Capitolo 9

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"È da una settimana che sta chiusa lì dentro. Forse sarebbe meglio parlarci, che ne dici?" dice Serena indicando la porta di Kate.

"Se neanche suo fratello è riuscito a farla ragionare non vedo perché noi ci dovremmo riuscire." dice Robert.

"Forse hai ragione, ma ci potremmo almeno provare." insiste lei

"Io ho un’idea migliore." dice Ashley spuntando dal nulla.

"E sarebbe?" dissero in coro.

"Aprire la porta e parlarci invece di stare in corridoio a blaterare e fare supposizioni." Ashley apre la porta, ma non trova nessuno all'interno della stanza."Qui non c’è. Deve essere uscita."


Dopo tre ore Kate non era ancora tornata a casa e la famiglia iniziava a preoccuparsi. Era già buio e di lei non c’erano notizie. Avevano provato a chiamarla almeno una ventina di volte, ma il cellulare risultava spento.


POV HARRY

Sento suonare il campanello, mi alzo pigramente dal divano e vado verso la porta. Appena la apro mi ritrovo Ashley davanti. Entra come una furia e inizia a guardarsi intorno.

"Ehi ferma! Che stai facendo?!" chiedo confuso.

"È qui! Lo so che è qui. Falla uscire immediatamente." urla infuriata 

"Ma di cosa stai parlando?" dico alzando la voce. Il suo modo di fare mi sta facendo innervosire.

"Sai benissimo di cosa sto parlando."

"NO! Non lo so."

" È sparita. Lo so che è qui." dice buttandosi sul divano a peso morto.

"Stai parlando di Kate?" lei annuisce. "E' da una settimana che non la vedo e non la sento, come può essere qui secondo la tua mente malata?"

"Allora dove diavolo è?! Sono ore che la cerchiamo e ha il cellulare spento."

"Hai chiamato Zayn?"

"Sì e non è da lui."

Prendo la giacca ed esco velocemente di casa senza dare spiegazioni di alcun tipo ad Ashley. Dopo una mezzoretta di ricerche arrivo in un piccolo parco abbandonato e la trovo distesa in una panchina. Mi avvicino a lei.

"Kate?" lei alza  la testa, mi osserva da capo a piedi e poi si ributta giù.

"Cosa ci fai qui?"

"Stai facendo preoccupare tutti! Sei sparita."

"Mi dispiace per loro, ma avevo bisogno di stare da sola e fuori da quella casa. Avevo bisogno di stare in un posto dove non ci fosse nessuno e mi sono imbattuta in questo piccolo parco mentre camminavo."

"Mi vuoi dire perché sei qui?" le chiedo mentre mi siedo accanto a lei.

"Non sembra ovvio?"

"Quel muro potrà tenere fuori il dolore, ma dovrai farlo oltrepassare a qualcuno prima o poi. Finirai per perdere quelli a cui tieni per quello stupido muro. Vuoi davvero lasciare che la paura condizioni tutte le tue scelte?"

"No" sospira pesantemente "E' solo che mi sento così.. male."

"Come è andata la tua giornata?" si gira verso di me per un attimo e poi torna a fissare il vuoto davanti a sé.

"Bene."

"Solo bene."

"In realtà è stata veramente orribile, ma a te non importa realmente, così mi atterò al bene."

"Non dire cazzate. Se non mi importava adesso non sarei qui con te."

"Non so perché ho sprecato tanto tempo fingendo che non mi importasse niente di mio padre e di quello che mi stava facendo. Immagino non volessi sentirmi così. Fa male." L’avvicino al mio corpo e l’abbraccio. "Che succede adesso?" la guardo confuso."Con lui intendo.  Se decidessero di condannarlo a morte?"

"Se dovesse accadere ne parleremo. Se tuo padre morisse, proverai tante cose. Prima penserai che avresti potuto fare di più per aiutarlo, ma non è vero. Hai fatto tutto quello che potevi. Non ti sembrerà così, ma ricorda quello che ti ho detto: hai fatto quello che potevi. Tu non hai colpe, non hai sbagliato niente. Hai fatto tutto quello che era nelle tue capacità." stringo le sue mani nelle mie "Ti farà male ogni volta che penserai a lui, ma col tempo il dolore si affievolirà e alla fine ripenserai a lui e ti farà male solo un po’."

"Ho accettato il fatto che la vita abbia smesso di essere giusta con me tanto tempo fa." aumento la presa sulle sue mani e la faccio alzare."Dove andiamo?" mi chiede confusa.

"Ti porto a casa. Poi domani ripasso da te e usciamo."mi guarda e si mette a ridere."Che hai da ridere adesso?"

"Ci stai provando con me, adesso? Sei proprio buffo." sorride e mi osserva con la coda dell'occhio "Fai così con tutte le ragazze?" abbasso lo sguardo e la osservo un attimo prima di risponderle.  

"Che intendi?"

"Cerchi di mettere paura, fai il ragazzo duro che in realtà sotto la sua corazza è tenero e per di più ci provi fino allo sfinimento." rido a quelle parole premendo le mia dita sulla sua spalla.

"Quindi ti faccio paura?" fa una pausa e poi fa cenno di no con la testa.

"No, non mi fai paura. La mia vita è sempre stata un disastro e c’è ben altro di cui aver paura. Un ragazzotto che fa un po’ il gradasso con me è niente in confronto a quello che ho passato."

"Tu sei l’unica. La maggior parte delle ragazze sono più disposte. Ma in pochi sanno che gli uomini veri impazziscono per le ragazze che sanno dire di no. Gli stupidi si accontentano di quelle facili."  le rispondo  sorridendo.

Arrivati davanti casa sua l’accompagno fino alla porta e prima di andare via le lascio un leggero bacio sulla guancia.

Ti colpiscono dal nulla e le cose brutte arrivano improvvisamente, senza avvertire. Raramente possiamo avvertire la catastrofe. Non importa quanto cerchiamo di prepararci, facciamo il possibile, ma non sempre è abbastanza. Allacciamo le cinture di sicurezza, mettiamo il casco, seguiamo il percorso luminoso, cerchiamo di metterci al sicuro, cerchiamo in tutti i modi di salvaguardarci, ma non fa alcuna differenza perché quando succede qualcosa di brutto succede improvvisamente. Le cose spiacevoli accadono di colpo, senza preavviso, ma dimentichiamo che certe  volte è così che accadono anche le cose belle.

New Girl In Town || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora