Jubilation ~ Poe Dameron

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5 Febbraio 2017

Jubilation (Poe Dameron x OC)

Avevano fatto saltare in aria un intero pianeta e, nonostante la generale adrenalina, Kale era piuttosto scossa. Stavano tornando alla base e durante il viaggio nell'iperspazio era così soprappensiero, guardando davanti a sè con sguardo crucciato, che non si accorse nemmeno della chiamata del suo caposquadriglia alla radio. Era come se non riuscisse a metabolizzare che fosse tutto finito. Ce l'avevano fatta. Avevano distrutto la base Starkiller. Tutti quegli anni di tormento, di continua guerriglia, di stragi e di massacri, tutto era finalmente giunto al termine. Nonostante fosse da un lato sollevata, una piccolissima parte di se le diceva che avrebbero sentito presto parlare ancora del Primo Ordine; che, per quanto potesse essere un valido elemento della Resistenza, quella ragazza, le pareva si chiamasse Rey, non poteva niente contro l'uso della Forza dei cavalieri di Ren.
"Nero 2, rispondi Nero 2" la voce gracchiante proveniente dall'altoparlante nella sua ala-X la riportò alla realtà. Da quanto la stava chiamando? Mosse confusamente alcuni comandi, improvvisamente agitata e scossa da quel torpore riflessivo in cui si trovava.
"Uh... Capo Nero, qui Nero 2" Kale riuscì a dire velocemente nella radio.
"Kale, stai bene? Ti ho chiamato quattro volte ma non mi hai risposto, dobbiamo festeggiare, non sei felice?" Appena si accorse di essere stata totalmente persa nei suoi pensieri si schiaffeggiò mentalmente, ma poi sorrise al familiare accento che le stava parlando.
"Certo che sono felice Poe, come potrei non esserlo" rise "è solo che... Non riesco ancora a crederci, tutto qui"
Dall'altra parte, Poe, sentendo finalmente la voce della ragazza, si mise il cuore in pace. Avevano perso così tanti piloti in quella battaglia... Non voleva nemmeno pensarci. Era al settimo cielo e nel suo sangue l'adrenalina correva alle stelle. Sentiva di vivere un sogno: le sagome familiari della sua squadriglia di ale-X si stagliavano tutte intorno a lui, illuminate dalla luce di milioni di stelle che si susseguivano senza sosta ad una velocità incredibile.
"Ti capisco... Neanche io ci crederei se avessi fatto un'avvitamento come quello che hai fatto quando sei riuscita a far scontrare quei due caccia TIE tra loro" dette una risata a cuor leggero.
Dall'altra parte dell'interfono, anche Kale rise "Ma non mi dire... Il signor 'miglior pilota della Resistenza' è forse invidioso? Ti ricordo che è grazie a te se ora siamo tutti sani e salvi, anche se ti ho sempre battuto" disse con un pizzico di sarcasmo lei, e questo suscitò in lui ricordi lontani che però lo fecero sorridere. Avevano frequentato entrambi l'accademia imperiale, da ragazzi. Erano molto amici, in un momento erano stati addirittura più che amici; ma una divergenza di opinioni li aveva portati a dividersi. Si erano incontrati diversi anni dopo tra le file della Resistenza, e lei era stata assegnata alla sua squadriglia.
"Ehm... Piccioncini, appena avrete finito di complimentarvi a vicenda, vorrei ricordarvi che dobbiamo uscire dall'iperspazio, quindi preparatevi"
La voce di un loro compagno li scosse da quella conversazione di ricordi e sorrisi malcelati attraverso un altoparlante.
"Nero 7 a Capo Nero. Effettuo uscita dall'iperspazio. Mi ricevi Capo Nero?" Poe si schiarì la gola prima di rispondere, come colto sul fatto da un altro compagno.
"Ti ricevo Nero 7. A tutta la squadriglia: effettuare uscita dall'iperspazio. Ripeto, effettuare uscita dall'iperspazio." Kale si preparò alla manovra, muovendo i comandi quasi senza pensarci tante erano le volte che l'aveva compiuta. La silhouette familiare del pianeta D' Qar e successivamente gli iconici colori verdeggianti del paesaggio le riempirono gli occhi.
Le sembrava quasi surreale: vedere piccoli puntini colorati ingrandirsi e diventare persone. Persone felici, che salutavano i piloti sventolando una mano o un fazzoletto bianco. Ed era tutto merito suo. Un improvvisa ondata di giubilo la invase e un sorriso euforico fu la migliore manifestazione di tutta la gioia che le scoppiava nel petto.
"Poe" sussurrò nell'altoparlante, incurante dell'opinione degli altri piloti.
"Si Kale?"
"Ce l'abbiamo fatta"
Sorrise tra se mentre effettuava l'atterraggio tra i caccia di altri due suoi colleghi e amici. La calotta si aprì sopra di lei appena premette un pulsante. La gente ormai accorreva numerosa gridando e saltando di gioia.
Kale saltò fuori dalla sua ala-X, togliendosi il casco, e subito fu travolta da pacche sulla schiena e sulle spalle e sorrisi che sembravano solo voler ubriacarla di vane speranze. Incontrò lo sguardo di Slate, un suo compagno di squadriglia, che aveva un paio di ragazze attorno ed era arrossito parecchio, alzò le spalle come a dirle "che ci vuoi fare" e tornò a parlare con le due, probabilmente pavoneggiandosi. Kale rise, lo conosceva troppo bene. Una musica cominciò a vagare nell'aria riempiendole le orecchie di suoni magici, allegri e ridondanti. Riuscì a muoversi un po' tra la folla, tra sorrisi, grida e battiti di mani a tempo.
Fu lì che lo sentì.
"Kale! Kale sono qui!" Al sentire quella voce, che in qualche modo riusciva a farsi strada fino alle sue orecchie sopra il vociare e la musica, la ragazza si girò, un nuovo sorriso ad illuminarle il volto.
"Poe!" Si guardò intorno, una strana sensazione alla quale ormai si era abituata le ribollì nel petto non appena i suoi occhi chiari si incontrarono con quelli scuri del pilota. Il sorriso di lui rifletteva quello di lei e, quando la folla cercò di allontanarli, Poe cercò di farsi spazio per arrivare da Kale. Allungarono le mani fino a toccarle, e il breve contatto tra i loro polpastrelli fece scaldare il petto della ragazza. La loro presa era stretta, e Poe non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare; in una pioggia di "mi scusi" e di "dovrei passare" i due si ritrovarono pressati l'uno all'altra in una specie di imbarazzante abbraccio costretto. 
"Ehm... eccoti qui finalmente" balbettò lui, evidentemente a disagio dalla vicinanza tra i loro corpi, fattisi improvvisamente più caldi.
"Sei stato grande Poe!" Gli batté scherzosamente il dorso della mano sul petto, ancora coperto dalla tuta di volo arancione.
"Ah io? Ma sentila! Sei sulla buona strada per diventare miglior pilota della resistenza", disse, e lo pensava sul serio. Aveva davvero la stoffa per diventare brava in ciò che faceva.
"Peccato che quel posto sia già stato occupato" sbuffò lei; la sua voce quasi si perse tra la folla, così come la sua figura minuta, ma Poe non aveva occhi che per lei.
Sorrise, schernendola "un vero peccato." Fu un momento. Poe le prese le mani e cominciarono a muoversi lentamente al ritmo di quella nenia dal sapore antico. Le voci intorno a loro si facevano sempre più invisibili insieme alla coscienza di quello che stavano facendo. Sin dai tempi dell'Accademia Imperiale erano stati attratti l'uno dall'altra, forse proprio in quel momento, ubriacati di gioia dalla vittoria e incoscienti del peso delle loro azioni, riuscivano ad abbattere quel sottile muro di inibizione che sempre era stato presente.
"Balla con me" le disse, tirandola più vicina a se dalla vita. Erano diventati tutt'a un tratto più sensibili al minimo tocco, Kale era cosciente della vicinanza dei loro corpi, del suo fiato caldo sull'incavo della spalla del pilota, del calore che il suo corpo emanava; avrebbe voluto rintanarcisi per sempre e forse sbagliava, dio, se si sbagliava, ma in quel momento aveva un disperato bisogno di sfogare quel giubilo che le avrebbe fatto scoppiare il petto altrimenti, così come ne aveva lui.
Si guardarono negli occhi, come incerti sul da farsi, ma Poe le portò una mano al viso, col pretesto di accarezzarle amichevolmente la guancia. Le sue labbra si stirarono in un piccolo sorriso, e quelle di Kale lo imitarono. Stava diventando tutto troppo: la musica li stava stordendo al punto che avrebbero fatto di tutto senza accorgersene, la folla sembrava stringerli ancora di più l'uno verso l'altra, e la pericolosa vicinanza a cui erano i loro visi di certo non aiutava.
"Poe... Io... grazie." Abbassò lo sguardo, appoggiando la guancia sul palmo della sua mano. L'uomo aveva cominciato ad accarezzarle lo zigomo con il pollice delle dita callose.
"Grazie a te, che mi rendi migliore ogni giorno." E con quello, Poe fece incontrare le loro labbra. Non era di certo la prima volta che succedeva, ma di certo era la prima da tanto tempo. Tutto intorno a loro sembrò svanire, la mente di Kale riusciva a metabolizzare soltanto il movimento delle labbra di Poe contro le sue.
Le strinse ancora di più il braccio attorno alla vita, facendo incontrare il loro torso all'altezza degli addominali.
Quando il tempo riprese il suo normale corso, i due si guardarono, come se non fossero sicuri che fosse successo davvero.
Si abbracciarono, e forse Poe le sussurrò un "ti voglio bene" all'orecchio.
"Che ne dici se finiamo la faccenda altrove?"
"Sono totalmente d'accordo, ma prima dovremmo trovare un modo per uscire dalla folla"

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