neppure tutti i Grifondoro sono cattive persone. Pensa io sono tra i leoni e mio padre è il vostro..."

Jamie impallidì, sentendo le parole che il moretto stava per pronunciare e gli diede prontamente una gomitata nelle costole, per farlo tacere.

"Ehm volevo dire che... uno dei migliori amici di mio padre era un Serpeverde. Io lo consideravo come uno zio, quindi per certi versi sono ... una Serpe onoraria no? Puoi fidarti di noi, davvero... ehm io sono Harry".

La ragazzina rimase in silenzio per un paio di minuti valutando se accettare o meno la loro offerta. Alla fine decise che camminare affianco ai due Grifondoro, era il male minore. Inoltre non voleva restare da sola in quei corridoi tenebrosi, un minuto di più. Le cose che aveva visto poco prima erano troppo spaventose, le avrebbe sognate per giorni o settimane. Così mentre rabbrividiva, balbettò "Va-va bene..."

Allo strano trio, non ci volle molto per raggiungere la loro destinazione. Jamie si fermò davanti alla porta di legno scuro e dopo aver emesso un leggero sospiro bussò. Una profonda voce baritonale li invitò ad entrare.

Severus rimase piuttosto sorpreso: nel vedere suo figlio, il suo protetto e una delle sue giovani serpi insieme. "Signorina Warner, non dovrebbe essere a lezione?"

La bambina lo guardò colpevole. "Si, signore"

"Allora di grazia potrebbe spiegarmi, per quale motivo si trova nel mio studio invece che in classe con la professoressa Mc Grannit?"

La piccola serpe fissò i due ragazzi al suo fianco, non voleva rivelare il motivo per cui stava piangendo davanti ai Grifondoro, convinta del fatto che l'avrebbero derisa.

Il pozionista, comprendendo la motivazione dietro l'esitazione della sua primina, si toccò la punta del naso e poi sibilò "Potter e Piton, fuori dal mio studio"

"Ma signore..."

Il mago vestito di nero alzò la mano destra e la porta si spalancò "Attenderete il vostro turno fuori!"

I due ragazzi erano più che consapevoli che quelle poche parole rappresentavano un ultimatum, annuirono e poi uscirono.

Una volta lasciato lo studio del padre, Harry si appoggiò pesantemente al muro di pietra "Pensi che centri alla voce nel muro?"

"No, se avesse incontrato il Basilisco, sarebbe stata quantomeno pietrificata, e poi nessuno a parte noi due può sentirla. Forse ha solo litigato con un amica, oppure i suoi compagni di casa le hanno tirato qualche brutto scherzo, non mi sorprenderei affatto".

"Non sono tutti come Malfoy" lo riprese il Golden Boy.

"Lo so... Lumacorno non era affatto male, se devo essere onesto" rispose Jamie mentre fissava un crepa sul muro davanti a lui.

"Era un tuo amico Serpeverde?" chiese incuriosito il piccolo Harry.

"No, era l'insegnante di pozioni che ho avuto al mio sesto anno"

"COSA? E-e mio padre? Non gli è successo qualcosa di brutto?"

Harry fece una smorfia. "No purtroppo. Lui... Piton intendo... ha ottenuto finalmente la tanto desiderata cattedra di difesa contro le Arti Oscure quell'anno... E poi, tutto è peggiorato. E' stata tutta colpa sua. Lui ha ucciso Silente, ha fatto entrare i Mangiamorte nella scuola, e Merlino solo sa ancora cosa diavolo sta combinando nella mia realtà, quell'infame bastardo!"

Harry impallidì, sentendo le parole dure e sprezzanti del ragazzo più grande. "Non- non può essere... Papà non farebbe mai del male al preside. Lui gli è molto affezionato...e..."

"Tuo padre sì, ma lui, Piton... il vero Piton è un uomo malvagio, spietato e crudele!" Jamie fissò il moretto, aveva gli occhi lucidi e un'espressione triste. Solo allora si rese conto che involontariamente il suo astio per il l'altro pozionista, lo aveva ferito. "Mi dispiace Harry. Non dovevo parlare di lui davanti a te. Tranquillo ora lo so che tuo padre è diverso".

"Non fa nulla. E' solo che... è così strano, sentirti parlare così di lui che..."

In quel preciso istante la porta si spalancò. La bambina dai capelli castani sembrava molto meno agitata.

"Vada subito diritta in infermeria Sig.na Warren. La raggiungerò a breve".

"Si, signore e ... grazie" ripose timidamente la piccola Serpeverde, poi fece un piccolo sorriso ai due Grifondoro e in tutta fretta si allontanò, per fare come
le era stato richiesto.

"Che cosa ci fate voi due, qui a quest'ora?" sibilò Piton, mentre incrociava le braccia al petto.

Harry si irrigidì, ora che se ne stava davanti a suo padre, si sentiva inspiegabilmente meglio. "Oh ecco noi... io... "

Il pozionista strinse gli occhi, suo figlio era nervoso. Questo voleva dire che gli stava nascondendo qualcosa "Harry..."

Il bambino d'oro esasperato mormorò "Non mi sento tanto bene. Credo di avere un pochino di raffreddore, potresti darmi..."

Senza dargli nemmeno la possibilità di finire la frase, Severus lo afferrò per un polso e lo trascinò dentro lo studio senza troppe cerimonie. Poi estrasse la bacchetta e iniziò a sventolarla sulla sua testa di Harry, mentre pronunciava un'infinita sequela di incantesimi. "Da quanto tempo stai, così? Hai la febbre! Perché non sei venuto subito!"

Harry sfuffò e alzando gli occhi al cielo rispose "Papà sto bene, è solo raffreddore!"

"NO! Hai la febbre! Mettiti subito sul divano! E non usare quel tono con me ragazzino!"

"Papà, mi basta la pozione... ho lezione."

"Conterò fino a tre: se al termine del conteggio non ti sei seduto, te ne pentirai!"

Jamie osservò con divertimento lo scambio tra i due. Harry faceva delle facce piuttosto divertenti, mentre ingurgitava una quantità esagerata di pozioni probabilmente dal gusto orribile e Piton.. beh lui era impagabile. Sembrava davvero la versione arcigna di Molly Weasley! Avrebbe voluto ridere a crepapelle, ma si trattenne con la consapevolezza che nessuno degli altri due maghi avrebbe apprezzato la sua ilarità.

"E tu che cosa hai da sogghignare? Prendi questa!"

E si ritrovò tra le mani una pozione che assomigliava ad un vomito bluastro. "Ehi, io sono sano come un pesce! Non mi serve la pozione".

"Eviterà il contagio" rispose seriamente l'uomo mentre coperte e cuscini svolazzavano per l'intera stanza.

"Ma, quale contagio? E' solo un raffreddore... Io sto bene, non mi serve, davvero!"

"Non ho tempo da perdere in infruttuose discussioni! Bevete senza fare storie!" ringhiò il pozionista. Poi con un ulteriore sferzata della sua bacchetta spinse anche Jamie sul divano. Ora si ritrovava al fianco di Harry, che sbuffava più o meno come l'Hogwarts Express, mentre cercava di liberarsi, senza successo, dalle due enormi coperte e dai tre cuscini che lo tenevano prigioniero. Infine una fumante tazza di tè alle erbe, venne spinta tra le mani di entrambi i ragazzi.

"Ma...."

Severus si avvicinò ai due Grifondoro, incrociò le braccia al petto e poi sibilò "Ho un'incombenza urgente da sbrigare. Voi due resterete qui fino al mio ritorno. Esigo che non spostiate un solo piede da quel divano. Sono stato chiaro?"

"Ma papà, guarda che possiamo andare a lezione...Non sto così male"

"Silenzio! Ho detto, sono stato chiaro!" ringhiò furente.

"Sì" squittì Harry.

"E tu?"

"Si, signore. Chiarissimo" rispose Jamie. Merlino ma che gli prende? E' solo un misero raffreddore! Oh no! Ha di nuovo quella vena sulla tempia destra che pulsa... l'ultima volta che l'ho vista siamo finiti... beh una parte di noi non era molto felice dopo...

Senza ulteriori argomenti, l'uomo a quel punto si voltò e uscì dallo studio tutto impettito. I due Grifondoro si guardarono sconcertati, subito dopo sentirono la porta di fronte a loro sigillarsi magicamente.

"Ma... ma ci ha chiusi dentro?" sbottò Jamie incredulo.

"Sì" rispose sbuffando Harry.

"Come ti senti?"

"Adesso bene, sono come nuovo. Le pozioni di papà fanno schifo, ma sono le migliori. Hermione aveva ragione dovevo venire prima, ma non dirglielo per favore o non la smetterà di tormentarmi" disse con un tono quasi preoccupato.

"No, stai tranquillo". Poi scoppiò a ridere "Sai avevi ragione, tuo padre è terribile quando fa la chioccia, ma è sempre così esagerato?". Quando si accorse che il moretto non non stava ridendo con lui, gli chiese "Harry, che c'è che non va?"

"Papà non si allontana mai, quando sono malato. Questa è la prima volta, sta succedendo qualcosa". Rispose con un tono cupo.

Jamie si voltò. "Centra di sicuro la ragazzina che abbiamo incontrato..."

Harry scostò le coperte, si alzò e diresse alla scrivania di suo padre e poi si mise a rovistare tra la sua pila di pergamene. "Guarda! Non ha nemmeno chiuso la bottiglia di inchiostro! Non è da lui. Deve essere una cosa grave... dobbiamo uscire di qui!"

L'adolescente annuì, si avvicinò e notò che sul pavimento c'era un mezzo foglio di pergamena, lo afferrò e quando lesse il contenuto sbottò "Avevi ragione, leggi quì!"


...Sto arrivando Severus.
Vai nella tua sala comune, fai uscire tutti i tuoi serpenti. Se lo trovi non toccarlo, potrebbe essere pericoloso. Non sappiamo se ci siano delle maledizioni poste sul diario...

... Certamente Albus.
Sigillo i ragazzi nel mio studio, ci vediamo li...



"Hanno trovato il diario!" urlò Harry "Può-può fargli del male?"

Jamie avrebbe voluto tranquillizzarlo, dicendogli che era solo un diario magico come tanti, ma non era la verità. "Potrebbe..."

Harry corse alla porta "Apriti! Apriti dannazione!" urlò battendo i pugni sul legno di mogano scuro.

L'adolescente si avvicinò al moretto e pronunciò un incantesimo di blocco, che ovviamente non funzionò. "Dannazione... Ci vorrebbe Hermione! Mi spiace ma non conosco altri incantesimi di sblocco, potrei provare a farla saltare in aria, ma non penso che tuo padre approverebbe"

"Aspetta Jamie..." il golden boy si avvicinò ad un piccolo quadro che era posto accanto all'ingresso, ci poggiò la mano sopra e la porta si aprì immediatamente. "SI!" urlò, mentre si voltava sfoggiando un'espressione trionfante. "Papà, ha fatto in modo che io potessi entrare ed uscire da tutti i suoi locali. Ha detto, che era solo una precauzione, nel caso che qualcuno tentasse di farmi del male e che dovevo usarla sono il caso di necessità... Beh questa è una necessità!"

"Geniale! Harry, hai per caso il mantello di nostro... ehm di James?"

"No. Lo custodisce papà, ha detto che sono troppo giovane per usarlo. Non ho idea di dove lo tenga"

"Accidenti! Non fa nulla, non abbiamo tempo. Dai vieni, userò un incantesimo di disillusione, meglio di niente". Dopo aver lanciato l'incanto su entrambi,

Jamie lo fissò in quegli occhi smeraldini. "Sei sicuro? Potrebbe essere pericoloso...e tuo padre non approverà."

"Mio padre è la fuori, potrebbe morire a causa di quel diario..." disse con determinazione. Ma sul suo volto infantile, si leggevano chiari segni di esitazione. Infine dopo un breve silenzio aggiunse balbettando "Io- io, voglio solo sapere se sta bene, non potrei mai vivere se lui...."

L'adolescente annuì, poteva comprendere perfettamente la paura del piccolo Grifondoro. "Andiamo allora!"

Mentre correvano verso la sala comune dei Serpeverde, delle urla riecheggiarono nei lugubri corridoi dei sotterranei.

"NO! E' MIO!"

"Dammelo subito o te ne pentirai DRACO!"

"NO... Bombarba Maxima!"

Poi si susseguirono: un rombo, uno scoppio, il rumore delle macerie e infine il silenzio.

Il ritratto che celava l'ingresso della sala comune della casa verde-argento, era spalancato. Un strato di polvere sottile permeava l'aria. I segni delle numerose maledizioni lanciate, erano più che evidenti.

"DO-Dove sono?" farfugliò Harry inorridito e spaventato.

Jamie lo afferrò per una spalla e gli indicò l' enorme buco nel pavimento che si era creato, proprio accanto alla zona dei bagni.

I due Grifondoro si posizionarono sul bordo dell'apertura e ci guardarono dentro. L'odore stantio che proveniva dai sotterranei era asfissiante, e quell'oscurità senza fine era sconfortante.

Harry tremò. Quel baratro oscuro sembrava volerli inghiottire, stava quasi per indietreggiare, quando sentì l'urlo di suo padre.... "NO!"

A quel punto senza un ulteriore esitazione o pensiero, il piccolo Grifondoro si lanciò in quella lugubre cavità.


Angolino dello Scribacchino

Maghi e Streghe, scusate la lunga attesa, ecco il nuovo capitolo... spero sia di vostro gradimento. Fatemi sapere che ne pensate!  A presto Lady

Point of View- La testa di Leone- SEVERITUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora