il solo modo di uscire dal labirinto della sofferenza è perdonare.
John GreenManuel
Il nostro discorso terminò lì, in riva al lago! Non aprii più bocca e nemmeno lei aggiunse altro, non dopo che le avevo ricordato, guardandola dritto in faccia, quel tradimento che ancora mi bruciava il cuore e che sapeva d'odio, rimorso e rammarico.
Un mix esplosivo e micidiale, che mi aveva reso e trasformato in un codardo, sì...ero fuggito senza dirle niente, senza lasciarle una spiegazione, senza darle la possibilità di spiegarsi, chiarirsi, rimediare......aveva perso la mia fiducia per sempre, e completamente!
E se ne era andata lei questa volta, a testa bassa.
Pur di non parlarle più, pur di non guardarla più, pur di non sentirla più e non sapere più nulla di lei, ero disposto a fuggire via ancora una volta, lontano da questa città che ci aveva unito e poi distrutto.
Insieme, io e Cristina, avevamo raggiunto l'apice della contentezza, per poi precipitare inesorabilmente all'inferno! E senza paracadute...una caduta del genere faceva davvero male, portava scompiglio e caos e poteva trasformarsi davvero in qualcosa di altamente terribile e mortale, per entrambi.
Un veleno letale.
Damiano...
...quel gran bastardo che aveva addosso più inchiostro che pelle e che al posto della dolcezza racchiudeva un forziere di arroganza, presunzione e violenza, era sempre stato il mio rivale in amore.
Era il ragazzo più ambito, acclamato, ricercato, desiderato, voluto e amato dalle ragazzine della nostra cittadina, e non credevo che anche la mia Cristina potesse cadere nelle sue grinfie, lei sembrava diversa da tutte le altre, era la mia migliore amica, la mia vicina, la mia confidente, la mia sostenitrice, la mia consigliera, la mia dolce ragazza, ed invece...mi aveva deluso, l'aveva fatto...Mi aveva tradito.
Odiavo questo posto, perché lei mi aveva pugnalato alle spalle, e non aveva saputo porvi rimedio neanche in questi tre anni. Avevo atteso sue notizie, avevo sperato che si facesse viva, invece...silenzio.
Aveva fatto presto a rinunciare al nostro amore, dopo avermi incastrato in un matrimonio riparatore...
...nel quale era nata una creaturina, che non riuscivo a guardare ancora in faccia, che non ritenevo fosse mia, che non sopportavo.
Lei...che era così simile a sua madre, forse troppo.
Quella piccola non aveva alcuna colpa, certo! Ma era come se mi avesse tradito un po' anche lei, ugualmente, arrivando in un momento tragico e drammatico della mia vita senza lasciarmi tregua.Ero fuggito, lontano, e non mi ero pentito.
Dopotutto, era sempre stato il nostro sogno visitare città e posti nuovi...
...ma alla fine, lei era rimasta qui.
" Cosa ci fai qui, Manuel? " domandò mio zio, Calogero, con un ampio sorriso stampato in volto. La sua faccia paffuta e abbronzata, le sue labbra carnose, il suo fisico appesantito da chili di troppo, i suoi occhi piccoli e castani e il capello di paglia che portava sempre sulla testa calva assieme ad un vestiario prettamente da contadino, mi fecero capire che in questi anni non era minimamente cambiato, affatto.
Zio Calogero era il fratello maggiore di mia madre, con lei aveva in comune soltanto il colore chiaro degli occhi, che avevano ereditato entrambi dalla nonna paterna, e nient'altro.
Lui era da sempre alla ricerca costante e disperata di una donna, fin da quando avessi memoria, e proprio per questo motivo era un assiduo e accanito sostenitore riguardo ogni tipo di festa, viaggetto e serata che la comunità locale decideva di organizzare in ogni stagione dell'anno. Creare eventi del genere, di questa portata, era sempre un'ottima e valida occasione e opportunità per fare conoscenze e instaurare nuovi legami, no?
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Hug me, baby
ChickLitManuel & Cristina sono cresciuti insieme. Erano vicini di casa, compagni di scuola, migliori amici, ma soprattutto due ragazzi inseparabili e follemente innamorati l'uno dell'altra. Progettavano di fare grandi cose insieme, costruire il proprio f...