Prima

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<<Mi dispiace tanto amore.>>
Freddie sbuffa dall'altro capo del telefono.
<<Ti rendi conto che quella mi ha bocciato perché non ho accostato?>> Strilla.
Con il telefono stretto tra la spalla e l'orecchio mi infilo lo stivale.
<<Stronza.>>
<<Già, l'ennesimo fallimento della mia vita. >>
Mi fa male il cuore a sentirlo parlare così. <<Freddie può succedere di sbagliare, sei solo un po' in ritardo. La prossima volta andrà bene. >>
Mi sembra quasi di vederlo, scuotere la testa arrabbiato con tutto.
<<Mia madre non c'è, vieni da me Beth.>>
Quel "vieni da me" mi fa scivolare una scia di brividi caldi lungo la schiena.
<<Kay non può accompagnarmi, ha la macchina fuori uso. Prendo l'autobus.>>
<<Ok, ti aspetto alla fermata.>>
Lo sento sorridere ed il mio cuore fa una capriola.
<<A più tardi.>>
<<Ehi bionda>> Sospira rumorosamente. <<Non vedevo l'ora di venirti a prendere.>>
<<Ci vengo io da te Carter. >>
**
Tra poche ore è il mio compleanno. Kay mi ha detto che Freddie le ha chiesto aiuto per comprarmi un regalo, magari sta volta ce la faccio a passarlo con lui.
Sarebbe l'unica volta in cui festeggerei felice.
L'autobus è in maledetto ritardo, il mio telefono è morto e sto congelando.
Mi stringo nel piumino e affondo il naso nella sciarpa.
Groove è semi deserta, poco illuminata e silenziosa.
Mi pianto le cuffiette nelle orecchie e mi faccio accompagnare da Chris Brown per tutto il viaggio verso casa di Freddie.
Quando scendo mi accorgo che non è solo l'aria ad essere gelida.
Mi avvicino piano a lui, in testa ha il capello che gli ho regalato qualche giorno fa, quello bordeaux scuro.
<<Dove sei stata?>> Mi chiede scostandosi un po'.
Sono confusa, mi sembrava che andasse tutto bene.
<<Da Kay, poi ho preso l'autobus fino a qui. Che succede?>>
Si accende una sigaretta e se la fuma in quattro tiri.
Gli occhi scuri sono pieni di rabbia, il viso contratto e furioso.
<<Freddie mi stai spaventando che cazzo succede.>> La mia voce lamentosa non la riconosco.
<<È passato il tuo ex, poco fa proprio qui. >>
<<E allora?>>
Mi afferra per una mano e mi trascina dietro un vicolo.
Le sue urla squarciano il silenzio della sera.
<<E allora? Stavi con lui non è vero? Stavi con lui e poi hai preso l'autobus fino a qui pensando che non me ne sarei accorto.>>
Mi ci vuole un po' per metabolizzare le sue parole. Le sue accuse.
Come può pensare davvero di essere ancora a questo punto? Come può credere che ce lo farei di nuovo, proprio adesso che siamo finalmente felici.
<<Ma stai scherzando? >>
<<No Beth! Dove cazzo stavi?>>
La furia cieca si impadronisce anche di me e a quel punto non c'è più modo di tornare indietro per entrambi. <<Vaffanculo Freddie, tu sei fuori di testa! Sono qui per te, sopporto le tue paranoie, le mie, i tuoi problemi con la fiducia. Ti amo come non ho mai fatto in vita mia e te lo dimostro da mesi, forse per te non è la stessa cosa.>>
Urliamo, urliamo come pazzi uno contro l'altro. Così forte che qualcuno si affaccia dalla finestra per controllare se non ci stiamo ammazzando.
Non ci posso credere, ancora mentre mi insulta e mi sputa tutto il suo veleno addosso, non ci posso credere.
Gli ho dato tutta me stessa in questi mesi più che mai. Credevo che avesse capito, ma ovviamente non è così.
I suoi mostri gli sussurrano che è sbagliato essere felice che lo ferirò ancora, ed io non posso farci niente.
<<Andiamo a casa!>>
<<Tu mi hai tradito di nuovo!>>
<<Andiamo a casa, ti do il mio telefono e guardi tutto quello che vuoi. Ti prego Freddie andiamo a casa.>>
Non riesco a credere neanche alla mia voce disperata, ne tanto meno a quello che ho appena detto.
Io non sono così eppure salvarci è l'unica cosa che conta per me.
<<Tu eri con lui, te lo leggo in faccia non mi serve il tuo cazzo di telefono.>>
L'odio con cui mi parla mi spezza in due, così prendo la decisione più dolorosa della mia vita.
Sono sei anni che ci guardiamo negli occhi professando un amore che non ci riusciamo a dimostrare.
Non posso ricominciare da capo, a soffrire, a sopportare. A questo punto le paranoie di entrambi dovrebbero essere un oscuro ricordo, ma non è così.
<<Io ti amo, l'ho fatto forse nel modo sbagliato ma ti ho dato tutto quello che potevo. Ho aspettato che l'ansia ti abbandonasse ma non è successo.
Per quanto ti amo Freddie non posso vivere così. Non posso essere terrorizzata di trovarti in questo stato.>> Piango, piango tutte le lacrime di cui sono in possesso.
Me le lascio scivolare in faccia, sperando come una stupida che lui sia in grado di raccoglierle.
Freddie rimane lì a guardarmi con l'espressione incazzata, i pugni chiusi lungo i fianchi con le nocche bianche.
<<Vattene! Sei una puttana!>>
Torno da lui, gli parlo ad un centimetro dal viso. << Non provare a cercarmi. Mai più >>

Ci sono almeno cinque messaggi quando riaccendo il cellulare. Non riesco a respirare.
Scorro velocemente le parole stampate sul telefono senza leggerle davvero. Non rispondo a Freddie e alle sue scuse, non rispondo ai messaggi deliranti che vengono subito dopo.
Lo blocco, lo blocco dappertutto, cancello il suo numero dalla memoria del telefono e dopo aver pianto fino a farmi esplodere la testa, crollo.

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