Altri 5 mesi erano passati, scorrendo in modo tranquillo.
Mario era felice, viveva tranquillo accanto all'uomo che amava e di cui ormai non avrebbe più potuto vivere senza.Era mattina e Mario era a bordo piscina ,come ormai era sua abitudine fare, a leggere uno dei suoi libri, quando una parola scritta fra quelle pagine bianche lo colpì facendolo sussultare.
FAMIGLIA.
Famiglia.... Mario non aveva più i genitori, erano morti quando lui era solo un ragazzino, in un incidente stradale. Era stato cresciuto dai nonni fino ai suoi 18 anni.
Poi decise che era arrivato il momento di prendere la sua vita in mano ed era partito per la città.
E li aveva conosciuto Alessandro e Valentina... i suoi amici ... loro erano tutto quello che aveva... erano la sua famiglia.Solo ora si rendeva conto che erano quasi 2 anni che non li vedeva.
Da quando Claudio lo aveva portato via, non aveva più dato sue notizie.
Era stato talmente, assolto da lui, sopraffatto dall'amore immenso e malato che provava verso il suo rapitore, che aveva completamente dimenticato la sua famiglia, i suoi amici.Questa presa di coscienza lo fece inorridire, come aveva potuto dimenticarsene? Sicuramente avevano sofferto ed erano impazziti quando era scomparso.
E se lo credevano morto?A quel pensiero si sentì soffocare dalla colpa. Doveva fare qualcosa, doveva rivederli, spiegare loro cosa era successo e dirgli che stava bene.
DOVEVA TORNARE A CASA.
"Claudio?" Lo chiamò con la voce che tremava , non sapendo come l'avrebbe presa.
" Claudio, voglio tornare a casa."
A quelle parole Claudio, che dormiva nel lettino a fianco, aprì di colpo gli occhi e alzò la testa.Il suo sguardo si indurì e il suo tono diventò freddo e minaccioso. "Tu sei a casa."
"Voglio vedere i miei amici, Claudio, non sanno cosa mi è successo, io sono stato completamente assorto da te, dimenticandomi completamente di loro. Sono una persona orribile. Ne ho bisogno, ti prego, riportami a casa".
Claudio si alzò e avvicinandosi a lui lo strinse forte, quasi fino a soffocarlo. "È questa la tua casa, Mario. Qui. Con me. Non là fuori".
"Sono i miei amici Claudio. La mia famiglia. Proprio come tu sei la mia famiglia ora. Non posso passare tutta la vita rinchiuso in una gabbia per essere al sicuro. Impazzirei".
Gli occhi di Mario si riempirono di lacrime, che premevano per uscire.
Claudio lo fissava, con gli occhi pieni di frustrazione , per poi lasciarlo andare con un movimento brusco, ed alzarsi.
Com molta cautela Mario lo seguì e lo abbracciò da dietro circondandogli i fianchi .
"Ho solo bisogno di passare un pò di tempo con loro, dirgli che sto bene, Claudio" lo girò per poterlo guardare negli occhi e continuò " Ne ho davveto bisogno".
Claudio lo fissò, e senza dire una parola, andò in camera a vestirsi.A pranzo Claudio non spiccicò una parola.
Mario non sapeva più come fargli capire il suo punto di vista e che ritornare a casa sua per un pò era giusto.D'improvviso Claudio lo guardò e fissandolo con uno sguardo duro disse " Ti dirò questo una sola volta, Mario"...... " Se disobbedisci o fai qualcosa che possa metterti in pericolo mentre siamo a Roma, ti punirò. Capito?" .
Prima che potesse finire di parlare, Mario si alzì e saltò sopra di lui. " Si" rispose circondandoglu il collo con le braccia e iniziando a baciargli tutto il volto" Grazie. Grazie. Grazie. Ti amo! ".
Claudio lo afferro per la nuca e lo baciò fino a restare senza fiato " Non farmi pentire di questo, gattino mio" mormorò, alzandosi e portandolo verso la camera da letto. "Faresti bene a non deludermi, credimi".
"Non lo farò" promise Mario stringendo ancora di più le braccia intorno al suo collo e inspirando il suo profumo. " Te lo prometto, Claudio".
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Liberami...abbracciami...amami (Clario)
FanficE se qualcuno ti strappasse dalla tua vita per rinchiuderti in una prigione dorata ? mario nn poteva sapere ciò che il destino aveva in serbo per lui quando quella sera quegli occhi verdi glaciali avrebbero incontrato i suoi