Capitolo 10 La fiducia... è tutto.

1.4K 68 7
                                    



Jamie chiuse la porta dietro di sé. Era del tutto frastornato a causa di quello che era appena accaduto.

Si avvicinò al letto e quando si mise a sedere gli sfuggì un lamento, il suo fondo schiena era parecchio dolorante. Merlino che male! Di certo mi sbagliavo su Piton, ha più forza di un giocatore di Quidditch professionista! Che vergogna, ho pianto come un bambino... non riuscirò mai più a guardarlo in faccia dopo oggi.

Una vocina sommessa lo distolse dai suoi pensieri. "E' meglio che ti distendi a pancia in giù, se vuoi stare sul letto. Po-posso entrare?"

"Ma certo Harry, vieni"

Il quadro che divideva le due camere cigolò. "Sei molto arrabbiato?"

Jamie in un primo momento rimase in silenzio. Non aveva idea di come rispondere a quella domanda. Ovviamente si sentiva confuso, imbarazzato, dolorante e molto dispiaciuto per se stesso, ma anche svuotato. "A dire il vero è strano, non so dirti di preciso come mi sento".

"Papà ha dimenticato di silenziare la stanza, ho sentito tutto. Mi dispiace, è stato molto duro con te, però ti prego non odiarlo! Non gli piace affatto punirmi in quel modo, lo so perché diventa sempre triste dopo averlo fatto. Sai, lui non è molto bravo a esprimere i propri sentimenti, ma so con certezza che mi ama più di qualsiasi altra cosa, e sono sicuro che tiene anche a te. Non scherzava quando ha detto che è disposto a stravolgere il tempo per noi."

Il Grifondoro fissò quelle iridi smeraldine. Erano così limpide e splendenti mentre parlava del mago vestito di nero. Nonostante la severa punizione, l'unica cosa che realmente traspariva da quello sguardo innocente era l'affetto. Un amore profondo, rivolto all'uomo che il piccolo Harry adorava definire "suo padre". Questo vuol dire avere un padre? Ora che ci penso anche Ron ha quello sguardo sul volto quando parla del Sig. Weasley. E dai racconti dei gemelli non credo che Arthur sia stato più indulgente, all'occorrenza.
"No, non ce l'ho con lui. In parte ha ragione. Non dovevo andare, è stato stupido da parte mia. Io ci sono stato altre volte quindi ero a conoscenza delle insidie che si nascondono nella foresta. E poi, quando mi hai raggiunto, avrei dovuto mettere da parte i miei sentimenti e riportanti indietro, potevi farti male". Ho commesso di nuovo lo stesso errore, come al ministero. Se non avessi fermato Harry... sarebbe finito in pasto ai figli di Aragog.

"Non mi hai mica costretto! Io non volevo andarci ma non volevo nemmeno lasciarti lì da solo. Perché... ecco io avevo paura... Non voglio che tu... che tu vada via." L'ultima parte era appena un lieve sussurro.

"Dai vieni qui. Non farti sentire da Piton, o penserà che sei un Grifontasso"

"Eh? Un che cosa?"

"Tradotto dal Pitonesco: una testa di legno estremamente emotiva!" rispose ghignando. "Ahhh lascia perdere, dai scherzavo. Forza, stendiamoci sul mio letto perché onestamente non credo di riuscire a rimanere qui seduto un minuto di più" aggiunse facendo una smorfia.

Harry sorridendo, corse al fianco di quello che ormai considerava il suo "fratellone onorario". Una volta che entrambi si posizionarono a pancia in giù, l'adolescente riprese a parlare in tono più serioso "Tuo padre mi ha chiesto... Uhm no, chiedere non è la parola adatta, è più corretto dire che mi ha ordinato di rivelargli cosa stiamo facendo. Pensi che dovrei farlo?"

"Sì, dovresti dirglielo. Lui ti aiuterà a risolvere il problema. Papà fa sempre quello che promette".

"Si arrabbierà?" chiese ansioso Jamie passandosi una mano tra i capelli.

"Sì, ma gli passerà." Rispose senza esitazione.

"Lui non... ecco non...lo farà di nuovo?" borbottò imbarazzato, ripensando alla punizione appena impartita.

"No. Anche se non sarà affatto felice di scoprire che abbiamo setacciato la scuola in cerca di un diario maledetto. Ma per fortuna non l'abbiamo trovato, quindi tecnicamente non abbiamo commesso nulla di male, ancora."

"A volte parli come un Serpeverde" bofonchiò in risposta Jamie.

"Beh, sono il figlio del loro Capocasa. A forza di sentirlo borbottare da quando avevo otto anni, qualcosina l'ho imparata anch'io" disse Harry mentre gli faceva l'occhiolino.

"Questa, penso sia la prima volta che sono felice di non averlo trovato".

"Trovato che cosa di preciso?" sibilò una voce profonda alle loro spalle.

I due ragazzi si voltarono allarmati. Piton era dietro di loro, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto, che li fissava con un cipiglio davvero poco rassicurante.

"Uhmm ... ecco...io, noi..."

"Che straordinaria eloquenza Jamie. Credo sia arrivato il momento di fare quel discorsetto di cui abbiamo parlato circa mezz'ora fa".

I due studenti si alzarono rigidamente, e sotto lo sguardo vigile dell'uomo si recarono nello studio.

Severus aveva ascoltato involontariamente gran parte della discussione tra i due Grifondoro. Decise così di fissare con più decisione il concetto che le azioni hanno sempre delle conseguenze, e dunque senza la benché minima esitazione, scelse di prendere posto alla sua scrivania disdegnando a priori il comodo divano di pelle scura.
Il piccolo Harry sgranò gli occhi non appena capì le intenzioni del pozionista. Così si avvicinò sconfortato al tavolo di legno, guardò prima il volto severo di suo padre e subito dopo le sedute che aveva di fronte, come se fossero degli arnesi di tortura piuttosto che delle comunissime sedie "Papà, possiamo metterci sul divano?"

Il pozionista alzò un sopracciglio e beffardamente rispose "C'è qualche problema con quelle sedie? Io personalmente non ci trovo proprio nulla di sbagliato. E poi, se ben ricordo, le hai scelte tu stesso poco meno di due anni fa. Hai avuto un improvviso ripensamento? No? Bene, allora siediti".

Il bambino si morse il labbro inferiore e arrossì. Il messaggio era chiaro, suo padre non avrebbe mosso un dito per alleviare il loro disagio. Il moretto sospirò, e con molta attenzione prese posto. Sia lui che Jamie fecero delle smorfie piuttosto divertenti accompagnate da gemiti e lamenti sommessi.

"Forse dovrei esortare il professor Vitious a mettere su una compagnia teatrale. Perché limitarsi al coro, quando abbiamo dei giovani attori di talento proprio qui al castello. Voi due sareste perfetti per interpretare delle parti drammatiche".

I due ragazzi si imbronciarono ulteriormente mentre cercavano una posizione meno scomoda.

"Adesso basta! Smettetela subito di divincolarvi come due vermicoli in un barattolo! Non ho tempo per queste sciocchezze! Vi ho chiamato per essere "dettagliatamente" informato sulle vostre dubbie attività extrascolastiche, quindi vi consiglio caldamente di iniziare a parlare."

Jamie fissò prima lui e poi Harry, che in segno di incoraggiamento annuì.

"Va bene" bofonchiò Jamie, mentre si preparava mentalmente ad una lunga e piuttosto controversa discussione. Del tutto consapevole che, al termine, sarebbe stato sul lato sbagliato di una interminabile ramanzina. Sospirò sconfortato alla sola idea.

"No, aspetta! Prima devi promettere che non ci saranno ulteriori conseguenze. Non abbiamo fatto altro che cercare alcuni oggetti all'interno del castello, che non abbiamo trovato nonostante i nostri sforzi. Quindi in realtà non è successo nulla di pericoloso papà".

Severus strinse gli occhi "Non sei nella posizione di poter fare delle richieste, Harry".

Il bambino allora incrociò le braccia al petto, e con il miglior cipiglio di cui era capace disse "Allora non ti diremo niente!"

Jamie osservò la scena e ne rimase a dir poco sconcertato. Harry si era sempre dimostrato piuttosto arrendevole e desideroso di assecondare i voleri del padre. Questa era la prima che gli si opponeva con fermezza.

"Harry... NON spingermi" lo avvertì con tono minaccioso Piton.

"No papà, mi dispiace ma stavolta devi venirci incontro" rispose il ragazzino con un tono deciso, ma molto rispettoso. Ti prego... altrimenti Jamie non capirà mai quanto sei diverso dal suo odiato professore. Ti prego, fagli vedere chi sei davvero.

Calò un pesante silenzio.

Il bimbo dagli occhi di smeraldo vide suo padre che si massaggiava vigorosamente le tempie. Sapeva che stava valutando tutti pro e i contro della sua cosiddetta "richiesta".

"Papà, davvero, non abbiamo fatto nulla di male o di troppo pericoloso fino ad oggi..."

"E sia" sentenziò infine lo stregone. "Ma sappiate, che da questo preciso momento in poi, nessuno di voi quattro teste di legno è autorizzato a ficcare il naso in questa faccenda. Questo significa: basta ricerche, basta indagare, basta ipotizzare. Se dovessi avere anche il minimo sentore che mi avete disobbedito o omesso anche la più irrilevante delle informazioni, o peggio ancora, preso una qualsiasi iniziativa personale o di gruppo senza il mio esplicito consenso, posso assicurarvi che la punizione che avete ricevuto oggi vi sembrerà un'allegra vacanza. Sono stato abbastanza chiaro?". Il tono dell'uomo era basso ed estremamente insidioso. A quel punto tutti i presenti erano consapevoli che con quelle parole le trattative si erano concluse.

"Sì, papà"

"Sì, signore"

"Molto bene. Procediamo".

Jamie inspirò profondamente, e poi iniziò a raccontare ciò che era accaduto nel suo secondo anno. Partì dall'apparizione di Dobby a Privet Drive fino alla sua liberazione. L'unico elemento che aveva omesso, era la vera natura del diario. "E questo è tutto..."

Severus Piton era un uomo apparentemente imperturbabile. Tuttavia, mentre ascoltava il ragazzo seduto di fronte a lui, la sua espressione era passata da vuota ad interessata, poi da sorpresa ad accigliata, ed infine da cupa a qualcosa che ricordava la follia omicida.
"Quindi ricapitolando: hai tentato più e più volte di intrufolarti furtivamente nella camera dei segreti per uccidere DA SOLO un BASILISCO. E qual'era il tuo brillante piano? Quella di affrontare una bestia grande più o meno come un campo di Quidditch, per giunta con una spada rubata dall'ufficio del preside. E come se tutto questo non fosse già abbastanza grave, non contento, hai perfino cercato di recuperare un artefatto Oscuro in grado di possedere chi lo detiene!"

"Beh, si.. detta così sembra molto peggio di quello che è..."

Al suono di quelle parole incoscienti l'insegnante non riuscì più a trattenersi. Fece veloce il giro della scrivania avvicinandosi minacciosamente al ragazzo, e inchiodandolo alla sedia con il suo sguardo tagliente, ringhiò "Ringrazia Merlino che sono un uomo di parola. Perché posso assicurarti, che se Harry non mi avesse strappato in precedenza quella promessa, saresti sul mio ginocchio in questo preciso istante razza di sciagurato!"

"Io-io, non avrei portato nessuno di loro con me... Dovevano solo individuare il diario, l'avrei recuperato..."

"Lasciami indovinare, DA SOLO!" sibilò, sbattendo con vigore la mano sul tavolo.

"Papà..." pigolò preoccupato il Piccolo Grifondoro vedendo affiorare l'ira crescente di suo padre.

Devo calmarmi. Ho dato la mia parola... Il professore prese un profondo respiro e poi disse "C'è altro?"

"Si c'è... ma vorrei discuterne in privato"

"Cosa? Perché?" sbottò il Golden Boy indignato.

Piton valutò attentamente l'adolescente. Per Salazar, cosa ci può essere di peggio di un Basilisco o del ritorno del Signore Oscuro? Se ne ha fatto parola deve essere importante. "Molto bene... Harry aspettaci fuori"

"NO! Non è giusto! Non potete farmi questo, io-io voglio restare!"

"HARRY... fai come ti ho detto!"

"Jamie, perchè non puoi dirlo davanti a me? Non puoi farmi questo! Sai quanto odio non sapere le cose... lo detesti anche tu... lo so!" piagnucolò il moretto quasi con le lacrime agli occhi. Non è giusto! Perché mi tratti così? Io ho sempre cercato di aiutarti e tu mi mandi via...

"Mi dispiace, ma credimi quando ti dico che non vorresti sapere... non ora almeno" rispose con profonda tristezza Jamie. E' un peso troppo grande per un bambino... lo è anche per me, ma io non ho scelta, mentre tu invece...

"Vai in camera tua... Non te lo chiederò un'altra volta Harry!" pronunciò con estrema durezza il pozionista.

Dopo quell'ultimo avvertimento, Harry sapeva che non c'era modo di convincere suo padre a farlo rimanere, così lasciò la stanza in lacrime. Jamie provò un profondo dispiacere vedendo quell'espressione infelice dipinta sul volto del bimbo "Harry... "

"Gli passerà, non devi preoccuparti. Gli parlerò più tardi". Dopo aver distolto lo sguardo dalla porta si rivolse di nuovo al suo protetto "Avanti, sputa il rospo".

Merlino sto davvero per rivelargli una cosa così importante? Non l'ho detto nemmeno a Ron e Hermione. E se mi sbagliassi? E se Piton li avesse ingannati tutti come ha fatto lui? Eppure quest'uomo sembra così preoccupato... come solo un vero padre sarebbe per su figlio. Sembra sincero... No, no, l'apparenza inganna. Devo ricordarmi che anche lui è una spia e un ottimo Occlumante...

Per il Serpeverde era fin troppo chiaro il motivo del tentennamento del ragazzo. Non era certo della sua lealtà. Così si avvicinò nuovamente al suo protetto "Hai mandato via Harry perché volevi proteggerlo. Ed è esattamente per lo stesso motivo, che ora mi dirai cosa sai su quel diario. Sono consapevole che nutri dei seri dubbi su di me e sulle mie intenzioni. Non devi. Io non sono lui. Harry è mio figlio, non permetterò a nessuno di fargli del male, mai. Non lasciare dunque, che affronti le grandi insidie che lo attendono in futuro del tutto impreparato. Aiutami a tenerlo al sicuro. Dimmi quello che sai."

Jamie fissò quello sguardo intenso e magnetico, incredibilmente diverso da quello dell'altro Piton. Era quasi rassicurante. Dopo un lungo silenzio contemplativo asserì "E' un Horcroux. E... non è il solo. Ce ne sono altri cinque, ma non so che forma abbiano o dove siano nascosti. Questo è il motivo per cui devo assolutamente tornare a casa. Io devo recuperarli e distruggerli... altrimenti nessuno potrà mai sconfiggerlo".

Il pozionista rimase impietrito. Il suo volto si fece ancora più cereo del solito. La sua espressione era una maschera completamente vuota e il respiro impercettibile, quasi assente. Ma dietro quella facciata imperturbabile, un uragano di emozioni vorticava furiosamente nell'anima. Il cuore aveva perso persino qualche battito al suono di quelle parole, che a lui erano suonate come una condanna a morte. Un Horcroux. Santissimo Salazar! Ecco perché non è deceduto quella notte a Godrics Hollow... E-e non è il solo. Questo è infinitamente peggio di qualsiasi cosa avessi ipotizzato. E il ragazzo porta questo enorme fardello sulle sue spalle da solo... Perché Albus ha affidato questo arduo compito ad un ragazzino? Non ha senso... Perché l'ordine non è intervenuto? E gli Auror?  Una moltitudine di domande e di congetture annebbiava i suoi pensieri, così chiuse gli occhi un istante, cercando di imbottigliare tutte le emozioni che provava. Quando li riaprì era più calmo. Si avvicinò al Grifondoro, e mettendogli una mano sulla spalla destra, disse "Rivelandomi questa informazione probabilmente gli hai salvato la vita. Grazie".

Aveva già sentito quel tono bonario in precedenza, la notte che il pozionista lo aveva stretto a sé durante le vacanze di Natale. "IO-io... prego" sussurrò, abbassando lo sguardo per l'imbarazzo. Era abituato alla freddezza di Piton, alla sua ira, al suo sarcasmo, alle sue ingiustizie, ma non alla sua gentilezza.

Severus prese il mento di Jamie con la mano destra, e lentamente lo sollevò "Guardami... Sono certo che in passato, non hai dato il giusto valore a quello che ti ho detto, quando ci siamo conosciuti. Non te ne faccio una colpa e ne comprendo le motivazioni. Per questo ci tengo a ribadire il concetto: io so anche ascoltare. Nessuno dovrebbe accollarsi un tale peso, tanto meno un ragazzo giovane come te. Non riesco nemmeno ad immaginare quanto dev'essere schiacciante ..."

Ma prima che il mago vestito di nero riuscisse a terminare il discorso, vide gli occhi del giovane riempirsi di lacrime inespresse. Senza il minimo tentennamento gli mise un braccio intorno alle spalle, e con delicatezza lo tirò a sé.

La risposta del ragazzo dai capelli corvini fu immediata. "E'- è così difficile a volte... Io non so che fare... so che è importante, ma non so dove cercare... Ho paura di non riuscire... e allora tutti moriranno... Come Sirius, come i miei genitori... e Cedric... Io- io non voglio che tutto questo tocchi anche a Harry... perdere le persone che ami, fa male... troppo male... e quel dolore non passa mai... mai ".

Lo stregone sentì le lacrime calde e umide del Grifondoro sul suo petto. "Shhh, va tutto bene. Non sei da solo, non qui. Ti aiuteremo tutti: Io, il preside, la tua Capocasa. Fidati di noi... fidati di me".

I due maghi rimasero immobili e in silenzio a lungo. E per la prima volta, da quando era piombato in questa realtà, Jamie capì perché il piccolo Harry amava tanto suo padre.
Severus Piton era una uomo che aveva innalzato intorno a sé della barriere quasi invalicabili, ma, se avevi l'opportunità di poter sbirciare oltre quel muro anche solo per un istante, avresti scoperto che era un uomo profondamente diverso. Ora finalmente gli era chiaro.


Angolino dello scribacchino:

Maghi e streghe benvenuti o bentornati, ecco finalmente il nuovo capitolo. Vorrei ringraziare nuovamente tutte e persone, che stanno seguendo con passione la mia storia. Un pensiero speciale va a Linda e a Maty... che con i loro commenti mi fanno divertire un sacco... Ma ringrazio anche tutte le persone che stellinano e che aggiunto la storia ai propri elenchi. Grazie di cuore.

A prestissimo la vostra Lady

Point of View- La testa di Leone- SEVERITUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora