Lo sanno tutti che con i cavalli di qui non ci faremo mai niente, se non al limite mangiarli.
Ginobi però insisteva che dopo il fuoco servisse il cavallo, proprio così:
"il cavallo ci aiuterà nella caccia", oppure "il cavallo tirerà l' aratro".Sarebbe stato magnifico se fosse riuscito, perché per ora l' aratro lo tiriamo noi, a spalla, venti uomini per volta.
E ti assicuro che dopo qualche decina di passi prefeririresti avere a che fare con uno sputasassi, oppure con un gorilla delle rocce che ti avesse appena confuso con una femmina della sua specie.
Bisogna ammettere che Ginobi non si arrendeva nè al freddo, nè alla fame, e nemmeno ai nemici, e molti dei miglioramenti a cui ho assistito da quando sono venuto al mondo, sotto a una montagna, sono dovuti alla sua ostinazione.
Prima di lui, nessuno era riuscito ad accendere il fuoco, e i nostri archi tiravano corto e non servivano a niente.
Però non consentiva mai che si discutessero le sue decisioni, come era accaduto quando aveva voluto spostare il villaggio, e avvicinarlo al fiume.
E' vero, avevamo l' acqua, ma l' anno dopo, quando aveva cominciato a piovere una mattina di autunno per smettere solo dopo un mese, il fiume si era ingrossato, e si era portato via le capanne, tutti gli arnesi e il bestiame, e tutti i vecchi che non avevamo fatto in tempo a spostare sulle alture.
In quel momento avrebbe dovuto comprendere che il suo tempo era finito, e lasciare il comando a Jana, che sapeva tante cose quanto lui.
Invece si era ostinato a dire che era stata una punizione degli dei, anche se gli dei non esistono, lo sanno tutti, e casomai ce ne fosse davvero qualcuno nascosto nei boschi o seduto a guardarci da sopra le nuvole, andrebbe considerato come nostro nemico.
Comunque, JarJar ha raccontato che Ginobi aveva preso il cavallo più grosso per il collo e c' era rimasto attaccato come una scimmia, tenendo la criniera con i denti, mentre la bestia correva tutto intorno al villaggio scalciando per liberarsi di lui.
Poi, dopo molti giri forsennati si era calmato, e Ginobi era riuscito ad accomodarsi sulla sua groppa, aveva guardato tutti con aria trionfante, ed aveva urlato al vento il proprio nome.
Ed era stato in quel momento che il cavallo aveva trovato ancora energia, nei suoi antenati o nell' erbaforte che i cavalli sono soliti brucare nella radura: aveva inarcato la schiena e lo aveva fatto volare via, e tutti lo avevano visto che mulinava braccia e gambe, sospeso per aria.
JarJar ha detto che sembrava proprio un imbecille.
Solo dopo, quando lo avevano raccolto con la testa spaccata, JarJar aveva provato dispiacere.
(continua)
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L' ultima luce.
Science FictionUn villaggio nel quale, da poco tempo, si è imparato a maneggiare il fuoco ed a forgiare il metallo, circondato da popolazioni oscure che parlano lingue incomprensibili. Un libro, in possesso del capo villaggio, dove c'è scritto tutto ciò che è c...