Ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno

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Avete presente quando d'estate trasportate le pesantissime borse della spesa, con i pantaloncini corti, in cui sono contenuti solo imballaggi di cartoncino rigido di forma rettangolare, con quegli angoli affilatissimi che ad ogni passo ondeggiano e ti graffiano completamente i polpacci? Anche loro infieriscono come se il caldo lancinante del sole di mezzogiorno non fosse abbastanza.
Ecco.
Se non l'avete mai provato datevi da fare quest'estate.
Io mi sento così.
Io sono lì, a camminare inesorabile sotto il mezzogiorno della mia depressione, senza più forze, ma costringendomi a continuare a camminare. Mi trascino dietro i ricordi della mia felicità, tanto agognata, finalmente raggiunta e persa così presto. Non riesco a farmene una ragione, non riesco ad accettare di aver perduto quel momento così velocemente; quindi lo trascino dietro nelle mie buste. Ma i ricordi feriscono, vogliono essere abbandonati, ed io non ci riesco.
Persevero.
Persevero e mi ferisco.
Ma almeno continuo a camminare.

Pazzia su cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora