Capitolo 11 Affrontare le cose alla maniera Serpeverde

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Una volta ripreso il controllo delle sue emozioni, si rese conto di essere enormemente imbarazzato. Non aveva nemmeno il coraggio di alzare la testa, per paura di incorrere nello sguardo di Piton. Che vergogna! Questa è la seconda volta che gli piango addosso oggi. Santissimo Godric, ma cosa mi sta succedendo? Mi sento un vero cretino...Forse dovrei dirgli qualcosa o almeno ringraziarlo? Non so che dire... vorrei essere come Hermione in questo momento, lei di certo saprebbe cosa fare.
Inaspettatamente fu il mago vestito di nero a toglierlo da quella situazione incresciosa. "Ora che ti sei ripreso, dovresti andare a chiarire le cose con Harry. Di certo sarà rimasto profondamente turbato dalla tua decisione di tenerlo all'oscuro".



"Si ci proverò, spero solo che mi perdoni. Ehm... e grazie di tutto, professore".


"Severus. Credo che dopo la lunga ed intensa giornata di oggi, sarebbe più adatto che tu almeno provassi ad usare il mio nome".



"O-ok, Se-Severus" rispose arrossendo, e senza aggiungere altro, si allontanò il più velocemente possibile, non voleva pensare a cosa implicava chiamare il pozionista per nome. Beh certo dopo avergli frignato addosso, per ben due volte a distanza di poche ore e dopo essere stato... punito, di certo usare il suo nome di battesimo era l'ultimo dei suoi problemi.



Una volta entrato nella sua stanza, si avvicinò al passaggio che rendeva le due camere comunicanti e pronunciò l'incanto. Non appena la porta si aprì, l'adolescente sbirciò all'interno. "Harry?!"



Nessuna risposta.



"Harry, so che sei arrabbiato, per favore lasciami spiegare. Posso entrare? Mi sento un po' stupido a parlare qui da solo".



"Tu sei uno stupido e comunque fa come vuoi. Non credo che tu abbia bisogno del mio permesso e quello che penso non ti interessa, altrimenti non mi avresti cacciato via" rispose stizzito il bambino.



Harry era rannicchiato sul suo letto, con le ginocchia tirate al petto e la testa racchiusa tra le braccia. A Jamie si strinse il cuore, sapendo che era stato lui la causa di quell'evidente disagio. Si avvicinò e prese posto accanto al bambino. "Mi dispiace, non volevo farti stare male. E' davvero una cosa che non hai bisogno di sapere adesso. Tuo padre ti metterà al corrente di tutto, quando sarai più grande".



"Riguarda Tu-sai-chi, vero?"


"Si. Capisco quello che stai provando, mi sono trovato nella tua stessa situazione, un sacco di volte, e l'ho odiato..."


"Allora perché lo hai fatto! "Sbottò il piccolo Grifondoro con un tono accusatorio.



"Perché io sono stato costretto ad affrontare situazioni che non ero in grado di gestire, e l'unico aiuto che ho ricevuto è stato quello dei miei amici. Li ringrazio per questo, senza di loro probabilmente non sarei qui oggi, ma ho sofferto molto e ho perso delle cose e delle persone molto importanti per me lungo la strada. Tu, hai qualcuno che tiene a te, che ti guarda le spalle. Tu hai tuo padre. Lui te lo dirà al momento giusto e ti aiuterà."


Sentendo quelle parole Harry alzò finalmente il viso. Era sorpreso. Jamie si era sempre dimostrato ostile, quando parlava di suo padre. Vedendo gli occhi gonfi dell'adolescente disse "Ma tu hai pianto? Papà non ti ha mica..."

Point of View- La testa di Leone- SEVERITUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora