Dopo

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<<Questo cazzo di flipper!>> Impreca Holly con la faccia infilata sotto all'aggeggio che sta riparando.
Il bar è pieno. Gli ultimi sprazzi estivi permettono ancora a Lana di fare le sue consuete cene sulla terrazza.
Stasera c'è la finale del campionato di football e Holly ci ha invitate per una delle ultime abbuffate a base di pizza di sua madre.
<<Lascia stare tanto non riuscirai a riparare un bel niente.>> dice Nikki mangiucchiando delle noccioline.
<<Stai mettendo in discussione le mie doti di meccanico?>>
<<Sto mettendo in discussione il fatto che quel coso avrà almeno vent'anni.>>
Infilo una manciata di arachidi in bocca. <<Non ha tutti i torti comunque.>>
Kaya non è ancora arrivata ma continua a mandarmi messaggi per saper "come va la situazione", il che più o meno significa che vuole sapere se Freddie è qui e se sto per avere un infarto.
"Tutto sotto controllo." rispondo e invio.
Freddie che era il migliore amico di Holly non troppo tempo fa, ha sempre frequentato questo posto, nonostante il loro rapporto si sia sgretolato.
Sono pronta ad incontrarlo, voglio dire dovrò farmene una ragione. È tornato, è qui a Groove e dovrò imparare a gestire la cosa.
Due anni fa non avrei mai pensato  di spiarlo da lontano, finalmente dopo tanto tempo era mio, mentre ora non ci guardiamo neanche più.
Sentire la sua voce alla festa mi ha spiazzato, ma conosco bene Freddie e i suoi giochetti e non ho intenzione di cadere di nuovo nella sua trappola.
I miei sentimenti per lui sono tanti,  forti e contrastanti, ma ho bisogno di tenermi al sicuro.
<<Respira e dimenticati all'istante ciò che sto per dirti.>>
<<Cosa?>> chiedo confusa a Nikki dopo aver infilato un'altra manciata di noccioline in bocca.
<<Freddie è dietro di noi. Sta fumando e parla  al telefono.>>
Deglutisco così forte che temo di essermi ingoiata la lingua.
Me lo sentivo, o meglio lo sapevo.
Sapevo che lo avrei incontrato e che avrei dovuto controllarmi.
Cosa più facile a dirsi che a farsi.
Ogni cellula del mio corpo vorrebbe voltarsi a guardarlo e assaporare avidamente lo spettacolo.
Mi formicola la pelle e le gambe sono molli.
Non riesco a muovermi, è come se non fossi padrona di me stessa.
<<Distraimi, almeno non ci penso.>>
<<Ecco Kay!>>
Kaya, che ha cambiato di nuovo colore di capelli nel giro di una settimana per la terza volta, entra trafelata attraverso le porte di legno.  Le punte viola melanzana le svolazzano tutte intorno al viso.
Si pianta vicino al mio sgabello e si schiarisce la voce.
<<Stai bene?>>
<<Certo, perché non dovrei.>> Sfodero uno dei sorrisi più convincenti di cui sono capace e mi impedisco di voltarmi.
<<Andiamo ragazze è pronto.>>
Mi sussurra Lana con il suo marcato accento del sud.
Ci sediamo in uno dei piccoli tavoli sulla veranda. La sala é piena e tutti mangiano, bevono e chiacchierano della partita. Qualcuno nota Freddie e fa qualche battuta sul suo ritorno.
<<Povero ragazzo chissà dove sarà stato per tutto questo tempo.>> bisbiglia la sua vicina di casa al marito anziano.
Quasi non mi strozzo. "Povero ragazzo" non è esattamente l'appellativo che userei per definirlo quel bastardo figlio di..
<<Freddie!>> urla la mamma di Holly.
È a pochi centimetri da me. Con la faccia arrabbiata e il suo inseparabile broncio.
<<Vieni a mangiare con noi.>>
<<No, grazie.>> Declina ed io torno a respirare.
Lana lo fissa con occhi interrogativi, come se cercasse il motivo del suo inutile rifiuto.
<<Ma..ci sono ancora tante cose, dai siediti con noi.>> Protesta.
<<Non è per il cibo. Grazie comunque. >>
La sua voce rauca e profonda esplode di rabbia e cattiveria, ma nonostante ciò rimane pacata e distaccata.
La parte di me orgogliosa e un po' presuntuosa, gioisce nell'essere considerata motivo di disturbo.
L'altra parte invece vorrebbe sotterrarsi e piangere fino alla prossima eclissi lunare.
<<Mi dai una sigaretta?>> chiedo a Nikki con la voce tremolante. Lei me la passa senza dire una parola.
Nessuna di noi dice nulla, come se dovessimo rispettare tacitamente un accordo.
Mi alzo e raccolgo tutte le mie forze per abbozzare la faccia più stronza che mi riesce.
Attraverso il piccolo atrio sfiorando il biliardo dove Freddie è impegnato a giocare.
Si stiracchia con la stecca in mano, la maglietta bianca si solleva  quasi  all'ombelico lasciando scoperto un pezzo di pelle abbronzata.
Devo andarmene.
Una volta fuori accendo la sigaretta e ne aspiro avidamente il fumo.
Il problema con Freddie è che per quanto io mi sforzi di ragionare lucidamente, per quanto io mi sforzi di usare la testa, tutto quello che mi impongo diventa inconsistente.
Basta uno sguardo e tutte le mie ferree intenzioni nei suoi confronti svaniscono.
Voglio essere io a comandare,sono stufa di sentirmi quella di troppo.
È sparito per due anni,mi ha lasciata quella notte sul ciglio della strada senza ammettere spiegazioni.
Tutto quello che è successo non è dipeso soltanto da me e dovrei iniziare a ricordarlo a me stessa più spesso.
Lancio la sigaretta e torno dentro.
Prendo un bel respiro, cammino dritta verso di lui e proprio mentre sta per imbucare la palla della vittoria gli sussurro: <<Che c'è la compagnia ti ha bloccato l'appetito?>>
Sbaglia rovinosamente.
Sta volta ha perso e non solo a biliardo.

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