Undicesima parte

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I giorni che seguirono furono frenetici. Su ordine dei miei genitori rimasi chiusa in casa neanche fossi in quarantena per una malattia infettiva, in compenso i preparativi del matrimonio tra me e Giulio andavano avanti alla velocità della luce ma senza la nostra presenza. C'era bisogno di concretizzare il prima possibile per riparare al danno fatto. Mia madre e la signora Carmela si occuparono di tutto, del pranzo nuziale, degli inviti, delle bomboniere e di parlare con il parroco. Fu proprio lui, Don Carlo, a farmi visita un giorno spezzando quella monotonia che vivevo come una punizione. Si congratulò con me per le nozze imminenti sottolineando il fatto che avrei preso un bel partito e lui, il mio sposo era fortunato a prendere in moglie una brava e bella ragazza come me, di buona famiglia, e aggiunse che sarei stata una madre perfetta per i nostri futuri figli. Erano frasi fatte ovviamente, quelle non erano altro che parole di circostanza che il prete diceva a ogni sposa. Avrebbe detto le stesse cose anche a Giulio? Poi mi disse che sarei dovuta essere sempre fedele a mio marito, che avrei dovuto sempre rispettare le sue idee, le sue scelte e mai mi sarei dovuta ribellare. Una brava moglie fa quello che vuole il marito, fa di tutto per renderlo sereno e felice, quello era il vero amore, secondo lui. Non osai contraddirlo, io sposavo Giulio perché lo amavo ed era ovvio che avrei fatto il possibile per renderlo felice, ma nelle sue parole avvertivo una sorta di imposizione manipolativa. Era come se mi stesse dicendo Ehi ragazzina! Prima facevi ciò che volevano i tuoi, adesso che ti sposi tuo marito diventa il tuo nuovo padrone quindi fai ciò che vuole lui. Vedi di fare la brava e semmai dovessero venirti grilli per la testa togliteli in un batter d'occhio. Comanda lui, su tutto, anche su di te.

Passai i giorni successivi a riflettere su quello che mi aveva detto. Giulio mi avrebbe reso felice? In fondo non mi amava. Avrebbe cercato di capire anche le mie esigenze? Mia madre non mi dava modo di comunicare con lei, viveva quei giorni che avrebbero dovuto essere pieni di felicità in quanto si stava per sposare la sua unica figlia femmina come un calvario. La sua faccia, sempre imbronciata mi demotivava su tutto e anche la cosa più bella diventava un peso che smaltivo lentamente come un cibo avariato ingerito per errore. Non mi faceva mai un sorriso, mai una parola di conforto. Ero sua figlia e io non comprendevo il suo atteggiamento nei miei confronti. Non vedevo l'ora di sposarmi e stare con Giulio e la signora Carmela che sotto tutti gli aspetti era la madre che avevo sempre desiderato. Un pomeriggio venne proprio lei a trovarmi e in quell'occasione mia madre mi fece uscire dalla mia camera per prendere una limonata tutte e tre insieme nel salone.

"Chiara come stai?" mi chiese la signora Carmela.

Portava una vestito color crema senza maniche, la gonna le arrivava poco più giù del ginocchio, ai piedi indossava sandali sempre color crema in tono con la borsa. Le sue labbra erano sempre dipinte di rosso, un colore che ben contrastava con il nero corvino dei suoi capelli. La sua figura esile la rendeva la donna più bella ed elegante del paese ma anche la più temuta per la sua indiscutibile posizione sociale. Aveva studiato lettere a Palermo, in una scuola femminile, il suo grado di istruzione era superiore non solo a quello di mia madre che si era fermata alle scuole magistrali come me, ma di tutte le donne di un ceto più alto, maestre comprese. Le sarebbe piaciuto lavorare per una testata giornalistica ma i suoi genitori avevano deciso per lei un futuro accanto a Don Totò che era stato negli anni trenta uno dei ragazzi più belli e ambiti nel loro ambiente altolocato. Il loro è a tutt'oggi un matrimonio felice perché nonostante il loro sia stato combinato l'amore sbocciò ugualmente. Ricordo le foto dei momenti più belli che avevano vissuto che lei stessa mi fece vedere un pomeriggio. I loro occhi erano pieni di vita e sulle labbra avevano stampato il sorriso della felicità. La signora Carmela è una persona allegra, piena di vita che non si perde mai d'animo, secondo me è questo il segreto della sua felicità per lei e la sua famiglia. Lei è la colonna portante.

"Sto bene ma vorrei anche uscire. Fa un caldo pazzesco non ce la faccio più a stare rinchiusa in camera mia. Non ho commesso un delitto. Perché non posso uscire?"

Finalmente, con lei dalla mia parte, diedi voce alla mia insofferenza. Avrei tanto voluto rivedere Giulio e capire come stava anche lui. Gli avevo messo il cappio al collo in un certo senso, si sarebbe sposato con me sì, ma contro la sua volontà. Quel giorno sarebbe venuto all'altare e avrebbe sposato una ragazza che desiderava ma non voleva. Avrei tanto voluto parlarci prima di quel giorno.

"Perché non puoi uscire! E cos'è questa novità!" esclamo la signora Carmela sorpresa.

"Mia madre mi tiene chiusa in camera. Non posso mettere il naso fuori. Esco solo per andare in bagno e per pranzare e cenare. Non posso parlare, non devo chiedere nulla. Sto per sposarmi, dovrei essere felice, dovrei vedere le cose che servono per il mio matrimonio, invece no! Mi sento colpevole!" sbottai.

"Sei colpevole! Non dovevi concederti se non prima di sposarti!" mi strillò mia madre infischiandosene della sua amica.

"Aspettate un momento, state calme. Perché tenete rinchiusa la picciridda. Ciò che è successo sta per essere riparato. Lo sappiamo solo noi. Il medico che l'ha visitata è una persona d'onore, tutta di un pezzo e non dirà mai nulla. Tenerla chiusa in casa non farà altro che dare voce a chiacchiere inutili in paese. Lei deve uscire a testa alta perché tra pochi giorni sarà la moglie di mio figlio e lei deve esserne fiera. Tutto il paese deve vederla la futura sposa. Deve vedere la sua felicità."

"Signora Carmela io voglio uscire, voglio vedere Giulio, voglio parlarci!"

Approfittai di quel momento per chiedere tutto perché in cuor mio sapevo mi avrebbe ascoltata e accontentata.

"Chiara sono venuta qui prima di tutto per sapere come stavi e poi per dirti che domani hai la prova del vestito da sposa. Andremo a Palermo, io te e tua madre dal migliore sarto della città. Lui è un caro amico della mia famiglia, ci tratterà con i guanti. Dovrai essere bellissima, ogni persona dovrà ricordarsi di te nel tuo giorno più bello negli anni avvenire."

Mi parlava con dolcezza e i suoi occhi si illuminarono al suono di ogni parola che pronunciava. Mi voleva bene lo sapevo e aveva a cuore il mio benessere dato che sarebbe stato anche quello del figlio. Ci aveva sempre visti insieme, aveva intuito fossimo nati l'uno per l'altro, ed io non potevo che adorarla per questo.

"A Palermo? Addirittura?" esclamai.

"Passeremo una giornata stupenda e quando torneremo resterai a cena da noi così potrai stare con il tuo fidanzato."

Mia madre sbuffò, era contrariata, per la parola fidanzato che le dava fastidio e per il fatto che sarei rimasta da sola ancora una volta con Giulio.

"Non fare così benedetta donna! Sono fidanzati, stanno per sposarsi, cosa vuoi che sia adesso? Tanto quello che non dovevano fare lo hanno già fatto, se succede nuovamente non cambierà nulla perché tra un mese saranno marito e moglie. Anzi, domenica prossima andranno a messa insieme. Si devono far vedere, sono una coppia e tutti devono sapere. Tra qualche giorno Don Carlo appenderà le pubblicazioni, la loro unione è ufficiale e benedetta dalle famiglie."

Mia madre non ribatté, mi guardò severa, avrebbe voluto rimproverarmi la conoscevo benissimo ma sapeva che la signora Carmela stava dicendo la sacrosanta verità.

"Ancora hai dubbi. Non tenetela più chiusa in nessuna stanza intesi? Questa ragazza deve uscire, è la fidanzata di Giulio Basile e non deve nascondersi, non deve temere nulla e soprattutto non deve vergognarsi!"

La sua fierezza scoppiava da tutti i pori, pronunciò il nome di suo figlio come se avesse fatto il nome di un'autorità importante e conclamata. Questo significava amare la propria famiglia. Avrei imparato da lei tutto quello che mi sarebbe servito per rendere mio marito un uomo felice e immensamente amato. La sua determinazione diventò la mia, la sua forza creò quella che mi servì per il mio futuro insieme a Giulio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 11, 2019 ⏰

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