Figlio mio!

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I giorni passavano, ed io mantenevo la mia promessa recandosi ogni mattina nella radura della Regina. Ogni tanto mi trovavo a pensare a cosa intendesse il Re quando mi disse che "riusciva a sentirla al suo fianco", e al modo in cui avesse accarezzato il tronco della pianta, parlandovi. La radura sembrava essere conosciuta solo da me e dal Re, anche se ero rimasta solo io a frequentarla, e quando mi sentivo sola, cercavo di immaginare che aspetto potesse avere avuto la Regina, ma continuavano a venirmi in mente solo i capelli dorati e gli occhi color del cielo di Legolas, caratteristiche che aveva sicuramente ereditato da Re Thranduil, ma ogni volta che ci pensavo, la mia schiena era subito attraversata da un brivido e sorridevo appena.

Un giorno, stanca di rimanere seduta sul prato per ore nella più completa solitudine, decisi di chiedere a Legolas di venire con me. Dopotutto, quello era il luogo dove i suoi genitori si erano innamorati.

Legolas' POV

Quando Tauriel venne a bussare alla porta della mia stanza, rimasi molto sorpreso: non capitava spesso che venisse da me. Quando mi chiese di accompagnarla nel bosco ne fui felice, e poco dopo ci lasciavamo il palazzo alle spalle.

Tauriel si fermò in una radura che non avevo mai visto, in tanti anni di passeggiate nei boschi, e rimasi sorpreso di non conoscere quel posto. Tauriel sembrava abituata di trovarsi lì, e subito si accomodò al centro della radura. La prima cosa che mi colpì di quel luogo, fu un enorme salice piangente, le cui fronde formavano una grande cupola d'ombra. Guardai Tauriel, e mi sedetti accanto a lei. Per molto tempo rimanemmo in silenzio a guardarci intorno, poi le chiesi "Tauriel, da anni percorro questo sentiero, ma non avevo mi visto questa radura. Come sei arrivata qui?" "Non solaprei, stavo passeggiando quando ho visto questo meraviglioso salice e mi sono avvicinata." dopo questo breve scambio di battute cadde nuovamente il silenzio tra noi ed io mi incantai a guardarla. Pensai che era davvero bella, anche se ci separavano quasi 700 anni. Aveva grandi occhi verdi dalle lunghe ciglia, un'espressione leggermente malinconica, e una cascata di capelli rossi che le superavano la vita. Era bellissima. Quando si accorse che la stavo osservando, arrossì violentemente. Le sorrisi e le chiesi se le andasse di seguirmi verso il fiume. "Legolas, mi dispiace, ma non... non me la sento di lasciare questa radura." "Perchè no?" le chiesi sinceramente stupito.

Tauriel's POV

"Io... io non so come spiegartelo, ma..." dirgli la verità significava parlargli della promessa fatta al Re e della storia che questi mi aveva raccontato. Proprio in quel momento, arrivò l'alce di Re Thranduil, e si avvicinò a Legolas leccandogli una guancia. Pensai che era davvero bello mente rideva e scuoteva la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli dorati. Quando il Principe finalmente riuscì ad allontanare l'alce, si voltò verso di me e mi chiese "Scusa, ho dimenticato quello che stavamo dicendo." "Oh, nulla di importante, suppongo..." mentii. "Tauriel" mi disse visibilmente in difficoltà "Ti dispiacerebbe riportare l'alce di mio padre al palazzo? Lo farei io stesso, ma dovrei essere in camera mia a studiare, quindi..." "Si, certo. Vado e torno." risposi sorridendo gli con aria complice. "Oh, grazie! Ti aspetto qui, allora." L'animale si lasciò docilmente accompagnare al castello, ma i miei pensieri erano altrove. Avevo lasciato la radura! Ma, in fondo c'era Legolas a "tenerle compagnia". Chi, meglio di suo figlio poteva mantenere vivo il ricordo della Regina?

Legolas' POV

Mentre aspettavo il ritorno di Tauriel decisi di dare un'occhiata alla radura. La percorsi a grandi passi, poi mi avvicinai al salice. Spostando i rami dell'albero, mi ritrovai come all'interno di una cupola d'ombra creata dalle fronde. Allungai una mano verso il tronco fino a sfiorarlo appena con la punta delle dita, ma in quel momento sentii una fredda brezza soffiare tutt'intorno al salice, senza però agitarne le fronde. Sentii dei passi alle mie spalle, e, certo di trovarmi di fronte Tauriel, mi voltai. Davanti a me, però, non c'era una giovane Elfa dai capelli rossi e lisci, ma una donna dai lunghi e ricci capelli castani. Indossava una semplice tunica azzurra e argentata, e sulla fronte, dei fili d'oro bianco le ornavano i capelli.

Mi si avvicinò lentamente, ma delle lacrime improvvise le rigarono il viso sorridente. Avanzai verso di lei, senza capire cosa potesse esserle accaduto così improvvisamente. "Si sente bene?" "Oh, Legolas..." conosceva il mio nome! La sua voce distante e flebile, era come un'eco. "Figlio mio..." sussurrò avvicinandosi a me. Mi tenne stretto tra le sue braccia, facendomi sentire protetto e al sicuro, ma sopratutto confuso. Non ricambiai subito, ma rimasi rigido lasciando che mi accarezza se dolcemente le spalle. Di mia madre non sapevo nulla. Solo che era morta a Gundabad quattro anni dopo la mia nascita. Mio padre si era sempre rifiutato di parlarmi di lei "Mi perdoni, ma io... mia madre è..." "Legolas, lo so... lo sono, ma questo posto... fuori da questa radura io rimango al tuo fianco senza poter essere altro che vento, mentre qui, qui e solo qui, tu puoi vedermi con gli occhi." "Con gli occhi? Non capisco, che vuol dire?" "Con gli occhi non avresti mai potuto vedermi lontano da questa radura però, mi si può sentire con il cuore, ma non vedere o toccare. Mentre qui... è quasi come se fossi viva." sentivo la stretta del suo abbraccio allenarsi, la sua voce farsi sempre più remota e la sua figura confondersi nella penombra "Legolas, credo che ora tu debba andare, ma ricorda che anche lontano da qui, io veglierò sempre su di te"

Svanì lasciandomi solo all'ombra del salice, a chiedermi se Tauriel sapesse della magia di quel posto. Dovevo aver trascorso solo pochi secondi insieme a mia madre, perchè quando mi feci spazio tra le fronde dell'albero per tornare alla luce, Tauriel non era ancora tornata e dovetti aspettare alcuni minuti, prima di vederla arrivare.

Tauriel - Legolas

T: Quando ritornai alla radura, vidi che Legolas sembrava agitato così corsi da lui "Legolas, tutto bene?"

L: "Si, cioè no, cioè... Tauriel, tu..." decisi di non dirle nulla perchè non credevo sapesse qualcosa di quel luogo "Ti dispiacerebbe se ti accompagnassi qui ogni volta che vieni?"

T: "No. Intendo... non mi dispiace, anzi mi fa immensamente piacere! Io però vengo qui tutte le mattine, quindi per te va... va bene lo stesso?"

L: "Certo!" decisi di interrompere il silenzio imbarazzato che si stava nuovamente creando tra noi, così le chiesi "Beh, che ne dici? Ti va di venire al fiume, ora?"

T: "Io... certo che sì, verrò con piacere!"

Passammo un pomeriggio meraviglioso! (Legolas sorride con aria malinconica) Ci eravamo trattati per anni, quasi come degli estranei, ma in quel momento era come se ci conoscessimo da una vita. Scherzavamo e giocavamo con l'acqua, come fossimo stati due bambini. Quando tornammo al palazzo, era il tramonto ed eravamo entrambi fradici.

L: Mio padre si sarebbe infuriato. I nostri capelli e i nostri abiti erano in uno stato terribile. Tauriel però era belissima. I capelli umidi e sciolti le incorniciavano il volto e le nascondevano le guance rosse. I suoi grandi occhi verdi riflettevano il sole seminascosto dagli alberi e il vestito bagnato le fasciava il corpo facendo risaltare l'eleganza della sua figura slanciata, e il suo corpo sinuoso.

T: Mi accorsi che Legolas mi osservava, e riprovai la stessa soggezione di sempre "Legolas tuo padre si arrabbierà, vedendoci rientrare?"

L:"In questo stato, dici? Non penso che se la prenderà se ci cambiamo in tempo per la cena."

T: "No, intendo... vedendoci arrivare insieme. Tu non dovresti essere qui con me, ricordi?"

L: "No, in effetti non dovrei. Dovremo correre subito nelle nostre stanze."

T :"Uhm... va bene."

L: Corremmo subito fino al corridoio delle camere, ma lì davanti c'era qualcuno ad aspettarci "Ciao, papà..."

All'ombra del saliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora