Compleanno

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Quella mattina fu la delicata sensazione di sentire i piedi massaggiati a svegliare Mario.
Aprendo gli occhi, vide Claudio seduto  sul letto, magnificamente nudo e con in mano una bottiglia d' olio per massaggi.
"Buongiorno" disse. Mario lo fissò, in silenzio per la sorpresa.
Claudio non lo aveva mai svegliato in questo in quel modo piacevole prima d'ora.
"Uhm, Claudio che stai facendo?"
"Ti sto facendo un massaggio" disse Caludio divertito " Perchè non ti rilassi e te lo godi?".
Mario si rilassò sprofondando nella comodità del suo materasso. Le mani di Claudio erano magiche, Mario aveva ricevuto messaggi professionali , ma nulla di paragonabile a quello.
Claudio faceva attenzione ad ogni minima cambiamento del respiro di Mario, alla più lieve contrazione dei suoi muscoli.....
Dopo averlo massaggiato tutto accuratamente, Claudio si fermò e portò Mario sotto la doccia . Poi si abbassò su di lui, facendogli provare piacere con la bocca fino a farlo esplodere in uno sconvolgente orgasmo.
A colazione Mario canticchiava felice, era in assoluto la migliore mattina da mesi, e per una strana coincidenza Rosita aveva preparato i suoi piatti preferiti.
"Mmm, è davvero buona" muglolò Mario a bocca piena.
"Rosi è squisita" . Claudio sorrise " Hai fame gattino mio?"
"Sto morendo di fame" rispose Mario "Credo di aver bruciato un sacco di calorie ieri".
"Penso proprio di si" disse Claudio sorridendo malizioso .
Finita la colazione Mario era così sazio che non sarebbe riuscito a mandare giù nemmeno un'altro boccone.
Ringraziò Rosita per l'ottima colazione e fece per alzarsi quando Claudio afferrò il suo polso "Aspetta Mario" disse tirandolo a sedere di nuovo "C'è un'altra cosa che Rosita ha preparato oggi".
"Uhm, va bene ". In quel momento Rosita tornò con una grande torta al cioccolato, con sopra delle candele accese.
"Buon compleanno Mario" disse Claudio con un sorriso. "Ora esprimi un desiderio e slegni le candeline"...

                              ~~~~~~~

Mario spense le candele in automatico senza nemmeno rendersi conto che gli ci vollero 3 tentativi per farlo.
La sua mente era un turbinio vorticoso, si sentiva insensibile, come se niente potesse toccarlo, tutto ciò a cui riusciva a pensare è che era il suo compleanno.
Questa presa di coscienza gli fa venire voglia di gridare.
"Lasciaci soli Rosi" disse improvvisamente Claudio " Io e Mario abbiamo bisogno di restare soli".
Rosita restò sconcertata dal tono di voce di Caludio, ma ubbidì senza fiatare lasciandoli soli.
Mario non vedeva Claudio così arrabbiato da molto, ma in quel momento non se ne preoccupò, tutto il suo corpo tremava. Un anno. Era passato un fottutissimo anno. La rabbia cresceva sempre di più dentro di lui.
E fu un attimo e perse completamente ogni briciolo di lucidità, afferrò la cosa più vicina, la torta, e la scaraventò con forza a terra, spargendo la glassa ovunque, a cui seguirono i piatti e poi i bicchieri che si frantumarono in mille pezzi, mentre sentiva urlare da lontano.
Dopo molto si rese conto che quelle urla e quelle imprecazioni che sentiva erano le sue, e non riusciva a fermarle.
Tutta la rabbia dell'anno passato era tornato in superficie.
Mario non si rese conto per quanto tempo rimase in quello stato prima che due braccia d' acciaio lo avvolsero  da dietro, imprigionandolo in un abbraccio familiare.
Scalciò e urlò fino a quando la sua voce non diventò rauca, fino a quanfo non ce la fece più e crollò accanto a Claudio, sconfitto, con le lacrime che gli rigavano il viso.
"Hai finito?" Gli sussurrò Claudio all'orecchio.
Mario scosse la testa in risposta, ma sapeva di aver finito, che qualunque cosa gli era presa era passata, lasciandolo sfinito e vuoto.
Claudio lo girò tra le sue braccia , per costringerlo a guardarlo, c'era qualcosa di inquietante nel modo in cui lo guardava , come se volesse divorarlo.
E in quel momento, Mario vide le vose chiaramente.
Non era arrabbiato perchè era prigioniero sull isola da un anno intero.
Ciò che gli bruciava dentro non era la prigionia, ma il fatto che quella prigionia gli piaceva.
Riusciva a malapena a ricordare i volti di coloro che aveva lasciato alle spalle.
L'unica cosa che contava per lui ora era l' uomo che lo stava stringendo nel suo forte abbraccio.
Claudio-il suo rapitore, il suo amante.
"Perchè, Mario?" gli chiese " perchè?"
Mario rimase in silenzio, non poteva dirglielo, aveva preso già troppo da lui. Non poteva .
"Dimmelo" ordinò "Dimmelo ora" .

"Ti odio" gracchiò Mario " ti odio".
Claudio lo fulminò con lo sguardo "Davvero?" sussurrò " Mi odi gattino mio?".
"Si" sibilò " Ti odio!".
Mario voleva convincerlo di quello. Non doveva sapere la verità.
Il viso di Claudio si indurì buttò in terra i restanti piatti sul tavolo e lo spinse sopra, costringendoloa piegarsi.
Gli afferrò la nuca con una mano mentre si slacciò la cintura.
Si chinò su di lei, stringendo le dita intorno al suo collo "Sei mio, Mario... mi appartieni, hai capito? Ogni singola parte di te è mia".
La sua erezione premeva sulle natiche di Mario, la sua durezza, era sia una minaccia che una promessa.
Mario strinse gli occhi preparandosi a quello che accadrà.
La cinta si abbattè sul culo di Mario, più e più volte.
Il suo corpo iniziò a rilassarsi a sciogliersi e ogni colpo di cinghia iniziava ad assomigliare a una carezza.
Quando Claudio si fermò e lo girò, negli occhi di Mario non era rimasto nemmeno un briciolo di disprezzo, lasciando spazio solo all'amore.
Mario avvolse le braccia attorno al collo di Claudio, tirandolo sul tavolo con lui e gioì del suo sapore, dei suoi baci affamati con cui gli consumava la bocca.
Claudio armeggiò con i jeans, e poco dopo era dentro Mario, penetrandolo con una potente spinta .
Mario si sentì sollevato, avvolse le gambe intorno alla sua vita, portandolo più in profondità, sentendo la necessità di essere scopato il più selvaggiamente possibile.
"Dimmi, Amore, dimmi quanto mi odi .... Dimmi"
"Non ti odio" ansimò Mario "Non ti odio Claudio".
Claudio sorrise e spinse i suoi finachi in avanti, mentre la sua asta scavava dentro Mario.
"Dimmi" ripetè. Gli occhi di Claudio bruciavano in quelli di Mario.
E Mario non resistette più " Ti amo ... non ti odio Claudio.... non posso.... non posso perchè ti amo".
A quelle parole le pupille di Claudio si dilatarono e il suo cazzo si gonfiò di più dentro Mario, diventando più spesso e più duro di prima, lo tirò fuori e poi lo spinse di nuovo dentro, facendo ansimare Mario per la ferocia del suo possesso.
"Ripetilo" gemette Claudio , e Mario lo fece  perchè adesso non c'era più motivo per nasconderlo.
Era innamorato cotto del suo sadico rapitore e nulla al mondo avrebbe potuto cambiare quel fatto.
"Ti amo" sussurrò "ti amo Claudio" .
Gli occhi di Claudio divennero ancora più scuri e poi piegò la testa, consumando la bocca di Mario in un profondo bacio appassionato .
Ora Mario era veramente  suo e Claudio ora lo sapeva.


Nota autrice :
Vi lascio questo capitolo nn so quando potrò scrivere il prossimo. Vi ringrazio tanto per seguirmi cn tanto affetto, buona lettura un bacio 😘😘

Liberami...abbracciami...amami (Clario)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora