3. Che ci faceva qui.

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Prima di Ginobi comandava Leilo, e prima di Leilo suo padre Argo, che aveva preso il posto di Buu, il fondatore. Più indietro non saprei arrivare, potrebbe darsi che il primo uomo nacque dalla terra, come accade per le piante.

Il mondo, all' epoca di Buu, appariva come come appare ora, circoscritto dalle montagne che vediamo in lontananza.

Ginobi non amava raccontare del mondo, che pure conosceva meglio di noi. Era proteso nel compito che si era dato di controllare tutto, e per questo motivo nessuno gli voleva bene.

Ginobi poteva decidere che si dovesse abbattere una capanna perché giudicava che il posto dove sorgeva non fosse adatto, poteva irrompere durante una battuta di caccia al cervo cominciata al mattino per prendersi il merito del colpo finale, poteva misurare con il palmo della mano le zucche di Mire e redarguirlo, perché rispetto a ieri non erano cresciute abbastanza.

Sarà Jana a prendere il suo posto, non è necessario che ci si riunisca per deciderlo, e neppure che si interpellino gli anziani.

Credo che saprà essere un buon capo. Non è forte come Ginobi, e in una lotta probabilmente avrebbe la peggio con molti di noi, ma certamente riesce a vedere più lontano di tutti, e più lontano nel tempo, ed è in grado di persuadere i più ottusi, come JarJar, senza dover ricorrere al bastone del capo.

Di sicuro, Jana ama condividere quello che conosce. Vuole che tutti sappiano quello che sa lui, al contrario di Ginobi che teneva troppe cose per sé, come è accaduto con la lancia.

Nel tempo, abbiamo capito che il numero di uomini per portare a termine un'esplorazione è quello che supera le dita di una mano. Solo così riuscimmo a tornare indietro due anni fa, portando i semi delle zucche. E solo così riuscimmo a tornare lo scorso anno, portando indietro la pianta della patata.

Il fatto che Ginobi si muovesse da solo, e riuscisse sempre a tornare incolume, lo doveva soltanto alla difesa che gli offriva la lancia.

Ecco perché aveva tenuto per se questo segreto. Voleva apparire molto più scaltro e forte di quanto fosse in realtà. Era il modo che aveva trovato per tenere sopiti i nostri malumori.

"Ginobi è uno sciacallo, ma è il più forte ed il più capace", questo era quello che, in fondo, ci spingeva ad accettare il suo governo.

Ho gettato l'ultima pietra sulla sua tomba senza nemmeno preoccuparmi di sistemarla per bene.

Sono sicuro che tutti hanno pensato che era stata fatica sprecata, allestire una simile sepoltura per un uomo del genere.

Poco dopo, quando sono sceso al villaggio, Jana mi ha fatto chiamare.

Nella sua capanna c' erano JarJar e Doub, Kassio e Nko, Mire il contadino e gli unici due anziani che erano sopravvissuti alla piena del fiume, Saro e Ro.

Ci siamo seduti in cerchio, la lancia era deposta su di un panno, proprio al centro. L'abbiamo guardata per un po', prima di cominciar a parlare. Anche nella penombra della capanna, risultava splendente, come di luce propria.

"Di lei parleremo dopo. Adesso dobbiamo ragionare sul Kot", disse Jana.

"Finalmente abbiamo potuto vederne uno. Il fatto è che lo abbiamo ucciso. Non volevamo, ma è accaduto. E' necessario capire perché si trovasse così vicino al villaggio".

"Forse era solo un esploratore che si era smarrito. Cercava cibo o piante, come facciamo noi di tanto in tanto. Oppure cercava una terra fertile da coltivare", disse Kassio.

"Se sono vere le storie, i Kot sono carnivori. Noi somigliamo alle scimmie, loro alle tigri. Le tigri non coltivano patate. Comunque avete visto il suoi denti. Non fatevi ingannare dal fatto che possedesse gambe e braccia invece di zampe. Se cercava qualcosa, si trattava di carne", disse Nko.

Siamo stati in silenzio per un po'. La lancia si era coperta di puntini luminosi appena percettibili, che pulsavano. Stava dormendo.

Anche Ro il centenario si era addormentato. Saro invece era vigile e pensieroso, e volle dirci quello che ricordava.

"Dei Kot io stesso ho solo sentito parlare. Quando ero bambino, e per ottenere il fuoco dovevamo aspettare che cadesse il fulmine, mio padre raccontava che i Kot vivevano dopo il secondo fiume, a cinque giorni di cammino. All' epoca, la montagna si era spaccata e aveva vomitato le sue viscere roventi, e tra il villaggio ed il secondo fiume si era formato un grande deserto di terra nera. Quando la lava si è raffreddata, non esisteva più nessuna foresta a dividere il villaggio dal secondo fiume, ma cinque soli giorni di cammino sotto al cielo".

"So per certo che molti di noi furono uccisi o sparirono. Mio padre perse due fratelli. Quando negli anni la foresta ha preso il sopravvento sul deserto nero, e si è fatta fitta e robusta e difficile da attraversare, di nuovo siamo stati al sicuro, e i Kot sono stati dimenticati, e loro devono aver dimenticato noi"

"Ciò accadeva quando mio padre era un ragazzo ed io non stavo ancora al mondo, oppure occupavo un altro corpo. Forse ero un Kot, chi può dirlo" , e scoppiò in una risata catarrosa e prese a tossire, e rideva e tossiva e io avrei voluto poter osservare le cose dalla stessa distanza dalla quale la sua venerabile età gli consentiva di farlo".



*Kassio è tornato incolume da molte esplorazioni. Sulla base dei suoi racconti sono state

disegnato le mappe dei territori che vanno verso nord. A parte Ginobi, le cui affermazioni sono tutte in discussione, è l' uomo che si è spinto più lontano.

( continua)

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