C'è una forza motrice più forte del vapore,
dell'elettricità e dell'energia atomica: la volontà.
Albert Einstein
Cristina
Buffo come le cose possano prendere una piega del tutto inaspettata e diversa da ciò che ci si aspettava.
Un giorno, preghi che un uomo senza scrupoli sparisca dalla tua vita e il giorno dopo ti ritrovi a sperare e a pregare che non lo faccia più.
Damiano era la nostra condanna e la nostra assoluzione!
Quattro giorni fa, Manuel era finito in custodia cautelare, essendo l'unico indagato e sospettato per aver ridotto in fin di vita colui che avrebbe voluto farmi del male! Molto male!
Inutili erano state le mie parole, la mia confessione...
...quello che era successo prima, non contava adesso!
Damiano era finito tra la vita e la morte, chissà come, e non avrei mai pensato nemmeno nei miei sogni peggiori, più strani e proibiti che sarei finita per chiedere a Dio di salvarlo.
Non l'avevo perdonato, affatto. Ancora era ben lontano dal ricevere il mio perdono, ma se fosse morto Manuel sarebbe stato condannato a vent'anni di carcere del tutto ingiusti, non volevo questo, non poteva accadere...
Non ora.
Né mai.
Non adesso che c'eravamo ritrovati.
Manuel l'aveva picchiato, sì, ma non l'aveva ridotto così male a tal punto da mandarlo in coma! Non poteva essere stato lui, doveva esserci per forza dell'altro. Qualcosa da scoprire, capire e portare alla luce.
Manuel non poteva essersi rovinato la vita per me.
Paola e Antonio, i suoi genitori, s'erano subito prodigati per aiutarlo con ogni mezzo a disposizione, avvalendosi di un buon avvocato, e nel frattempo continuando a sborsare una cifra stellare per assoldare il più bravo degli investigatori privati, che già aveva fatto un ottimo lavoro nello scoprire la verità sulla nascita di Damiano.
Erano stati quattro giorni di fuoco, di lacrime, di grida disperate. Non mi avevano concesso di vederlo, nemmeno per un minuto!
Manuel era lì, chiuso in carcere come il peggiore degli assassini!
E io...non potevo fare nulla, se non confermare i miei sospetti sul fatto che aspettassi un figlio o meno.
Stringevo forte quel test di gravidanza da una buona mezz'ora, ma non riuscivo ancora a venirne a capo.
Come avrebbe potuto migliorare la situazione il sapere oppure no di un nostro secondo figlio in arrivo?
Deglutendo depositai nuovamente il test nel mobiletto del bagno, posto accanto al lavandino, e mi bloccai portandomi una mano davanti la bocca colta da un senso di nausea non indifferente. Ultimamente, le nausee erano sempre più frequenti, quindi...trattenni a stento un conato di vomito. Tossii, poggiando le mani sul lavandino.
No, no.
Non adesso.
" Mamma, mamma..." chiamò Blu, con la sua vocetta dolce e gentile. Era in piedi, sulla soglia della porta del bagno, che purtroppo avevo lasciato aperta.
Eravamo da sole in casa, i miei genitori erano con zio Calogero, a lavorare nei campi di proprietà degli Spadafora.
Erano stati "assunti" definitivamente dai miei ex suoceri e dallo zio di Manu, potevamo pagare così le bollette e spese di vario genere, senza sentirci in colpa e in dovere di ripagare tutto ciò che loro facevano già per noi.Nonostante quello che stava accadendo, i campi non potevano essere abbandonati e lasciati allo sbaraglio, assieme a tutti coloro che ci lavoravano.
Per il bene dell'azienda e per il nostro bene, dovevamo continuare ad andare avanti, in qualche modo. L'azienda degli Spadafora dava da mangiare a numerose famiglie di questo Paese, dopotutto." Dimmi amore..." mormorai a fatica, quasi sottovoce tentando di controllare la nausea che mi stava causando anche violenti giramenti di testa.
I suoi occhietti azzurri mi fissavano preoccupati, mentre i suoi boccoli dorati le incorniciavano il visetto tondo e liscio.
Fra due settimane avrebbe dovuto iniziare il suo primo anno d'asilo. Io e Manuel avremmo voluto accompagnarla, insieme.
Ce l'avremmo fatta?
" ...el, è cattivo? "
Quella domanda mi spiazzò, e subito corsi ai ripari: " No, tesoro. Non pensarlo neanche. Nel modo più assoluto. "
Lei dondolò sui talloni, facendo svolazzare con le manine il suo vestitino bianco a pois neri: " Allora, perché non è qui? "
Mi piegai sulle ginocchia, cercando di riavermi e d'ignorare ogni sintomo che fosse collegato ad una possibilissima gravidanza. Il mio ciclo era persino in ritardo.
" Amore, Manuel è andato via per qualche giorno, ma lui non è cattivo. "
Lei mise il broncio: " Però, non c'è. E' andato via, perché? "Le portai un boccolo delicatamente dietro un orecchio, sforzandomi di sorriderle: " Ha dovuto allontanarsi per un po' da noi, ma non per sua volontà. E' stato costretto. Non essere arrabbiata con lui, ok ? " le consigliai prendendole il visetto fra le mani e scoccandole un tenero bacio in fronte.
" Per colpa mia? " chiese triste, abbassando lo sguardo.
Allarmata, risposi subito: " Noooo, piccola. Cosa dici? Manuel ti adora, ti ama follemente. Non si allontanerebbe mai da te. Tu non hai nessuna colpa. Sei una bambina bravissima, dolcissima, perché mai dovrebbe andarsene per colpa tua? "
" Lui è il mio papà. " disse di getto, con la sua vocina bianca, angelica. " E' tornato e adesso non c'è più! "
I bambini avevano sempre un metodo tutto loro per risolvere le proprie faccende, ossia dare la colpa a se stessi per tutto ciò che accadeva intorno a loro.
E sgranai gli occhi di colpo, il mio cuore si era fermato e il mio respiro mozzato: " Come hai detto? "
" El è il mio papà. Lo so "...
Angolo Autrice
Ciaooooo, sì...la situazione è complicata, complessa, contorta! Damiano è mezzo morto, chissà per quale ragione, secondo voi la colpa è da attribuire tutta alle botte del nostro bel Manuel? Sarebbe davvero grave se Dam morisse, lui sarebbe accusato d'omicidio! Mmm...cosa ne pensate? Vedremo...
Ringrazio molto Spadini & Spadine per essere qui, innamorati e affezionati come me a questa storia <3
Al prossimo capitolo...
Un bacione grandissimo ;)
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Hug me, baby
Genç Kız EdebiyatıManuel & Cristina sono cresciuti insieme. Erano vicini di casa, compagni di scuola, migliori amici, ma soprattutto due ragazzi inseparabili e follemente innamorati l'uno dell'altra. Progettavano di fare grandi cose insieme, costruire il proprio f...