Prima

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Il mio stivale  batte furioso sul marciapiede ghiacciato dal freddo di dicembre.
<<Merda, merda, merda!>> Impreco mentre cerco inutilmente di riscaldarmi muovendomi un po'.
Freddie si fa scivolare le maniche della felpa grigia tra le dita. Le stringe forte, come se potessero sprigionare un calore inaspettato.
Ce ne stiamo seduti su una panchina spoglia e scorticata, dietro il sottoscala dell'unica banca della città.
Quando ho visto il suo nome lampeggiare sul mio telefono per la seconda volta, il mio cuore ha smesso di battere. 
Volevo disperatamente rivederlo dopo una settimana senza sue notizie.
Non mi importa neanche del fottuto freddo,se mi metto a guardarlo non sento più il gelo attraversarmi la pelle.
<<Beth volevo ringraziarti.>> Esordisce spezzando il fluire dei miei pensieri.
Me ne sto in piedi, impalata davanti a lui.
Odio essere fissata, ma la carezza dei suoi occhi è tutt'altro che fastidiosa.
<<Per cosa?>>
<<Per non aver fatto domande.>>
Quando i capelli scuri gli solleticano
gli occhi, capisco.
Freddie aveva bisogno di sentirsi vicino a qualcuno. Perché abbia scelto me resterà il mio più grande interrogativo,ma non importa.
Stare con lui mi fa stare bene e sono grata che lo stesso significhi per lui.
Quando vorrà parlarmi di Haven e della sua famiglia sarò pronta ad ascoltarlo,ma fino ad allora mi basterà godere della sua compagnia.
<<Dammi l'accendino femminuccia.>>
Freddie sogghigna e me lo lancia.
Un lampo gli balena negli occhi quando schiude le labbra e dice : <<Credo che ti piacerebbe scoprire il contrario di ciò che hai  appena detto.>>
Quasi mi strozzo.
Cazzo se mi piacerebbe.
<<Sogna Carter.Non tutte le ragazze cadono ai tuoi piedi.>>
<<Purtroppo non tutte.>>
Scandisce bene le ultime sette lettere come se non fossi in grado di capire.
Freddie Carter ci sta provando?
Probabilmente sto delirando, il freddo deve aver congelato gli ultimi neuroni sani di entrambi.
Gli porgo l'accendino e quando la mia mano si avvicina alla sua, i suoi incisivi mi si conficcano nella pelle.
<<Aia! Ma sei scemo?>>
<<Bisogna mantenere attiva la circolazione piccola.>>
<<Ah si eh?>>
Mi siedo e sorprendendo più me stessa che lui gli sferro un morso sul collo. Così forte che il segno rosso troneggia sulla pelle abbronzata anche al buio della notte.
<<Che cazzo Beth!>> strilla.
<<Non sfidarmi Carter.>>
Non riesco esattamente a descrivere ciò che succede nei minuti successivi.
Probabilmente il mio cervello lo sta ancora elaborando.
Freddie sorride, un ghigno promettente, quasi sinistro.
Allunga la mano dietro la mia nuca, una scia di brividi mi accarezza la schiena pallida.
Sento le sue dita intrecciare i miei capelli con forza e poi la sua bocca carnosa e calda premere sulla mia.
I morsi dalle mani passano alle labbra,mentre la sua lingua mi accarezza e mi esplora con voracità.
Rispondo lasciando che il mio corpo guidi se stesso.
Non so più niente, non c'è più ragione, solo noi e tutto il caos che questo gesto lascerà dietro di se.

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