La notte stessa mi svegliai nel panico dopo aver fatto lo stesso sogno di sempre. Non ne capivo il motivo. Soprattutto perché stavolta non salii su un cavallo qualsiasi, ma su un purosangue inglese da corsa.
"È solo un sogno" pensai afflitta e mi addormentati di nuovo.Passai gli ultimi giorni d'estate al maneggio tra un allenamento e l'altro. Non amavo far gare, preferivo migliorare me stessa e il lavoro con i cavalli.
Montai per lo più Libano e suo fratello Nibbaru. Quei due erano gli opposti. Se il primo era calmo l'altro era bello arzillo e pronto per sgroppare o impennarsi. Mi allenai sui salti da un metro e venti e nel lavoro in piano.L'istruttore era orgoglioso di me ma notai sempre di più che mi parlava della cura del cavallo, della loro alimentazione e mantenimento. Molte cose le studiavo da sola e non capii subito il suo comportamento. Mia madre invece mi mostrò svariate volte attrezzature e finimenti per cavalli.
"Sarà una coincidenza" pensai mentre mi dirigevo al maneggio.
Salutai l'istruttore e andai a prendere Libano.
L'inverno era alle porte quindi decisi di non far sudare troppo il cavallo e feci cose molto semplici. Le figure in piano, cessioni, flessioni, back e qualche saltino con cambi di galoppo.
"Brava! Sei migliorata molto, vedrai che con un cavallo tuo andrai avanti sempre di piu!" disse Giuseppe.
"Magari fosse Libano il mio cavallo." risposi.
"Lui non è in vendita ma puoi montarlo quando vuoi!" disse e mi fissò.
Annuii smontando da cavallo. Lo ripulii bene e li diedi la sua razione di mangime.
"Pronta per domenica?"
Lo guardai perplessa. Domenica?
Poi ricordai tutto. Domenica dovevo andare a provare il nuovo cavallo. Mi spuntò un sorriso enorme.
"Ovviamente!" risposi.
"Chiamami dopo che lo hai provato!" disse e se ne andò.
Tornai a casa impaziente e felice.Domenica arrivò in un lampo.
"Laura dai sbrigati!" urlò mia madre.
Corsi in macchina e per poco non mi ammazzai cadendo.
"Respira almeno, sai devi provarlo mica ci devi morire li!" mi disse.
Placai l'emozione, o almeno ci provai.
Arrivammo e un signore ci venì incontro. Si presentò e scoprii essere il padrone del cavallo.
"Dai vieni te lo faccio vedere!" mi disse.
Appena lo vidi tutto si fermò.
Era alto circa 1.70, baio, con coda e criniera nere e lo sguardo molto attento. Era magnifico.
"Lui è Sibiskoot, un purosangue inglese, correva in ippodromo." disse il proprietario.
"Posso entrare nel recinto?" chiesi e mi dissero di si.
Il baio si lascio accarezzare e mi leccò la maglietta. Mi incantai guardandolo.
"Ora lo sello e lo provi!"
"Va bene!" risposi e mi misi il cap.
Mi diedero gamba per salire. Feci qualche giro al passo, un passo fluido e regolare. Provai il trotto e il galoppo.
Era tutto così perfetto che sorrisi e abbracciai il cavallo.
"Non vedo l'ora di poterci lavorare." pensai.
"Allora come ti sembra?" chiese mia madre.
"Direi che mi piace molto come cavallo! Lo dirò a Giuseppe stasera!"
I due si guardarono e risero. Non capii il perché di quella risata ma subito la mia attenzione si spostò verso il cavallo. Mi fissava ed io fissavo lui.
"Non c'è bisogno che lo dici a Giuseppe, il cavallo ora è tuo!" mi dissero insieme.
All'inizio non capii. Mio? Lui? Era uno scherzo.
"Te lo abbiamo preso per il tuo sedicesimo compleanno!" disse mia madre. E li scoppiai letteralmente in lacrime, abbracciando tutti compreso il cavallo.
Sibiskoot era mio. Avevo finalmente realizzato uno dei miei più grandi sogni!Spazio autrice
Ed ecco qui. Si quello era il mio primo cavallo💖 Un regalo unico direi! Non l'ho mai chiamato col suo vero nome e scoprirete nel prossimo capitolo il perché! Spero vi sia piaciuto! Se avete domande io son sempre qua!
Appena posso pubblicherò il prossimo capitolo. 88 posizione nella classifica narrativa generale!
Nella foto siamo io e Sibiskoot.
Grazie a tutti e buona lettura 💜
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Una passione che segna
General FictionQuesta non è una storia qualunque, è la mia storia, di cui sento il bisogno di scrivere. Parla di me, una ragazza che butta tutto il suo cuore nel mondo equestre e dei cavalli : quelli che mi hanno segnato la vita e quelli che tutt'ora lo fanno. Cre...