Capitolo 4 Chiedi e ti sarà dato

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Il pranzo del giorno seguente era stata una faccenda tranquilla, consumato negli alloggi di Piton "in famiglia". Che espressione strana per lui, non ne aveva mai avuta una e ora faceva parte di quella più improbabile che ci fosse al mondo, beh a parte questo. Una volta terminato il pasto, mentre appoggiava il tovagliolo sul tavolo sentì Piton dire "Bene ora che abbiamo finito... credo sarà necessario andare a fare una passeggiata".

Jamie guardò l'uomo stralunato. Non vorrà mica dire che dobbiamo passeggiare con lui... per il castello?

"Siiiii! Dove andiamo papà?" gridò eccitato Harry.

"A Diagon Alley. Credo che qualcuno qui, abbia bisogno di alcune cose di prima necessità e dei suoi libri del secondo anno".

Il ragazzo dai capelli corvini chinò la testa in segno di vergogna, non aveva nulla delle cose che gli erano appartenute fatta eccezione per quelle che aveva in dosso. Nei quattro giorni precedenti aveva trasfigurato i suoi abiti, ma doveva ammettere che aveva un estremo bisogno di fare degli acquisti. C'era solo un problema il caveau della Gringott come tutto il resto appartenevano al piccolo Harry e non a lui "Io... non so come acquistarli Signore" bisbigliò Jamie imbarazzato, avrebbe preferito sprofondare nelle viscere del lago nero piuttosto che ammettere una cosa simile davanti a Piton.

Severus alzò un sopracciglio, aveva intuito il motivo del forte disagio del ragazzo, ovviamente la sua idiota famiglia babbana gli aveva negato tutto, proprio come avevano fatto con suo figlio "Non devi preoccuparti di questo"

"Ma.."

"Forza muoviamoci, andremo via camino" disse ignorando il rossore sulle guance del suo nuovo protetto.

In pochi minuti si ritrovarono a Diagon Alley: era molto meno caotica del solito dato che non c'erano orde di studenti scalmanati per le strade. Questo grazie al fatto che la scuola era iniziata da circa un mese e mezzo. Il giro di shopping fu abbastanza noioso; la prima tappa fu l'emporio di Madama Malkin, poi il farmacista e infine la libreria, fecero anche un rapido passaggio davanti al negozio di Quidditch per osservare le vetrine ma senza entrare. Finiti tutti gli acquisti rientrarono al castello, Jamie era a dir poco sconvolto, Piton aveva comprato per lui montagne di cose non sapendo di preciso quanto sarebbe rimasto nella loro realtà.

Non appena messo piede nei loro alloggi l'uomo chiamò il suo elfo di fiducia "Nelly, metti tutti gli acquisti nella camera di Jamie". Vedendo il moro con un'espressione incuriosita e nuovamente imbarazzata aggiunse "Mentre eravamo fuori, il preside ha provveduto ad aggiungere una stanza tutta per te, è proprio accanto a quella di Harry" poi gli fece cenno di seguirlo e una volta arrivati davanti alla porta l'aprì. Era una stanza speculare a quella del piccolo Harry, in tutto e per tutto. "Non sei stato ancora smistato ufficialmente ma visti i precedenti, ipotizziamo che sarai nuovamente ... in Grifondoro" e mentre sibilava l'ultima parola sospirò disgustato. Purtroppo certe cose con cambiano mai.

"Papà! Grifondoro non è così male!" urlò imbronciato il figlio.

"Se lo dici tu... Io rimango convinto del contrario".

Mentre sbuffava per il commento offensivo nei confronti della sua casa, il ragazzino si fece largo tra i due e una volta entrato urlò "Ohhh è uguale alla mia! Ma perché Jamie non è rimasto con me? C'era spazio per tutti e due e poi... mi piaceva stare con lui" disse un po' sconsolato.

Severus allora mise una mano sulla spalla del figlio e poi guardandolo dritto in quegli occhi smeraldini rispose "Perché se Jamie ti assomiglia anche caratterialmente a volte avrà la necessità di avere un po' di privacy, Harry. Ricordi quando sei arrivato e ti nascondevi un po' ovunque? Quando ti ho chiesto il perché, hai risposto che ti sentivi confuso e che avevi bisogno di stare un po' per conto tuo, lo stesso vale anche per Jamie. Ad ogni modo, credo che Albus abbia messo una porta che renderà le vostre stanze comunicanti" poi si guardò intorno e vide il ritratto di un enorme leone ai piedi di un albero, nel bel mezzo di una magnifica savana, Severus alzò gli occhi al cielo, Merlino quanto è prevedibile a volte Albus! Non poteva mettere qualcosa di meno... eclatante. E poi spiegò ai due ragazzi come utilizzare l'incanto per aprire il passaggio.

"Grazie signore ... ma non era necessaria una stanza per me, una volta smistato starò nel mio dormitorio come ho sempre fatto".

"Sciocchezze. Come ti ho già detto avrai le stesse regole e lo stesso trattamento i Harry. Entrambi dormirete nei vostri rispettivi dormitori, le stanze sono principalmente per le vacanze o in casi del tutto eccezionali... ma ne parleremo domani".

Jamie annuì, questa versione di Severus lo spiazzava: il suo viso era severo, il suo tono di voce profondo, a volte duro ma sempre privo di quel fare sprezzante, sembrava quasi... umano.

"Io vado nel mio laboratorio, ho delle pozioni per l'infermeria da preparare. Vi aspetto alle 19 per cena."

I due ragazzi annuirono e poi si diressero entrambi nella camera del presunto neo Grifondoro, la sua camera quelle parole avevano un suono così strano. Rimasero seduti sul letto a chiacchierare tranquillamente fino all'ora di cena. Jamie si rese conto dai racconti del bambino che la sua esperienza dagli zii era stata davvero brutta come la sua, almeno fino a che Piton non lo aveva portato via con se, prendendolo inizialmente come suo protetto e poi adottandolo legalmente solo pochi mesi dopo. Harry dunque aveva iniziato il suo primo anno più che preparato in quanto sapeva perfettamente di essere un mago e sapeva che questo era un dono e non una condanna. Il pozionista quindi aveva preso un bambino impaurito e insicuro, ma con la pazienza e l'affetto nel tempo aveva completamente risanato le sue ferite fisiche, emotive e psicologiche, e infine lo aveva istruito sugli usi e costumi del mondo magico in cui era cresciuto con ben tre anni di vantaggio rispetto a lui. Il risultato di tutto questo era stato: un primo anno totalmente diverso, molto meno movimentato del suo. Harry si fidava ciecamente di Piton e sotto la sua attenta e costante supervisione infatti non aveva affrontato né il Troll, né Voldemort, non aveva rischiato di morire durante la sua una prima partita di Quidditch dato che non era in squadra... Però si era comunque imbattuto nel cane a tre teste, mentre seguiva di nascosto suo padre per scoprire cosa gli stava nascondendo, con al seguito ovviamente agli altri due terzi del trio d'oro "... quello si lo abbiamo fatto anche noi... quando papà ci ha trovato al terzo piano, beh ecco lui non era molto contento... Sai Fuffy non è così terribile come sembra, è solo un cucciolone, papà è molto peggio quando si arrabbia. Abbiamo ricevuto un mese intero di detenzione... e ... io... beh immagino che lo sai... Lui ti ha detto cosa succede se facciamo cose pericolose? Anche a Ron non è andata meglio, quando papà ha chiamato la Sig.ra Weasley era molto arrabbiata e aveva il cucchiaio di legno in mano..." disse imbarazzato il bambino ripensando all'episodio.

Jamie sorrise in un primo momento, aveva capito cosa intendeva il piccolo Harry, e gli aveva creduto senza esitazione quando aveva detto che Piton infuriato era più terrificante di Fuffy. Ma poi di colpo fece una smorfia, ricordando l'espressione dipinta sul volto dell'uomo la notte in cui aveva ucciso Silente. Lui lo aveva rincorso fino alla capanna di Hagrid cercando di fermarlo, ma era stato inutile, ogni maledizione che gli aveva lanciato addosso si era rivelata inefficace e alla fine Piton con tutto l'odio di cui era capace, lo aveva colpito in faccia con quell'incantesimo che simulava una frusta incandescente. Rabbrividì violentemente al pensiero di quel particolare ricordo, una cosa che difficilmente avrebbe mai dimenticato. No... non sono la stessa persona... Guarda quello che ha fatto per il piccolo Harry... Lui ha tutto quello che hai sempre voluto e sembra così felice, e poi ha fatto molto anche per me... oggi. Eppure vicino a lui non mi sento a mio agio, è come se ci fosse qualcosa di profondamente ... sbagliato.

Dopo cena tutti e tre rimasero accanto al fuoco: Jamie ed Harry giocarono a scacchi mentre bevevano una gustosa cioccolata calda, il pozionista invece leggeva un enorme tomo di pozioni su una confortante poltrona proprio accanto al camino, mentre sorseggiava il suo te nero.

"Bene sono le nove, andate a preparatevi per andare a letto" ordinò il pozionista. Ahh spero che Harry non faccia le solite storie, la domenica è sempre una lotta.

"Ma papà non abbiamo finito, ancora un altro po'!" piagnucolò Harry con gli occhi da cucciolo che avrebbero conquistato chiunque... a parte suo padre.

Senza alzare nemmeno la testa Severus rispose "Harry domani avete lezione alla prima ora, conosci le regole... andate."

"Ma io non ho sonno!" rispose petulante il moretto, incrociando le braccia al petto in una perfetta imitazione di suo padre.

L'uomo allora chiuse il libro con forza, facendo sussultare i due ragazzini, poi lanciò un occhiata severa e sibilò "Se devo ripetertelo ancora, sarai un ragazzino molto dispiaciuto"

Il bambino allora vedendo che suo padre non stava scherzando affatto, si alzò e corse verso il bagno per prepararsi mentre urlava "Sto andando ... sto andando... UFFA!". Jamie ridacchiò, vedere se stesso mentre cercava di raggirare Piton con gli occhi da cucciolo, per poi filarsela in bagno dopo averlo sfidato, era a dir poco esilarante. Se ci fossero stati Ron e Mione... no non ci avrebbero mai creduto, anzi se non lo avessi visto con i miei occhi, non ci avrei creduto nemmeno io, e sorrise.

"Vale anche per te Jamie... domani sarà una giornata molto impegnativa."

"E' presto... io ho dicias..."

"Mi sembra che abbiamo già affrontato questo argomento in precedenza..." poi gli lanciò uno sguardo truce e sibilò "Ti consiglio di andare adesso... non è piacevole dormire con un didietro dolorante".

Jamie si alzò e con una certa rapidità e si eclissò nella sua stanza, di certo il pozionista non stava scherzando e non era il tipo fare minacce a vuoto. Solo pochi minuti dopo l'uomo entrò in ognuna delle stanze per dare la buona notte.

Dopo aver visto una delle cose più assurde almeno fino a quel giorno, cioè Severus Piton che gli augurava la buona notte dalla soglia della porta della sua nuova stanza Grifondoro, rimase a fissare il soffitto pensando a tutto quello che era successo da quando era arrivato in questa realtà. Sono così confuso... vorrei che Hermione fosse qui, lei è molto più brava di me a capire certe cose. E' tutto così strano, i fatti sono in parte uguali e in parte molto diversi, mi chiedo cosa succederà domani? Sarà strano vedere Ron e Hermione e tutti i miei amici Grifondoro, spero di riuscire a fingere di non conoscerli... e se loro fossero diversi? E se non gli piacessi perché sono... Merlino il nipote di Piton! Silente però sembra uguale... anche Harry mi assomiglia in gran parte. Se il preside ha ragione e l'unico modo per andarmene è comportarmi come Harry con Piton... allora sono condannato, non ci riuscirò mai, anche se qui sembra un po' meglio è comunque un despota! Come ha potuto minacciarmi di... per farmi andare a dormire alle nove... No dico alle nove, come un bambino!... Beh, per ora non posso fare altro che aspettare e vedere come vanno le cose... e infine perso nelle sue riflessioni si addormentò.

La mattina successiva a colazione fu presentato a tutti come il nipote di Severus Piton. Questo sarebbe già stato un motivo abbastanza scioccante agli occhi dell'intero corpo studentesco, almeno fino a quando non fu smistato ufficialmente in Grifondoro. A quel punto chiunque nella sala grande lo fissava con insistenza; alcuni con interesse, altri con sospetto, ma la maggioranza con disgusto. Dopo essere stato assegnato ai Grifoni, si diresse un po' esitante verso il loro tavolo chiedendosi cosa avrebbero pensato di lui. Man mano che si avvicinava tutti i suoi dubbi svanirono, lasciando il posto ad una triste verità; i loro sguardi trasudavano puro e viscerale disgusto. L'unico felice sembrava il piccolo Harry che però su ordine di Piton doveva fingere di non conoscerlo, almeno per quella mattina. Non capisco perché dobbiamo fare questa sceneggiata...

Evviva Jamie è con noi! Lo sapevo! Lo sapevooo! Peccato lo avrei abbracciato se avessi potuto... Gli altri Grifondoro non sembrano molto entusiasti, proprio come aveva detto papà, pensò il ragazzo sopravvissuto mentre lanciava delle occhiate fugaci al ragazzo dai capelli corvini.

"Ehm hei amico, tu sei proprio sicuro che sia una cosa... buona? Ecco si insomma... pensi che ci si può fidare di lui?" sussurrò sospettoso Ron.

Il moretto strinse gli occhi "Che vuoi dire Ron? Certo, lui è mio cugino!"

"Scusa è solo che... non ci hai mai detto che avevi altri cugini a parte il babbano ciccione. E poi se lui è un ... un Piton, non è veramente tuo cugino. Per quanto ne sai, potrebbe stare dalla parte di tu-sai-chi."

"Anche mio padre è un Piton, e se te lo fossi dimenticato, lo sono anche io! Te lo ricordi vero? " sibilò Harry bisbigliando a bassa voce in modo che nessuno oltre al trio potesse ascoltare le sue parole.

"Ronald Weasley! A volte sei un vero testone!" urlò la riccia mentre il rosso distoglieva lo sguardo imbarazzato.

Nel frattempo il nuovo arrivato aveva raggiunto il tavolo dei Grifoni, ma nessuno gli fece posto. Dovevo aspettarmelo... a quanto pare Piton non è molto popolare tra i Grifondoro nemmeno qui... Poi vide il piccolo Harry battere una mano sulla panca di nascosto, per farlo accomodare tra lui e Seamus mentre gli dava ancora le spalle.

"Posso sedermi qui?"

"Se proprio devi" bofonchiò Finnegan alquanto seccato.

"Piacere di conoscervi, io sono Jamie, Jamie Piton."

Harry allora si voltò nella sua direzione "Non è un cognome molto apprezzato da queste parti. Comunque io sono Harry, Harry Potter."

Tutti i Grifoni gli stavano lanciando occhiate sospettose e incuriosite. Per Godric mi sembra di essere tornato a quando tutti pensavano che ero un bugiardo, al mio quinto anno... Ahhh ma perché anche se sembro qualcun altro le cose devono essere sempre così orribili!

Poi vide la mano della piccola Hermione "Piacere di conoscerti, io sono Hermione Granger" poi abbassando il tono della voce aggiunse "Una cara amica di tuo cugino, se hai bisogno di qualunque cosa non farti problemi" e gli sorrise.

Jamie osservò quella che nel suo mondo era la sua migliore amica. Sembrava esattamente come la sua Mione: gentile, con quel sorriso simpatico e la stessa perspicacia. Ron invece lo fissava con uno sguardo diffidente, ma non c'era da stupirsi secondo i canoni del rosso, essere il nipote dell'unto bastardo era praticamente come essere imparentato con Voldemort, sospirò, sarebbe stata dura farsi accettare da lui.

Il resto della giornata fu abbastanza tranquillo: aveva avuto di trasfigurazione e storia della magia la mattina e il pomeriggio Incantesimi e difesa contro le arti oscure. Godric santissimo! Visto dall'esterno Allock è ancora più cretino di quanto ricordassi pensò mentre camminava due passi davanti ad Harry, che sembrava a dir poco infuriato dopo aver ascoltato per quasi tutta la lezione le idiozie che Allock aveva sparato sul suo conto. Dunque anche in questo anno le cose sembravano simili. Mi chiedo allora... Merlino santissimo! Come ho fatto a non pensarci prima... il Basilisco! ... e-e Ginny e... la camera! Devo parlare subito con Silente! Jamie dunque si bloccò all'improvviso ed il ragazzino più piccolo gli finì contro "Harry vai da solo giù nei sotterranei, io devo parlare subito con Silente!"

Il moretto dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno nei paraggi rispose "Ma papà ci ha detto di andare subito da lui al termine delle lezioni"

"Lo so ma ho da fare, è importante"

"Allora vengo con te!" sentenziò risoluto il ragazzino.

"No non puoi, ricordi? Devi fingere di non conoscermi. Ci metterò pochissimo vedrai"

"Va bene, però dopo andiamo al campo di Quidditch con Ron! Domani ci saranno le selezioni, voglio entrare in squadra quest'anno!"

"D'accordo aspettatemi nella sala comune, poi vediamo come possiamo fare. Ci vediamo lì a dopo." e senza voltarsi indietro iniziò a correre verso l'ufficio del preside. Una volta arrivato al Gargoyle di pietra si rese conto che non conosceva la parola d'ordine, ne provò un paio di quelle che ricordava finchè non trovò quella giusta "Api Frizzole". Corse su per le scale e quando raggiunse la porta dell'ufficio sentì la voce di Silente che lo invitava ad entrare.

"Buon giorno preside" disse ansimando il Grifondoro.

"Jamie ragazzo mio, vieni accomodati. Una goccia al limone?"

Jamie lo guardò con affetto, poter rivedere il vecchio mago in perfetta salute era una cosa che lo rendeva estremamente felice. "No grazie Signore"

Il preside lo osservò intensamente e poi disse "Come mai tanta fretta? Va tutto bene? E' successo qualcosa?"

"No o meglio non ancora... ma succederà. Vede nel mio secondo anno... Ginny..."

"Aspetta ragazzo mio, fermati per favore e non aggiungere altro. Non ho idea di quale informazioni hai sui viaggi nel tempo o inter dimensionali, ma cose terribili succedono ai maghi che si intromettono nel tempo. La tua sola presenza qui o i pochi ma significativi eventi che ci hai già rivelato potrebbero aver cambiato e compromesso il nostro futuro e anche il tuo. Per quanto trovi altamente allettante l'idea di conoscere i fatti in anticipo, temo di doverti chiedere di tacere per il tuo bene e per quello di tutti noi."

"Ma Signore lei non capisce... Potremmo evitare che Voldemort..."

Il vecchio mago allora si alzò dalla sua sedia e si portò davanti al ragazzo "Harry tu non sei qui per cambiare il nostro futuro, ma bensì per aver espresso un desiderio specifico a quella piccola testa di leone" disse mentre indicava il piccolo ciondolo scintillante appoggiato sulla sua scrivania "Pertanto ti suggerisco di concentrarti solo su questo aspetto. Qualunque cosa succeda: io, Severus e tutti gli altri insegnanti, la affronteremo come abbiamo sempre fatto fino ad oggi".

"Io non capisco, è assurdo!" urlò alzandosi in piedi.

"Lo so ragazzo mio, ma credimi è meglio così. Quindi ti prego di non raccontare a nessuno nulla sulle tue avventure, a partire da quello che è successo dal tuo secondo anno in poi che equivale al nostro futuro, nemmeno se fossimo noi a chiedertelo in seguito"

"Va bene... ci proverò" rispose sconsolato il moro. Non posso crederci... io so quello che sta per succedere e lui... potrei evitare moltissime cose orribili... compresa la sua morte.

"Piuttosto dimmi come sta andando con Severus?" disse il vecchio mago mentre accompagnava Jamie verso l'uscita.

"Uhmm bene... credo" rispose il ragazzo mentre continuava a pensare a quante cose poteva cambiare in questa realtà.

"Splendido! Ora perdonami ma ho delle cose urgenti da sbrigare". Il Grifondoro annuì e dopo aver salutato educatamente uscì dall'ufficio del preside. Dopo quell'incontro Jamie era profondamente scosso. Non si era minimamente aspettato un comportamento simile dal suo mentore, così iniziò a camminare per il castello senza una meta mentre rifletteva sull'accaduto e sulle ripercussioni di quella scelta, era talmente immerso nei suoi pensieri da non rendersi nemmeno conto che era uscito dall'edificio, per ritrovarsi infine vicino alla capanna di Hagrid. Appena il ragazzo vide il fumo uscire dalla piccola costruzione corse alla porta e bussò con foga. Quando il mezzo gigante andò ad aprire rimase sbigottito nel vedere un ragazzino sconosciuto dai capelli corvini che gli si fiondava addosso.

"Ehmm ecco io veramente... non credo che ci conosciamo o sbaglio?" borbottò l'omone barbuto mentre Jamie lo stringeva come un orsacchiotto gigante.

Oh cavolo! OH CAVOLO! E ora che faccio? Mi ero dimenticato che ora assomiglio ad un Piton in miniatura... "Mi - mi dispiace... è solo che io..." Che gli dico adesso? Ciao Hagrid sono un Harry di un'altra dimensione. Sai noi siamo grandi amici, nel posto dalla quale provengo. Ah sembra assurdo perfino a me.

Per fortuna, se tale si poteva definire, sentì un urlo inferocito provenire dalle sue spalle "JAMIE PITON!"

Il ragazzo si voltò e vide un Severus Piton che sembrava alquanto incavolato. O Santo Merlino! "Si ... Signore".

"Ah Professor Piton... conosce questo ragazzo?" chiese Hagrid incuriosito.

"Certo che lo conosco, è mio nipote Jamie" ringhiò l'uomo, mentre lanciava occhiate truci al ragazzino.

"Non sapevo che avesse un nipote qui a scuola! Beh ora che me lo ha detto, è vero, ma guarda quanto vi assomigliate" sorrise bonariamente il guardiacaccia.

Piton alzò gli occhi al cielo sbuffando "E' arrivato solo ieri. Ora se vuoi scusarci Hagrid abbiamo alcune cose urgenti di cui discutere, vero Jamie?"

"Si Signore". Oh dai seriamente... non posso avere paura di lui... Se non mi ha ucciso nel mio mondo, non lo farà di certo in questo, giusto?

A quel punto Piton lo afferrò per il braccio e iniziò a trascinarlo via, mentre il mezzo gigante li salutava allegramente. Severus allora si avvicinò all'orecchio del Grifondoro "Che diavolo pensavi di fare? Non ti avevo detto di venire da me subito dopo le lezioni?".

"Si è solo che, sono andato da Silente, e poi..."

"So già tutto, vengo dall'ufficio del preside. Quando non ti ho visto arrivare, ho dovuto accantonare tutto quello che stavo facendo per venirti a cercare. Se ti dico di fare una cosa pretendo obbedienza! Mi hai capito Jamie!" sibilò l'uomo.

"Non ho fatto nulla di male! Lasciami andare" urlò il Grifondoro cercando di liberarsi dalla presa del pozionista.

"Smettila e muoviti!" ringhiò l'uomo mentre lo strattonava con decisione.

Una volta entrati nel castello, qualsiasi studente che ebbe la sfortuna di incrociarli era stato sgridato per motivi del tutto futili. Dopo aver percorso solo due corridoi si era verificato un fuggi-fuggi generale. Merlino, questo Piton è un bastardo esattamente quanto quello che conosco io!

Una volta raggiunte le segrete entrarono senza ulteriori indugi negli alloggi privati del pozionista.

"Siediti" sibilò l'uomo mentre si strofinava le tempie con vigore.

Jamie fece come gli era stato ordinato, in quello si sentì un trambusto provenire dalla stanza a fianco.

"Ah eccoti! Avevi detto che tornavi subito! Ma dove sei stato? Io e Ron ti abbiamo aspettato per più di un'ora! Merlino potevi dirlo se non sapevi dove era il campo, non ci si comporta così!" sbottò il bambino con le braccia incrociate "Ron mi ha fatto una testa come una pluffa, facendo ipotesi assurde del tipo che stavi cercando di rapirmi o che mi avresti consegnato ai seguaci di tu-sai-chi o altre cavolate simili"

"Mi dispiace Harry, avevo delle cose da fare" rispose il ragazzo dai capelli corvini.

"Però..."

"Harry vai in camera tua o alla torre."

"Ma papà..."

"Harry..." il bambino riconobbe immediatamente il tono pericoloso del padre, quello era l'ultimo avvertimento, così sospirò "Va bene, vado" poi aprì la porta e mentre stava uscendo guardò entrambi e disse "Ci vediamo dopo alla torre Jamie?"

"Si" rispose il Grifondoro.

"Dopo cena" rispose severamente suo padre.

Harry annuì e poi sparì oltre la soglia degli appartamenti del padre, ringraziando tutti i fondatori di non aver seguito Jamie, che a breve si sarebbe beccato una mega lavata di testa.
Una volta rimasti soli Piton prese posto di fronte al suo disubbidiente protetto. "Perché pensi che ti abbia detto di venire nei miei alloggi subito dopo le lezioni?"

"E come faccio a saperlo, non sono ancora un indovino" rispose con sarcasmo Jamie.

Severus socchiuse gli occhi "Non essere insolente, non andrà di certo a tuo vantaggio"

"Non ho fatto nulla! Hai detto che sapevi perché sono andato dal preside, allora perché ti stai comportando come..." ma non finì la frase ad alta voce Il bastardo che sei sempre stato.

"Perchè dovevo dirti delle cose di fondamentale importanza: per mantenere la tua copertura, la mia e quella di Harry. Certo che non ci hai messo poi molto a dimostrare la tua idiozia Grifondoro, dovevo aspettarmelo buon sangue non mente".

Jamie strinse i pugni. Lo sapevo, non poteva essere diverso. Sta solo fingendo, proprio come nel mio mondo... Ucciderà Silente e consegnerà Harry a Voldemort quando sarà il momento.

Severus capì immediatamente il ragionamento del ragazzo e sospirò. Dannazione! Perché devo sempre avere a che fare con degli idioti Grifondoro... Per Salazar è una maledizione! "Ascoltami, sono in pochi a sapere che ho adottato Harry e questa informazione non deve assolutamente trapelare, per nessun motivo..."

"Così quando arriverà il momento, lo consegnerai a Voldemort avvolto in un fiocco verde e argento?" ringhiò sprezzante.

"Usi mai quella testa di legno che ti ritrovi ragazzo?" lo sbeffeggiò il pozionista "Evidentemente no. Allora lascia che ti illumini. Immagino che sei a conoscenza di cosa c'è sul mio braccio sinistro?" sibilò con estrema durezza. Poi attese una conferma da Jamie, che annuì senza emettere alcun suono mentre fissava l'arto maledetto. "Se il Signore Oscuro dovesse tornare, potrebbe costringermi a fare del male ad Harry contro la mia volontà attraverso il marchio quindi..."

"Davvero una bella scusa Piton. Quando sarà il momento sono sicuro che saprai recitare alla perfezione la parte del padre disperato. Ma io so chi sei e non ti permetterò di..."

"Adesso basta!" urlò Severus fuori di se, mentre sbatteva la mano sulla scrivania facendo trasalire il Grifondoro, poi si alzò e con uno scatto fulminio lo afferrò per il colletto. Il suo sguardo sembrava ardere dalla furia "Harry è mio figlio... e io non permetterò a nessuno di fargli del male. Tantomeno se fosse solo la conseguenza di uno stupido errore commesso da un marmocchio senza cervello... Quindi ora tieni la bocca sigillata e ascoltami bene, nessuno sa di noi fatta eccezione: per Silente, gli Weasley al completo, Lupin, la Mc Grannitt e la Granger. Se sento una sola parola o un sussurro in merito, che Merlino ti salvi Jamie! Davanti agi altri sono obbligato a trattarlo come un qualsiasi Grifondoro, ma Harry sa che questa sceneggiata è necessaria se vuole restare con me. Se così non fosse, sarei costretto ad obliviarlo e rimandarlo da... da quegli orrendi babbani" ringhiò talmente tanto che Jamie sentì i denti del pozionista stridere.

Il Grifondoro era sconvolto, Piton era così vicino a lui che i loro nasi quasi si toccarono. Il tono di voce dell'uomo era basso e pericoloso, sembrava un serpente pronto a colpire la sua preda. Ebbe paura, come la notte in cui era arrivato a causa alla testa di leone e come quella in cui lo aveva visto uccidere Silente. Chiuse gli occhi per un secondo mentre cercava di ritrovare la calma e scacciare per l'ennesima volta quelle immagini dolorose: la capanna di Hagrid in fiamme, l'urlo di Thor e lui inerme ai piedi del pozionista che ora era a pochi centimetri da lui.

"Allora mi hai sentito?" urlò Piton mentre scuoteva il Grifondoro. Quando il ragazzo riaprì gli occhi aveva un'espressione profondamente triste, come se anni di orrore e dolore si fossero riversati nella sua anima tutti nello stesso istante. Ma che sto facendo? Ho esagerato, non dovevo trattarlo così... Se ci fosse stato Harry al suo posto... Ma è così complicato con lui... Così lentamente lo fasciò andare "Non avrei dovuto essere così brusco, ma quando si tratta di Harry faccio fatica a controllarmi. Non era mia intenzione spaventarti."

Il Golden boy lo fissò sgomento. No... non sta fingendo: le parole che ha detto, la loro intensità... Non erano una farsa... Santissimo Godric sono sicuro che mi avrebbe ucciso seduta stante, se avessi messo Harry in pericolo ... Allora ci tiene davvero a lui. "Io non sapevo tutte queste cose, ma potete stare tranquilli non dirò nulla. Avrei dovuto venire subito qui dopo le lezioni" rispose il moro seriamente.

"So il motivo per cui sei andato da Silente, sappi che comprendo perfettamente la tua frustrazione e la tua irritazione per la risposta che hai ricevuto, tuttavia sono convinto che il preside abbia ragione. Giocare con il tempo e lo spazio è troppo pericoloso." Dopo aver osservato il suo presunto nipote aggiunse "Perché dopo essere uscito dal suo ufficio non sei venuto qui?" Chiese il pozionista immaginando la motivazione che aveva spinto il ragazzo ad allontanarsi dal castello. Non si fida... ma ci sarà pur qualcuno su cui faccia affidamento nel suo mondo...

"Io... non lo so" ma era una menzogna, la risposta era perché non aveva nessuno con cui parlare. Severus ignorò il fatto che il Grifondoro gli avesse mentito, quello che voleva sapere era più importante così lo incalzò "Nella tua realtà a chi ti rivolgi in casi come questi?"

"A nessuno. A volte condivido alcune cose con i miei amici Ron ed Hermione, ma non sempre mi è possibile e poi finchè c'era Silente ... ecco lui sapeva sempre quando avevo bisogno... " sussurrò il ragazzo, mentre la frase gli moriva tra le labbra.

"Capisco" Deve essere stata davvero dura per lui... e il mio altro se gli ha portato via anche il suo unico sostegno... "Vieni prendiamo posto sul divano. Ci sono altre cose di cui dobbiamo parlare prima che arrivi l'ora di cena".

Jamie e Piton rimasero seduti sul divano di pelle nera per più di un'ora a fare delle ipotesi su quello che sarebbe successo nei giorni successivi e quale linea di comportamento avrebbero adottato. "Nei prossimi giorni tutti osserveranno il tuo comportamento. Vedendoti andare in giro con Harry, l'intero corpo studentesco presumerà che stai cercando di fare amicizia con lui, per poi tradirlo per consegnarla me. Dato che sei mio nipote, il nipote di un Mangiamorte... sarebbe la cosa più logica. Sta a te decidere che atteggiamento preferisci adottare in pubblico con Harry."

"Io non voglio fingere di odiare Harry, preferisco che pensino che voglio consegnarlo a te"

"Non sarà facile, avrai gli sguardi di tutti puntati addosso continuamente, ne sei consapevole?"

"Ci sono abituato, non è una novità per me. Per un motivo o per l'atro è sempre finita così ogni anno che ho frequentato Hogwarts"

"Allora è deciso. Sarò costretto a comportarmi di conseguenza, dato che hai scelto di impersonare il nipote ribelle, capirai che non potrò essere molto gentile neanche con te, quando siamo in pubblico"

"Non è un problema Signore... sono abituato anche a quello".

Severus si toccò la punta del naso pensando a come sarebbe riuscito a costruire un legame con un ragazzo così complicato e in circostanze simili. "Bene ora è meglio che andiamo o faremo tardi per la cena, Harry sarà preoccupato per te. Anzi a proposito di questo... domani servirai detenzione con me alle 20."
Jamie lo fissò perplesso "Ma... ma perché?"

"Perché? Perché mi hai disobbedito e mentito. Ora andiamo!"

Dopo essere stato snobbato a cena dai suoi compagni di casa, Jamie tornò da solo alla torre e mentre entrava sentì un pezzo di una conversazione molto animata.
"Non posso crederci! Solo perché è suo nipote, non vuol dire che sia per forza come lui!" urlò Hermione scandalizzata.

"Senti è un Piton, questo è più che sufficiente per me" sentenziò Dean Thomas.

"Siete proprio ottusi a volte!" aggiunse la riccia.

"Io la penso come Dean e non sono il solo Hermione, anzi a dirla tutta tu sei l'unica che la pensa diversamente" la rimbeccò Seamus.

"A me non sembra poi così male, da quel poco che ho visto" si intromise Harry buttando la frase come se non fosse del tutto interessato all'argomento.

"Non riesco a credere che proprio tu, dici una cosa simile Harry visto come ti tratta Piton" bofonchiò Neville con gli occhi sbarrati dal terrore.

A quel punto Jamie tossicchiò per farsi notare, immediatamente tutti gli sguardi gli si incollarono a addosso. In breve la sala comune si svuotò, almeno in apparenza, molti bisbigliavano malignità sottovoce sul suo conto, cercando di restare comunque a portata d'orecchio.

Jamie sospirò. E ci risiamo... finirà mai? Quante volte deve ancora accadere? Poi si avvicinò al tavolo dove era seduto il trio d'oro e ad alta voce disse "Posso sedermi o avete paura di essere rapiti e poi venduti a mio zio come ingredienti per pozioni?"

Hermione ed Harry sorrisero mentre Ron lo guardò con diffidenza.

"Accomodati, noi stiamo finendo il saggio di pozioni magari puoi darci una mano" disse la riccia accennando un sorriso.

"Veramente non credo sia il caso"

E dalla cima delle scale si sentirono commenti del tipo... "visto è come l'unto bastardo" oppure "Vedrai che riferirà al pipistrello ogni cosa che diciamo sul suo conto e così ci farà perdere un sacco di punti".

Jamie guardò l'espressione di Harry, si era un po' rabbuiato a sentire gli altri ragazzi che parlavano così di suo padre. In quel preciso istante comprese quanto Harry tenesse all'uomo, inoltre sapeva perfettamente quanto era difficile dover mantenere tutti quei segreti, e in particolar modo ai propri amici. Così prese una rapida decisione, doveva assicurarsi l'amicizia del trio il più in fretta possibile. Non so perché mi sento così protettivo nei confronti del piccolo Harry... ma so che non voglio che nessuno lo faccia soffrire, non voglio che si senta come me...

A quel punto rispose ad alta voce in modo che fosse udibile a tutti "Ti chiami Granger giusto? Come stavo dicendo non posso aiutarti, perchè sono una vera schiappa in pozioni. Inoltre io e mio zio ci detestiamo a vicenda. Dunque capirai che non è una buona idea farsi vedere in giro con me agli occhi del mio ... caro zietto" disse sogghignando Jamie. Ormai è fatta non si torna indietro.

"Perfetto! Allora questo fa di te un vero e proprio Grifondoro! Essere odiato da Piton è il requisito fondamentale per essere smistato nella nostra casa." Il trio e Jamie si voltarono e videro Fred e George Weasley che ghignavano divertiti.

"A, te lo dicevo io che sembrava uno in gamba Georgie. Anche se... con quella faccia, ci siamo dovuti sforzare parecchio, per andare oltre il gene del pipistrello. Ma ora parliamo di affari mio caro..." ridacchiò Fred con la faccia da furbetto mentre si avvicinava a Jamie "Prima di tutto dicci, la sai fare anche tu quella cosa con il mantello? Perché se la risposta è si... vedi assolutamente svelarci il segreto" ghignò il rosso divertito.

"Incredibile il nipote della più viscida serpe che si sia mai vista è finito tra i Grifoni... Questo deve averlo fatto uscire di testa... il che ti rende il nostro eroe! Benvenuto nella tana dei leoni Jamie Piton." sentenziò George mentre faceva l'occhiolino ad Harry.

Jamie osservò i due ragazzi, Fred e George in apparenza sembravano solo due burloni buoni a nulla, invece erano molto intelligenti e perspicaci. E per fortuna quando eri in qualsiasi pasticcio, potevi contare sempre su di loro per uscirne in un modo del tutto inconsueto.


Angolino dello scribacchino:

Giorno a tutti! Eccoil nuovo capitolo... grazie per i commenti e le stelline, vedo che la storia sta piacendo, mi fa piacere.

A presto

Lady

Point of View- La testa di Leone- SEVERITUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora