CAPITOLO 43

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Natale. Domani è la vigilia di Natale.

«Allora, come vanno le cose tra te e Jonathan?»

Izzy, seduta a gambe divaricate sul mio banco, mi guarda con un sorriso malizioso.
Le rivolgo un'occhiataccia. Non mi sento a mio agio nel parlare della nostra relazione perché è una cosa nostra, solo mia e sua.

'Non è perché- '
Zitta.

«Che c'è? Non è colpa nostra se ne parla l'intera Università!»

Si giustifica lei con aria innocente. Chassy,  che fino a prima era rimasta in silenzio, si alza in piedi.*

«Senti è dalla festa di Halloween che voi due vi divertite a farci mangiare le unghie, neanche foste una coppia di vip!»
«Chassy!»

La guardo sconcertata. Per tutta risposta lei alza le spalle e Izzy si mette a ridere.

«Allora state insieme sì o sì?»

Sospiro rassegnata. Non la smetteranno mai.

«Non lo so-»
«Come fai a non saperlo?»

Faccio loro segno di abbassare il volume della voce in modo da non far sentire a nessuno il nostro discorso.

«Se mi lasciaste finire di parlare una volta tanto vi avrei detto che la situazione è... Complicata.»
«Ma che significa complicata?»

Alzo gli occhi al cielo e mi porto una mano sulla fronte esasperata.

«Che ci baciamo, ma non siamo fidanzati.»

Sbraito alzando la voce inconsciamente. Immediatamente tutta la classe si zittisce e rivolge la propria attenzione sulla nostra conversazione. Non appena mi rendo conto di quello che ho fatto le mie guance diventano color rosso sangue e la mia soglia di vergogna sale a dismisura.
Isaac mi si avvicina e, poggiando la mano sulla mia spalla con un sorriso consolatorio, si siede accanto a me.

«Beh, ormai non è più un segreto. In questa scuola ci sono i pettegoli più efficienti d'America.»

Dice scoppiando a ridere, mentre io, ancora imbarazzata, cerco di farmi più piccola possibile.
Isaac è il mio migliore amico. Dopo la festa di Halloween ci siamo conosciuti grazie alla mia profonda ignoranza in Biologia, infatti è stato proprio lui a darmi ripetizioni al fine di evitarmi altri esami da rifare. Si è trasferito da poco qui, essendo originario della Svizzera, perciò ho potuto sdebitarmi subito diventando sua amica.
È un ragazzo davvero meraviglioso: è dolce e gentile, educato e sensibile, è il ragazzo perfetto. Senza contare che ha i cappelli rigorosamente biondi, occhi azzurri come acqua limpida, e lineamenti duri. In realtà ci siamo conosciuti anche grazie a Jace.
Appena arrivato Isaac si è iscritto alle selezione per la squadra di Basket capitanata da Jace. Guarda caso quel giorno c'ero anch'io, costretta ad aspettare Jace, e così abbiamo cominciato a parlare per ingannare il tempo. A metà dalla partita di prova, grazie alla mia solita fortuna inesistente, stavo per essere colpita da una forte pallonata che però viene intercettata da lui, salvandomi da una brutta sorte.
Così siamo diventati amici anche se con un'evidente gelosia da parte di Jace.

«Cavolo.»
«Ed io che credevo lo volessi tenere nascosto...»

Esclama Izzy mettendosi a ridere e rischiando di cade all'indietro. Trattengo a stento le risate a quella scena troppo esilarante. Proprio in quel momento, però, una creatura raccapricciante ci si para davanti. Tutti noi ci ricomponiamo velocemente. Susan Hill troneggia sulle sue amiche e, dalla sua espressione parecchio infastidita, capisco che mi ha sentita.

«Johnson. Che piacere.»

Mi sorride falsamente.

«Non posso dire lo stesso.»
«Perché sei cattiva con me? Volevo persino invitarti alla mia festa di compleanno.»

Si porta una mano al petto con fare teatrale mentre il suo volto si contorce in una falsissima smorfia di tristezza.

«E per quale motivo hai intenzione di invitarmi?»
«Così mi ferisci.»

La guardo con sufficenza. Come può una persona essere così disgustosamente falsa?

«Non mi fare ridere.»
«Mi hai scoperto. Brava Johnson. Ho invitato Jonathan, ma ha detto che sarebbe venuto ad una sola condizione, che ci fossi anche tu alla festa. Naturalmente anche tu Isaac sei invitato.»

Gli fa l'occhiolino e senza aspettare la sua risposta sparisce lungo il corridoio.

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