CAPITOLO 29

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Manca esattamente un'ora all'inizio della festa e ad essere sincera devo ancora iniziare a prepararmi. Il problema non è il vestito o l'ormai poco tempo a disposizione, ma il vuoto totale. Come devo fare?

'Parti dai capelli. '
E che ci faccio? Li pettino fino a diventare calva?
'Che ne dici di boccolarli e basta? '
E se li bruciassi?
'Allora datti al trucco. '
Non lo so fare... Le mie competenze in materia non vanno oltre la linea di eyeliner ed il rossetto.
'Sì, ma non sai fare una mazza però! '
Non infierire...

Improvvisamente sento suonare e bussare ripetutamente alla porta. Senza pensare, mi precipito ad aprire la porta, sbattendo, però, addosso a qualcosa.

'E ci risiamo. Ma ti costa tanto guardare dove vai? '
Non infierire!

Per non cadere rovinosamente al suolo mi aggrappo disperatamente alla prima cosa che trovo, che casualmente è anche la stessa cosa alla quale sono andata a sbattere, o meglio alla persona alla quale sono andata a sbattere. Jonathan.
Ha i capelli bagnati che gli danno un tocco ancora più sexy e i suoi pettorali sono uno spettacolo da così vicino, inoltre è coperto solo da un asciugamano in vita.

'Tesoro, ci riprendiamo,  che ne dici? '
Sì...

«Hai intenzione di rimanere attaccata a me come una scimmia?»
«Cos-»

Non appena realizzo di essergli effettivamente avvinghiata addosso  mollo la presa. Grosso errore. Quello che segue avviene così velocemente che rimango stordita. Nel disperato tentativo di riattaccarmi a lui, per non rompermi il fondoschiena, afferro la prima cosa che riesco a toccare, ed essendo quasi per terra non ci sono molti appigli, così gli tiro via l'asciugamano. Lo sento irrigidirsi per la sorpresa e le mie guance vanno subito a fuoco per l'imbarazzo, anche se in realtà non vedo niente dal momento che nella caduta l'asciugamano mi è letteralmente volato in testa, coprendola.

«Sai, di solito le ragazze, se vogliono venire a letto con me, me lo chiedono. Ma anche così può andare, io mi accontento sempre!»

Mi canzona divertito. Scometto che ora sul suo viso è comparso un ghigno dannatamente soddisfatto. Per tutta risposta gli tiro l'asciugamano tenendo gli occhi chiusi e lui, fortunatamente si ricopre.

'Avresti potuto dare una sbirciatina, però. '
Stai scherzando vero?
'Io l'avrei fatto. '
Sei disgustosa.
'Già, intanto non sono stata io a levargli l'asciugamano. '
È stato un incidente!
'Continua a ripetertelo ancora, forse tra un po' ci crederai davvero. '

Mi porge stranamente la mano ed io la afferro titubante permettendogli di aiutarmi. Non appena mi tira su i nostri visi si trovano a pochi centimetri di distanza, mentre le sue braccia mi cingono i fianchi e le mie mani sono poggiate sui suoi bicipiti. I nostri corpi appiccicati, incollati come due fette di pane con la nutella. I nostri sguardi si incontrano. I suoi occhi sono così belli che ho paura di perdermici dentro. Sento il suo respiro regolare e caldo sulla mia pelle ed il suo profumo mi ipnotizza rendendomi impossibile agire razionalmente. Siamo lì immobili, nessuno ha il coraggio di muoversi.
Perché non riesco mai a respingerlo? Perché per me ciò che fa lui è così importante? Perché sto male per lui?
Ad un tratto la porta alle sue spalle si apre.

«Lilia, per sbaglio mi sono portata a casa le tue chiavi-»

Isabelle ci guarda con occhi sgranati senza muoversi di un millimetro. Riprendendo finalmente il controllo del mio corpo mi stacco imbarazzata.

«Ho forse interrotto qualcosa?»
«No, niente Izzy... Non stavamo facendo assolutamente niente.»

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