Quarta parte

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"Dopo che hai finito la limonata volevo chiederti di accompagnare Chiara a casa. E' venuta qui da sola e non mi va che ritorna a piedi. Una così bella ragazza non deve mai andare in giro senza compagnia."

Nell'udir quelle parole il mio cuore perse un colpo, rimasi immobile cercando di non manifestare nessuna emozione anche se sentii le guance andarmi a fuoco; capii perfettamente le intenzioni della signora Carmela, seppur giovane non ero certo stupida, voleva che io e il figlio avessimo un'occasione per stare soli con la speranza che tra noi nascesse qualcosa. Era davvero quello il suo intento? Mi aveva scelta per divenire sua futura nuora? E il figlio? Voleva la stessa cosa? Proprio su di lui mi fissai per capire eventuali reazioni alla richiesta della madre, e appena i nostri occhi si incrociarono mi divorò come aveva fatto nel salone in quei pochi ma intensi istanti. Andai a fuoco, non riuscii a trattenermi, respirai a fondo lentamente con l'intento di rallentare il più possibile i battiti del mio cuore. Cavolo che effetto mi faceva quel ragazzo, mai prima di allora provai una cosa simile, e tutte le fantasie che feci prima di quel momento che consideravo da sporcacciona per una ragazza di buona famiglia come me non avevano nulla a che vedere con quelle che la mia mente iniziò a fare con lui protagonista. Gli sarei saltata addosso, avvolto il collo con le braccia, baciato senza dargli il tempo di fiatare e avrei gustato quelle labbra carnose ma virili, mi sarei persa nelle tenebre del suo sguardo, felice, amata, innamorata.

"Hai ragione mamma, una così bella ragazza non deve mai andare in giro da sola. Che dici, è sconveniente se l'accompagno solo io? Vuoi venire anche tu?"

La signora Carmela ci pensò un attimo assumendo la sua aria di donna autoritaria, piena di saggezza che ha sempre la soluzione giusta per ogni cosa.

"Non credo sia sconveniente, so io come mettere a tacere le malelingue."

Giulio scoppiò a ridere, forse conoscendo il temperamento della madre già immaginava cosa avrebbe potuto dire o fare affinché i suoi figli non avessero problemi o chiacchiere alle spalle in quel paese così meschino che non perdeva tempo a distruggere dignità altrui e buone virtù. Alla maggior parte di quella gente non importava chi eri, da quale famiglia provenivi, più eri in vista più sarebbe stato magnifico godere del tuo massacro e della tua distruzione. Invidia, cattiveria, gelosia, questi erano i sentimenti che più venivano coltivati nel cuore di quelle persone, individui che professavano la morale quando trovavano magnifico ferire e far del male, un battersi il petto in chiesa la domenica per poi vivere di pettegolezzi malvagi e malefatte, un grande esempio di disumanità. Io me ne ero sempre altamente fregata, avrebbero potuto dirmi di tutto ma avrei camminato a testa alta fregandomene delle loro vite così come delle loro parole troppo insignificanti e senza senso alle mie orecchie. Avrebbero potuto rovinarmi la reputazione se mi avessero vista da sola con Giulio? Poco me ne importava, anzi con lui sarebbe stato magnifico compromettere la mia virtù, vederla strappata con la bruciante vergogna nell'anima, quasi fosse un marchio a fuoco perché sentivo che quella era la mia strada, il mio destino. In quella cucina, quel giorno, mi sentii a casa, con Giulio e la signora Carmela mi sembrò di stare in famiglia più di quanto mi ci sentissi in quella mia. Quella sentivo essere la mia casa, con una donna di cui avevo stima e di cui sentivo il profondo affetto che nutriva nei miei confronti, mi sentivo compresa e sostenuta. La guardai e le sorrisi ringraziandola per il suo appoggio, per avere con me quella tacita complicità di cui avevo bisogno. Fui ricambiata con un sorriso dolce, comprensivo, la signora Carmela mi guardò quasi volesse dirmi non ti preoccupare, ci sono io, tutto andrà bene.

"Chiara!"

Giulio mi chiamò facendomi saltare. Mi voltai verso di lui mostrando ai suoi occhi il mio viso timoroso. Mi piaceva ma con i suoi modi bruschi riusciva a mettermi in suggestione, e il mio disagio era ingigantito dal fatto che subivo il suo fascino.

L'innocenza perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora