N.a Buona sera signore e signori! Sarò breve perché non ho tempo nemmeno per respirare. Prima di tutto, chiedo perdono per il ritardo. Secondo, questo capitolo è un po' strano, perché ho attraversato un vero e proprio blocco dello scrittore questa settimana, ma spero vi piaccia comunque. Terzo, devo avvertirvi di una cosa *disclaimer* : la prossima settimana non ho idea se aggiornerò la storia o meno, perchè il 19 ho un'esame importate all'università e quindi il mio ritardo è motivato da ciò, ma passato l'esame prometto che continuerò immediatamente. Detto questo, ringrazio chi continua a seguirmi, chi ha messo la storia nella sua biblioteca/elenco lettura e recensisce. Vi ringrazio anche per avermi dedicato un po' del vostro tempo! Un bacio tutti, alla prossima settimana (spero).
*
«Cosa?» domandai pensando di aver sentito male.
«Jamie e i suoi consiglieri sono stati uccisi mentre cercavano di fuggire dal palazzo» ripetè atono guardandomi in viso.
Mi misi seduta e il cuore mi arrivò immediatamente in gola.
«Non è possibile, non può essere...» farfugliai prendendomi il viso tra le mani, come per capire se fosse reale tutto quello che stava accadendo.
Jamie, Selene e Benjamin erano morti.
Io non potevo crederci.
«Lo hanno comunicato Xavier e Deal attraverso un annuncio ufficiale»
Rimasi in silenzio sentendo il cuore rimbombarmi forte nelle orecchie. Nonostante le parole di Adam io sentivo di non volergli dare ascolto, mi sentivo ancora legata a lui, come se quel legame di sangue ancora non fosse reciso.
«Sei sicuro sia così?»
Lui mi guardò impietosito «Aisleen lo so che tu vorresti fosse tutto falso, ma purtroppo non lo è...»
Un'altra pugnalata al cuore. E se Adam avesse ragione? Se fossi io ad illudermi che lui sia ancora vivo?
«E' normale che lei reagisca così» affermò Victoria entrando nella mia stanza.
«Ma io lo percepisco che lui è ancora vivo» dissi sicura.
Lei mi fissò con uno sguardo indecifrabile «Lo percepisci?»
«Sì... Come dire... So che lui è ancora vivo, anche se non so come»
Lei si scambiò un'occhiata con Adam e poi si avvicinò al mio capezzale.
«Potrebbero essere i tuoi poteri... Forse potresti riuscire a capire cosa è accaduto loro» mormorò corrugando le sopracciglia scure.
«Posso provarci, ma cosa dovrei fare di preciso?» domandai incerta.
«Dovresti cercare di focalizzarti sulle sensazioni che provi adesso, anche su Jamie magari»
Annuii e mi mordicchiai il labbro inferiore cercando di seguire le indicazioni di Victoria. Feci come disse: chiusi gli occhi, inspirai profondamente e mi focalizzai su Jamie, o per lo meno, sull'immagine che la mia mentre proiettava di lui. Cercai di concentrarmi sui dettagli del suo viso che meglio ricordavo, come le iridi dello stesso colore dell'oro fuso, i capelli sempre scompigliati e il mezzo sorriso che gli avevo visto raramente fare.
E fu in quel momento che sentii la testa più leggera, come se fosse vuota. Nella mia mente, tenui come nuvole di fumo, apparirono immagini offuscate di un passato incerto. Cercai di capire a quale situazione del passato io avessi fatto richiamo ma lo capii non appena lo vidi.
Vidi lui, Benjamin e Selene uscire da una cella. Camminavano in silenzio, uno dietro l'altro e si spostavano in punta di piedi, nascondendosi dietro le mura di pietra. Poi la scena cambiò, e li vidi vicino all'uscita. Jamie si era sporto per controllare se fosse libera, ma aveva dovuto attendere qualche istante poiché vi erano due guardie. Disse qualcosa ai due consiglieri prima di uscire dall'ombra. Si schiacciò alla parete e si mosse verso le due guardie intente a discutere. Poi lo vidi saltare addosso ad una delle due guardie e a quel punto nuovamente le immagini si dissolsero velocemente. L'ultima scena che mi si figurò nella mente fu la recisione della gola di qualcuno.
Aprii gli occhi e mi ritrovai i visi preoccupati di Adam e Victoria davanti. Ero stesa nuovamente nel letto, come se fossi svenuta. Mandai giù il groppo che avevo in gola prima di riuscire a sussurrare tra le lacrime «Perché? Perché proprio Jamie?»
*
Vendendo alcuni dei gioielli che portava Jamie era riuscito a procurare a lui e ai suoi consiglieri dei cavalli, sani e in buona salute. Il suo cavallo galoppava nella neve, lasciando dietro di sé impronte fangose. Lo guidava con parsimonia, senza mai perdere il controllo. Guidava l'animale verso confini, alla ricerca di informazioni riguardo l'Ordine della rosa e il posto nel quale risiedessero i cacciatori di vampiri.
Sui visi pallidi e imperlati di ghiaccio portavano le espressioni stremate. All'alba avevano intravisto una catapecchia abbandonata tra gli abeti e ci si erano infilati dentro per scampare alla tormenta e alla notte. Avevano legato i cavalli in un angolo e avevano cercato qualcosa con cui nutrirsi.
Benjamin aveva cercato di trasfigurare al posto di una manciata di neve una boccetta contenente del sangue, ma era ancora troppo debole, come i suoi compagni del resto. Nulla poteva scalfirli se non la fame che provavano.
Non mangiavano da tre giorni e il freddo aveva ucciso qualsiasi bestia commestibile. Gli stomaci bruciavano stremati dalla fame. Era solo la speranza che li spingeva a non fermarsi.
«Mi mangerei anche un topo» aveva detto Selene sfregando le mani davanti al fuoco che avevano acceso per miracolo. Ma era consapevole che tutti i roditori presenti nelle circostanze erano molto probabilmente morti assiderati.
Quando il giorno dopo avevano ripreso a cavalcare verso sud, dopo un'altra giornata di viaggio, Jamie rimase incredulo quando in lontananza vide uno dei regni confinanti. Riuscì a farsi ricevere dal re, amico di suo padre e gli rivelò dopo molte insistenze la sede dell'Ordine.
«Ci è costato molti uomini capire dove si trovasse il loro nascondiglio, ma non esiterò a condividerlo con te. Dopo tutto tuo padre era una persona eccezionale...» gli aveva detto.
Li ospitò poi per la notte, in modo da rifocillarsi e a mettersi in sesto.
Non appena salirono nuovamente sui cavalli, il giorno dopo, attraversarono laghi, sentieri tortuosi e terreni fangosi per poi raggiungere il luogo che il re aveva indicato loro.
Era un palazzo grigio, situato in mezzo ad un bosco ombroso, circondato soltanto da cipressi.
«E adesso?» aveva chiesto Benjamin.
«Ci penso io» mormorò Selene. Aveva chiuso gli occhi e quando li aveva riaperti aveva indicato una piccola finestra ai lati della struttura.
«Dovrebbe essere lì»
Jamie non perse tempo e senza aspettarli, si staccò da terra, ritrovando il potere che aveva perso nel desiderio che provava di ricontrarla.
Si era fermato davanti alla finestra aperta, appoggiando le mani sul davanzale leggermente innevato. Aveva esitato quando l'aveva vista dormiente, coperta fino alle gambe da una coperta di lana. L'aveva continuata a guardare per capire se fosse reale o meno. Se fosse davvero la sua Aisleen. Poi fece leva sui gomiti, ed entrò nella stanza.
La raggiunse e si stese accanto a lei. Le accarezzò la guancia e non appena venne a contatto con la sua pelle calda si sentii completo. A quel contatto la bionda aprii gli occhi e ci mise un attimo prima di metterlo a fuoco.
«Jamie»
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Blood Ties - Linee di Sangue (STORIA SOSPESA)
VampireSecondo libro della trilogia Blood Ties: (1. Il principe dei dannati; 2. Linee di Sangue; 3. Il risveglio). CONSIGLIO DI LEGGERE IL PRIMO LIBRO DELLA SAGA ANCHE SE LA STORIA PUO' ESSERE SEGUITA PARTENDO DA QUESTO LIBRO. Da quando Aisleen è stata co...