Capitolo undici - Hyperborea

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N.a Bounjour! Sono tornata finalmente! Rieccomi con questo nuovo capitolo, felice di aver trovato un pò di tempo per scrivere. Allora che dire? Svelerò qui, in anteprima che presto capirete cos'erano quelle macchie nella stanza di Aisleen nel capitolo quattro. In più le cose tra Jamie e Aisleen sembrano incrinarsi. Ma finiranno per rompersi definitivamente? Vi lascio con il dubbio ^-^. Detto questo vi aspetto al prossimo capitolo, a presto

Marti.

*


La luce che entrava nel solarium era pallida e non sufficiente a illuminare la mappa spiegata di fronte a lui. Il suo sguardo continuava a essere tetro e si faceva sempre più buio ogni volta che ricordava quante poche speranze avessimo per entrare nel castello e, soprattutto, quante poche fossero le probabilità di non farci uccidere delle migliaia di guardie reali, che in passato gli avevano giurato fedeltà.
E Jamie aveva pensato che tra tutti noi da difendere - prima di tutti - ci fossi io.

Aveva capito inoltre, che sarebbe stato inutile prendere d'assalto il castello con così pochi uomini. Per riprendere il trono avrebbe dovuto prima ritrovare il Pugnale di Melkor. E le poche informazioni che Victoria era riuscita a recuperare dai Guardiani della Torre alla fine si erano rivelate utili. Il Pugnale si trovava, secondo quanto ci era giunto, in uno dei 5 boschi del regno: Hyperborea. Hyperborea era l'ultimo luogo in cui erano stati visti Lilith Rowan e Teodore Knight prima che gli fosse tolta loro la vita. Era risaputo che era pericoloso entrarci, perché una volta entrati era difficile uscirne. Ma Jamie sapeva che non vi era altra alternativa.

Osservavo il cortile. Ma sentivo lo sguardo di Jamie addosso, e istintivamente increspai leggermente le labbra in un sorriso
«Matthew sta dando una lezione ad Adam».
Commentai osservando divertita la scenetta dei due che si esercitavano con le spade. Adam, il capo del piccolo esercito dell'Ordine, che si confondeva come un ragazzino davanti all'imponente figura di Matthew era davvero esilarante. E io ricordavo Adam così: impacciato e tremendamente timido. Negli ultimi giorni, in poco tempo era ritornato l'Adam di sempre, come se la presenza di Jamie lo avesse fatto ricredere sul giudizio che aveva nei suoi confronti. In fondo era ancora il mio migliore amico e voleva solo il mio bene.

Matthew durante l'allenamento non faceva che provocare Adam e nemmeno si risparmiava. Victoria alla fine, era stata costretta a intervenire, prima che uno dei due ammazzasse l'altro.

«Smettila Matthew» lo aveva rimproverato come se parlasse ad un bambino.

«Stavo dando un po' di lezioni al ragazzino Vic» si era giustificato ridendo, di fronte alla faccia imbronciata di Adam.

«Lo hai maltrattato abbastanza per oggi» aveva detto tra le risate Benjamin, mettendo una mano sulla spalla di Adam.

Jamie mi affiancò per osservare quello che stava succedendo nel cortile. O meglio quello che stava succedendo di nuovo. Era da circa tre giorni che quei due si massacravano, uscendone ogni volta con le ossa rotte.

«Adam ha parecchio da imparare»

Mi voltai, e lo ritrovai con un sorriso indecifrabile sulle labbra.

«Tu sai duellare? Non ti ho mai visto farlo»

Lui aveva alzato un sopracciglio scuro «Ovviamente. Per chi mi hai preso amore

Appena l'ultima parola sfuggita dalle sue labbra venne recepita dal mio cervello, il mio cuore prese a battere furioso nel petto. Mi aveva appena chiamato amore?

Schiusi la bocca, fissandolo come una stupida ma cercai di riprendermi velocemente «A-allora quando ne avrai modo me lo dimostrerai»

Lui rise e mi cinse con il braccio sinistro la vita «Potrei insegnarlo anche a te» aveva soffiato piano.

Blood Ties - Linee di Sangue (STORIA SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora