20 Agosto 2017
Argument (Poe Dameron x OC)
Miles era sopravvissuta per miracolo.
Entrò nella taverna a passo strascicato, gli occhi arrossati e la lingua che sembrava carta vetrata a contatto con le labbra screpolate e secche. La sua tuta da pilota arancio era l'unica cosa che dava un po' di colore all'ambiente circostante; la portava solo dalla vita in giù, le maniche lasciate penzolare che le sbatacchiavano di tanto in tanto sulle gambe, e di certo non contribuiva ad alleviare il caldo asfissiante che la faceva respirare a fatica.
Sentiva i loschi sguardi delle persone sedute ai tavoli guardarla minuziosamente, come per carpirle informazioni, mentre incedeva lentamente verso il bancone.
Chi era? Da dove veniva?
In quel momento nemmeno lei lo sapeva. Era totalmente stordita dal caldo e dall'aver passato due giorni su quel deserto infernale che era Jakku per potersi ricordare anche qualcosa di così banale.
Sapeva solo che se sarebbe arrivata a Tuanul avrebbe trovato Poe Dameron. Poe le aveva parlato di una missione super segreta che avrebbe dovuto svolgere per conto del generale Organa su Jakku, ed era stata una fortuna più che paradossale atterrare proprio su quel pianeta. Anche lei era sottoposta ad Organa, essendo pilota, ma avrebbe solamente dovuto fare un sopralluogo su Jelucan, altro pianeta dell'orlo esterno.
Fortunatamente, dopo che la sua ala-X si schiantò, ebbe la fortuna e la prontezza di ricordarsi dell'avamposto della Resistenza a Tuanul, e di Poe.
Si appoggiò al bancone con entrambi i gomiti, facendo schioccare la lingua sul palato in cerca di almeno un po' di saliva per pronunciare una sola parola: "A-Acqua..."
Disse Miles con un filo di voce, pregando che il barista l'avesse sentita.
Si lasciò cadere su una sedia vuota vicino al bancone con non poca fatica, pensando che se non avesse dormito sarebbe crollata proprio sul tavolino che aveva davanti.
"Manca ancora troppo a Tuanul, non arriverò mai. E se anche arrivassi, dove troverò un'altra ala-X per arrivare fino a Jelucan?" Si mise le mani nei capelli, solo per trasalire appena toccò qualcosa di appiccicoso sulla sua fronte. Ritraendo le dita e trovando i polpastrelli ricoperti di un liquido vermiglio, capì da dove arrivava tutto quel mal di testa, e anche che la caduta dovesse essere stata molto brutta.
Fece toccare l'indice ed il pollice, per constatare che il sangue era ormai viscoso ed appiccicoso.
Il brusco rumore di vetro contro il materiale del tavolo la fece riprendere da quello stato di trance in cui si trovava. Guardò con occhi avidi il bicchiere che le era appena stato posato davanti e non esitò ad afferrarlo con dita bramose.
Miles fece scorrere il liquido in bocca poco alla volta, sapendo bene che non sarebbe servito a niente bere l'acqua tutta d'un fiato. Fu sorpresa di trovare del sangue anche sul bordo del bicchiere, di un rosso annacquato a contrasto con il vetro. Trovò un altro taglio a lato della bocca e molteplici sulle braccia.
Alzò un braccio, poggiando bruscamente il bicchiere sul bancone e trovando a stento la forza per chiedere con tono piatto "Un altro".
Le sarebbe servita molta acqua da portare con se, non sapeva quanto ancora era distante la base di Tuanul, ma certamente con la sua fortuna non sarebbe stata vicina.
Notò lo sguardo perentorio di un Ewok accanto a lei; la squadrava come se le volesse leggere la mente.
"Che hai da guardare?" Gracidò a mezza voce, guardando l'alieno da sotto le palpebre pesanti.
"Ecco a lei."
Quando il barista le porse di nuovo il bicchiere riempito di liquido, lo fermò con una mano.
"Potrebbe riempirmi queste d'acqua?" Gli disse, porgendogli due borracce capienti. "Sa, dovrei arrivare fino a Tuanul...Saprebbe dirmi quanto dista da qui? Sono in viaggio da giorni e...-" smise di parlare appena lo vide scomparire dietro il bancone. Riemerse dopo circa dieci minuti, sbattendo le borracce ormai piene davanti a Miles.
"Lei è già arrivata a Tuanul, signorina. Non ha letto il cartello fuori da questa taverna?" Miles corrugò la fronte e aprì la bocca come per parlare, ma prima che potesse farlo si girò verso la porta, pensando che forse il cartello c'era stato e lei non lo aveva visto.
"No" scosse la testa, parlando lentamente "non devo averlo notato"
Riprese a sorseggiare l'acqua dal bicchiere nuovamente pieno, senza quasi rendersi conto che adesso per lei era tutto più facile, avrebbe trovato facilmente la base e sarebbe ripartita. Un gioco da ragazzi, non fosse per la quantità di sangue che stava perdendo.
La tuta arancio era macchiata di scuro in più punti. Le gambe sembravano esserle diventate di piombo e la testa le girava. Magari avrebbe dovuto fermarsi qualche ora a riposare.
"Miles?" Si fermò con il bicchiere a mezz'aria, sbarrando gli occhi chiari.
No, no, no.
Quella voce.
"Miles, sei tu?" Ripeté, posandole una mano sulla spalla. Non appena la ragazza si girò, vide l'espressione dell'uomo cambiare da confusa a sconvolta.
"Oddio, Miles! Che hai fatto?" La afferrò per le spalle, guardandola con gli occhi scuri spalancati dall'apprensione, al che lei contorse il viso in una smorfia di dolore, trasalendo.
"Ciao anche a te, Poe" rispose non appena lui allentò la presa sulle sue braccia. Prese ad esaminarla, facendo correre gli occhi su tutto il suo corpo, ma appena realizzò cosa fosse successo, l'espressione preoccupata lasciò il suo viso per essere rimpiazzata da una accigliata.
"Cosa ci fai qui? Non dovresti essere in viaggio verso Jelucan?" Continuò a guardarla da sotto le sopracciglia scure. Lei cercò di divincolarsi con una mossa veloce, tornando a guardare il bicchiere davanti a se.
Non disse una parola, sapeva come diventava Poe quando scopriva che qualcosa era andato storto. Voleva sempre sapere tutto, avere il controllo su tutto e tutti, la trattava come una novellina.
"Ho deciso di fermarmi per un veloce rifornimento, ripartirò domattina" tagliò corto lei, ma si vedeva lontano un chilometro che stava mentendo.
"Miles, guardami" le ordinò Poe. Trovava snervante la capacità che aveva di svicolare da qualsiasi problema. La osservò mentre, imbronciata, cominciò a tracciare con un dito il bordo del bicchiere.
"Miles, sei ferita, ti prego guardami"
"No"
"Miles, ti stai comportando come una bambina, dimmi cos'è successo, voglio solo aiutarti" alzò la mano dal bicchiere prendendo un respiro profondo, solo per chiuderla in un pugno a mezz'aria. Si girò verso di lui.
"Ma certo, capitano. Vuoi sempre aiutare tutti, tu" ruotò gli occhi prima di girarsi. Poe prese un respiro profondo. La sua pazienza stava rasentando un limite che non sapeva di avere. Miles non si era mai comportata così con lui, almeno, non da che ne avesse memoria.
"Almeno lascia che ti curi questo brutto taglio" così dicendo, fece per scostarle delle ciocche di capelli dorati dal viso, ma prima che le sue dita potessero sfiorarla, lei gli schiaffeggiò via la mano.
"Poe, smettila!" Alzò la voce e girandosi, incontrò di nuovo gli occhi del pilota che si scurirono immediatamente, rispecchiando la sua espressione arrabbiata.
"Si può sapere che ti prende?" Le rispose lui con lo stesso tono di voce, ormai spazientito.
"Niente" si alzò per andarsene, ma le gambe, fatti due passi, non riuscirono a sorreggerla.
"Miles!"
Cadde tra le risate dei presenti e qualche imprecazione.
Quando Poe si chinò al suo fianco lo allontanò ancora una volta, sbraitandogli contro.
"Quante volte devo dirti che non voglio il tuo aiuto? Me la cavo benissimo da sola!"
Lui si limitò a guardarla con un sorrisino vedendo quanto si sforzasse per voler essere indipendente.
"A quanto pare non così bene come credi, guardati" disse, gesticolando verso la sua figura stesa a terra.
Lei si issò sui gomiti, soffiandosi via una ciocca di capelli dal viso.
"Ti farò una sola domanda, capitano: perché vuoi sempre avere il controllo sulla mia stramaledetta vita?" Lo guardò ancora, come per sfidarlo. Avrebbe potuto giurare che l'ombra di un rossore gli stesse sfiorando le guance.
"Perché, potrai anche non crederci, ma ci tengo a uno dei miei piloti migliori. Infatti se mi avessi detto subito che ti sei schiantata con la tua ala-X a circa 2 chilometri da qui, non ti avrei fatto altre domande." Lo guardò incredula. Un sorriso tronfio si era ormai fatto strada sul suo volto.
Sbattè i pugni a terra.
"Bastardo! Lo sapevi dall'inizio!" Sembrava che volesse privarla dell'ultimo briciolo di orgoglio che le rimaneva.
"Sai, un mezzo di quelle dimensioni non passa inosservato in una cittadina desertica come questa" le spiegò, rimuovendo dei capelli dal taglio sulla fronte.
"E poi, riconoscerei quella manovra d'atterraggio tra mille" Poe aveva ragione. Ancora. Era ovvio che la conoscesse, gliel'aveva insegnata lui.
Il rapporto tra i due non era quasi mai burrascoso. Miles era semplicemente arrivata al limite della sopportazione di quelle che, da parte di Poe, erano solo attenzioni.
"Adesso tu vieni con me. Prendiamo una camera e ti medico quelle ferite. Devi riposare." Eccolo di nuovo. Quel tono.
"Non vengo da nessuna parte" cercò di protestare lei, ma Poe la sollevò di peso e se la mise in spalla.
"Ne sei sicura?"
"Ti odio, Dameron! Mettimi giù!" Gli battè i pugni sulla schiena.
"Credimi, se non la smetti di agitarti, sarai a terra più velocemente di quanto pensi."
Si fece dare una chiave dal barista, che gli indicò una stanza alla fine di una rampa di scale.
"Dovrai passare sul mio corpo! Battiti con me!"
"Smettila! Lo dici sempre, e perdi sempre! Non è una lotta, è praticamente un'aggressione"disse, continuando a salire le scale.
"Magari hai solo paura di perdere-"
"Oh, per favore"
Solo a contatto con il corpo di Poe si rese conto di quanto le mancasse il suo profumo. Non disse niente, però. Si limitò a tenere il broncio.
"Lasciami, lasciami ti prego" protestò ancora quando lui la appoggiò nel letto. Poe però notò qualcosa di diverso nel suo tono. Aveva la voce rotta.
La guardò, il viso sporco di sangue rappreso e gli occhi agguerriti colmi di lacrime di rabbia. Non voleva essere aiutata e lui stava facendo proprio quello.
La abbracciò, cercando di non stringerla troppo tra le sue braccia, e lei si abbandonò ai singhiozzi contro il suo petto.
"Ti odio, ti odio, ti odio tantissimo" cercò di battergli i pugni contro il petto, ma le forze l'avevano abbandonata.
"Sh..." le accarezzò la schiena "sei solo stanca"
Miles alzò la testa, tirando su col naso.
"No io... io vorrei riuscire a odiarti, ma non ci riesco"
"Perché?"
"Perché non credi mai in me. So che appena hai visto che mi sono schiantata su questo maledetto pianeta avrai pensato a quanto sono inutile. Ti preoccupi troppo, pensi che io non sia capace di volare da sola. Ed io vorrei odiarti per questo, ma proprio non riesco."
"Non riesco a capire" prese ad accarezzarle le punte dei capelli, incrostate di sangue anch'esse.
"Perché ti voglio bene, Poe Dameron, ecco perché!" Gli gridò contro prima di abbassare di nuovo la testa e ricominciare a singhiozzare.
Lui le sollevò il mento con due dita, asciugandole le lacrime dagli occhi con il tuo pollice.
"Non piangere, mi bagni la tuta"
Miles deglutì è un piccolo sorriso riuscì a farsi strada sulle sue labbra.
"Sei un idiota"
"Un idiota che si preoccupa per te solo perché ha visto troppi compagni cadergli davanti agli occhi" Miles si limitò a guardarlo, spronandolo a continuare. "Non auguro a nessuno di vedere ciò che ho visto. Divento paranoico, anche se so che fa parte dell'essere un pilota. Forse sono cambiato io, o forse sei tu che mi fai questo effetto." finì la frase quasi mormorando, pregando che non l'avesse sentito.
Rimasero in silenzio. Miles finalmente aveva capito che anche Poe le voleva bene. Lì, nel letto di quella camera di quella lurida taverna nel mezzo del deserto, si sentiva bene.
"Poe?" La sua voce ruppe tremula il silenzio.
"Si?"
"Penso di essere innamorata di te, e la cosa mi spaventa a morte."
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Star Wars Daily Imagines
FanficBasato su prompts di @jediprompts (Tumblr) Includerà tutti (o quasi) i personaggi della saga Star Wars, che appartiene a George Lucas. Mi approprio solamente dell'idea e del testo, ma non dei personaggi e del tema. Se volete richiedere un personaggi...