5. Poi, come fanno sempre.

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Il mio nome è Cha. Lo scelse Ginobi quando venne per espormi alla luce, il giorno dopo che mia madre mi aveva partorito dentro ad una piccola grotta, di fianco alla caverna dove mio padre custodiva il fuoco.

Mentre mi teneva sollevato sopra la testa, disse che lo avevo guardato con occhi cattivi.

"E allora ti chiamerai Cha", decise, che era il modo in cui i nostri antenati, che conoscevano poche parole, indicavano la serpe in agguato , o il bufalo pronto a caricare.

" Cha" , e indicavano la minaccia con il dito.

"Cha", e indichiamo la foresta ai nostri bambini.

A loro, Jana ha vietato di superare i confini del villaggio. Tenerli buoni è un compito difficile, e quando cala la sera, Moo lo zoppo li conta e li riconta, e sempre è necessario scendere al fiume, con il cuore in gola, per cercare quelli che hanno trasgredito e nuotano allegri, nonostante le raccomandazioni.

Di notte accendiamo dei grandi fuochi tutto intorno al villaggio: la metà degli uomini e delle donne resta di guardia, l' altra metà dorme con un occhio solo e con l' ascia stretta nel pugno.

Per quello che sappiamo dei Kot, essi vedono al buio come le tigri , ma temono il fuoco e non lo padroneggiano. Il vecchio Saro non sa dirci più di questo.

Sarebbe utile se Ro potesse ricordare qualcosa, ma ormai dormicchia tutto il giorno, seduto sopra una sedia di corda; nemmeno si accorge più di quando lo spostiamo dall' ombra al sole o dal sole all' ombra .

La sua pelle, in pochi giorni, si è fatta così sottile che non tratterrà l' anima a lungo.
Secondo Jana difficilmente vedrà più di una dozzina di albe.

Di buon' ora, So-o si è spinto di nuovo all' interno della foresta. Ha portato con se l' arco che ha costruito seguendo le indicazioni che gli fornì Ginobi.

E' un arco che tira a centocinquanta passi, di legno di nocciolo, la cui corda è ricavata dal tendine della gazzella, e le punte delle frecce dai denti del caimano.

Ha preferito andare da solo, e Jana non è riuscito ad impedirglielo. Dice che si muove più in fretta, e fa meno rumore.

So-o è in gamba e scaltro, e possiede il dono di avvertire il pericolo, ma non è detto che questo sia sufficiente a salvargli la vita.

Oggi ha camminato nel fitto fino a mezzodì. In una sacca teneva le pietre focaie. Prima di invertire la marcia ha acceso un fuoco, di modo che da sopra la collina del cimitero potessimo capire quanta strada avesse percorso, e in quale direzione. La colonna di fumo, visibile a noi, sarebbe stata visibile anche ai Kot, dovunque fosse il loro villaggio, o la loro tana. Ma per preparare le nostre difese dovevamo essere certi della direzione da cui sarebbero venuti.

A questo punto, avevamo ragionato insieme a Jana e So-o, i suoi compagni si saranno resi conto che qualcosa era accaduto alla loro spia.

Ho visto il fumo di So-o alzarsi attraverso il mare di chiome che dominavo dalla collina ,un verde tappeto che tutto copre, fino all' orizzonte.

So-o ha camminato diritto, in direzione del secondo fiume che è troppo distante per essere visibile. Una volta al villaggio, ha detto che è riuscito a scorgere i graffi degli artigli dei Kot sulla corteccia degli alberi.

Crede che li abbiano lasciati di proposito, in maniera tale da segnare la strada, così come noi siamo soliti spezzare dei rametti di Genso , per poi seguirli a ritroso.

So-o ha graffiato altri alberi a caso, imitando le unghie dei Kot con la punta delle frecce, alcuni in cerchio, altri in lunghi giri senza senso, nella speranza che, quando affronteranno di nuovo la foresta, finiscano con il confondere la via.

E' parsa una buona idea. Domani andremo con lui, in quattro o cinque e faremo la stessa cosa ovunque.

Dice So-o che non esiste nessun sentiero battuto, ma solo una debole traccia, la foglia calpestata, un' impronta appena percettibile, per questo ritiene che fosse la prima, o la seconda volta che si affacciavano da noi.

Ha escluso che sia stato il caso o la caccia a condurli. Anche muovendosi più in fretta di lui , attraversare la foresta dal secondo fiume a qui significa camminare per almeno dieci giorni. Nessuna preda meriterebbe un simile sforzo.

Abbiamo ragionato se avvicinare i cani ai fuochi, oppure tenerli al villaggio. Durante la notte abbaiano ad ogni cosa che si muova e strisci, e la foresta è fatta così, un grosso corpo vivo che sibila, mastica prede e ulula.

Non sarebbero utili per individuare i Kot perché l' odore degli animali notturni e la loro vicinanza li terrebbe sempre in allarme.

Però sono cani coraggiosi, cani da morso che i nostri antenati hanno addomesticato incrociando il lupo con i grossi musopiatto che scendono dalle montagne quando arriva la neve: in una battaglia sarebbero di aiuto, odiando in maniera ancestrale le tigri e i leoni cui i Kot somigliano, e che fanno strage delle loro cucciolate fin dalla notte dei tempi.

Per adesso Jana ha deciso che è più opportuno tenerli al chiuso, dentro le gabbie, con un uomo che stia di guardia pronto a liberarli affinchè si gettino nella mischia, quando sarà necessario.

"Sarà necessario?", mi chiedo insieme a Jana, osservando le stelle, appese ad un cielo nero come il carbone.

Si spostano tutte insieme da est verso ovest, con un lento ,impercettibile movimento che si riesce a misurare solo osservandole a lungo.

L' ultima volta che abbiamo speso tanto tempo a guardare il cielo notturno, Gal il piccolo aveva detto che, secondo le sue osservazioni, poteva darsi che fosse la terra che calpestiamo a muoversi, con noi sopra, e non le stelle, e tutti avevamo riso lanciandogli dei sassolini, e JarJar gli aveva tirato un calcio nel sedere mentre doveva tenersi la pancia dalle risa.

"Sarà necessario?" ci chiediamo io e Jana , sdraiati sull' erba ad aspettare che il nostro turno di guardia cominci. Nel silenzio che segue quella domanda, Jana indica tre puntini luminosi che si muovono tra loro, in cerchio: sono quelle che noi chiamiamo stelle veloci, che mancavano da tante lune e che qualche volta, senza preavviso, compaiono in cielo. Girano e girano rapidamente, più gialle che bianche: poi come fanno sempre, si dissolvono nel nulla.

L' ultima luce.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora