Mercenary ~ Han Solo

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3 Febbraio 2017

Mercenary (Han Solo x OC)

"Solo! Dietro di te!" Han ebbe solo il tempo di abbassarsi per schivare il proiettile laser che gli avrebbe trapassato il cranio se qualcuno non l'avesse avvisato. Si girò facendo perno sui metatarsi per sparare all'assaltatore prima ancora che questo avesse tempo di reagire. Lo colpì dritto in mezzo al petto, creando un buco nero sul campo bianco della sua armatura. Si girò, per capire da dove provenisse la voce, incontrando per una frazione di secondo lo sguardo di Saihra, concentrata nel combattimento corpo a corpo con tre assaltatori. Avrebbe dovuto aspettarselo, quella ragazza aveva occhi dappertutto. Sparò altri due proiettili, facendo cadere un soldato ma mancandone un altro, con un colpo che si infranse contro un albero, intaccandone la corteccia e producendo flebili spirali di fumo grigio.
Saihra, dal canto suo, non se la stava cavando tanto meglio. Tirò un calcio allo stomaco di uno di quei cloni, ne prese uno per la gola da dietro la sua spalla e lo fece cadere di schiena sul l'umido terreno fangoso, per poi premergli un piede sulla trachea, in modo che quello non potesse alzarsi. Estrasse il blaster dalla cintura, sparando a vista.
"Ma che..?" Premette più volte sul grilletto, ma l'arma sembrava essersi bloccata. Tutti i suoi colpi, schivati dagli assaltatori, ebbero l'effetto opposto a quello sperato, sembravano più arrabbiati che mai, e stavano tutti correndo verso di lei.
Pensò di darsi alla fuga ma, guardandosi dietro, capì di essere circondata. Non avrebbe mai dovuto accettare questo lavoro. Roteò le iridi dorate. Si era fidata di Solo perché aveva promesso di portarla via da Ithor ma mai e poi mai avrebbe pensato che la stesse conducendo ad una missione suicida. Lo cercò con lo sguardo, ma troppi caschi bianchi le occupavano la visuale. Girò di scatto il capo da una parte all'altra, cercando disperatamente una via di fuga. Il cuore cominciò a martellarle nel petto mentre dava colpi ripetitivi e decisi al blaster.
"Ti prego, ti prego, ti prego funziona..." Imprecò stizzita sussurrando. Dov'era Han Solo ora che ne aveva bisogno? Dovette ammettere che l'aveva seguito anche perché era rimasta affascinata dai suoi modi che rispecchiavano così tanto il suo stesso comportamento. Venivano da due realtà piuttosto simili. L'aveva colpita a tal punto che aveva accettato anche una paga più bassa del solito: dopotutto si era connessa in qualche modo a lui e al suo passato e... L'aveva fatto soprattutto per i soldi.
Doveva togliersi quell'idea dalla mente, ora più che mai non riusciva a trovare un motivo per cui Solo la dovesse lasciare lì a morire.
"Ah!" L'assaltatore che credeva di aver bloccato si era ripreso e l'aveva afferrata per la caviglia, quella stessa caviglia che gli stava mozzando il respiro qualche secondo prima. Saihra cercò di puntellarsi con l'altro piede, ma fu letteralmente sollevata in aria e lanciata sul terreno bagnato e fangoso. Gli assaltatori le si fecero improvvisamente più vicini, ma esitarono a sparare, come incerti sul da farsi.
Sentiva tutto il corpo indolenzito e un grande dolore alla schiena. Cercò di alzarsi, ma si sentiva come se una morsa invisibile la tenesse incollata a terra. Le pulsava il cranio e sentiva il fango incrostarle la treccia di lucenti capelli neri e l'incarnato di un verde rettile.
Deglutendo sentì distintamente un sapore ferroso in bocca. Doveva aver preso un bel colpo. L'assaltatore che l'aveva fatta cadere, ora dieci metri più lontano, prese la mira.
Saihra chiuse gli occhi, preparandosi per ciò che le avrebbe tolto la vita.
Il mondo sembrò rallentare per un istante. Quando chiuse gli occhi e quel familiare velo nero le si dipinse al posto dello scenario di guerra, tutto sembrò fermarsi. Udì nitidamente più colpi di blaster venire sparati, ma nessuno la colpì. Probabilmente, prima di morire il corpo si prepara al dolore, pensò, ora riaprirò gli occhi e sarò in un posto completamente diverso.
Prima che potesse farlo, un dolore lancinante al braccio destro la fece trasalire, non era di certo morta. Aprì gli occhi di scatto e urlò, cercando di mettersi a sedere. Con un ondata di adrenalina riuscì a tirarsi in piedi, e, ripiegando il braccio sullo stomaco, prese il blaster da un'assaltatore ormai caduto, preparandosi ad affrontare la visione che le si presentava, nuda e cruda com'era.
La popolazione locale, alcuni Wookie, o almeno, in base alla sua ridotta conoscenza della galassia, credeva che quei giganti pelosi si chiamassero così, non avevano accettato l'introduzione di truppe imperiali sul loro pianeta e stavano combattendo al suo fianco, o meglio al loro fianco, considerato il fatto che Han Solo fosse al centro della mischia, sparando proiettili laser a destra e a manca con il suo fucile.
"Bastardo!" Urlò Saihra, sparando alla testa del suo aguzzino con il braccio sinistro e facendo sorprendentemente centro. Non soddisfatta, lo colpì altre due volte quando questo era ancora a terra, inerme. Si riparò dietro al corpo di un soldato, strisciando radente al terreno per evitare la maggioranza di colpi tra i due schieramenti e riuscendo ad avanzare issandosi con un gomito. Aveva gli occhi puntati verso un determinato punto tra gli alberi, dove i folti cespugli e il grigiore del cielo l'avrebbero mascherata. Luci abbaglianti, piccole spirali di fumo e monotoni suoni assordanti mescolati all'impossibilita di muovere il braccio riuscirono quasi a stordirla, ma una certa voce riuscì a riportarla in se.
"Saihra!" Non girò nemmeno la testa, anzi, cercò di avanzare più velocemente possibile, lo scuro cipiglio non abbandonò i suoi occhi dorati nemmeno per un istante.
La chiamò ancora due volte ma lei non voleva sentire. Era finalmente riuscita a a ripararsi tra le fronde, appoggiando la schiena dolorante ad un albero e cercando di non svenire dal dolore. Sembrava una frattura scomposta, quella che aveva al braccio. Si portò un dito ad un angolo della bocca e non fu di certo sorpresa di vedere un liquido vermiglio a contrasto con la sua pelle verdognola.
"Saihra, Saihra, rispondimi, ti prego" la sua voce in qualche modo si distingueva tra i continui suoni della battaglia e, girando la testa in un espressione sofferente e di dolore, quasi le vennero le lacrime agli occhi nel vedere Han strisciarle incontro in un tentativo di uscire dalla mischia.
Le si avvicinò appena fu sicuro di non essere più sotto tiro, correndo acquattato. Si inginocchiò accanto a lei ma, appena la toccò, quella trasalì dal dolore.
"Scusami, non ti avrei mai dovuto trascinare in tutto questo." Han era sorpreso da se stesso, era come se la sua dura corazza si fosse sciolta. Era forse la prima volta che era genuinamente preoccupato per qualcuno.
"È tutta... Colpa tua." Riuscì a formulare lei dalle secche labbra socchiuse. Han capì che stava soffrendo di un dolore atroce. "Hai ragione, sono stato un idiota. Io... Io pensavo..." Abbassò lo sguardo, facendolo vagare sulla sua figura ormai ricoperta di fango, pensò di dover essere ridotto allo stesso modo, ma in quel momento non gli importava più di tanto.
"Non so cosa pensavo" la frase gli uscì come un sussurro. "Sai... Quando ti ho visto in quel bar ho pensato 'Cavolo, deve essere bello lottare per la repubblica, per qualcosa in cui credi, e non essere soltanto una mercenaria'" si fermò per riprendere fiato. La stretta intorno al blaster rubato si fece meno forte. "Ma forse... Forse io in questo non credo. Forse sono un assaltatore. Faccio quello che mi dicono. Prendo ordini." Han spalancò gli occhi scuri, incredulo: "Cosa vorresti dire?"
"Voglio dire che oggi sono arrivata a un passo dalla morte e nessuno era lì a coprirmi le spalle, a difendermi"
"Lo so, e non mi scuserò mai abbastanza."
"Se fossi morta non avresti avuto il tempo di scusarti" disse lei, girando la testa dall'altra parte. Han sapeva di aver sbagliato, sapeva che la colpa era sua, ma sapeva anche che avrebbe dovuto sentirsi meno in colpa di così. In fondo, alla fine a lei non era successo niente, eppure perché quel commento lo aveva colpito come una pugnalata? Si arrabbiò con se stesso, ma la sua durezza di carattere poté esprimere questa rabbia interiore solo riversandola su di lei.
"Di cosa stiamo parlando, è solo dell'impero, della repubblica, o è una faccenda personale? Perché se è così, mi sono già scusato, quindi o torni a combattere o torni al Falcon e ti fai fasciare quel braccio" Saihra non riusciva a credere alla sua insensibilità, si girò di nuovo verso di lui, una luce diversa dietro i suoi occhi. "Mi hai reclutato perché ti piacevo davvero o solo perché ti piaceva l'idea di me, l'idea di poterti avvolgere in una coperta, l'idea di avere qualcuno da incolpare se un attacco non fosse andato a buon fine, l'idea che qualcuno ti coprisse le spalle e fosse pronto a combattere per te senza aprire bocca? Beh, ascolta una cosa, Han Solo, puoi riprenderti i tuoi soldi, perché io me ne torno a Ithor, e non voglio più saperne di te e della stupida repubblica in cui credi tanto." Finì la frase guardandolo negli occhi, e capì che il suo muro si era finalmente sbriciolato davanti a lei. Aveva gli occhi lucidi e la guardava come se la verità gli fosse stata servita su un piatto d'argento.
La battaglia continuava imperterrita dietro di loro e l'intera scena sembrava quasi paradossale: era come se i due fossero nella loro bolla personale, persi in un infinito gioco di sguardi.
Han la colse di sorpresa quando le sfiorò il viso con una mano, pulendole il sangue con il pollice dalla bocca; sembrava quasi affranto.
Saihra lo guardò incredula quando chiamò un Wookie e gli chiese di trasportarla al Millennium Falcon.
Mentre si allontanava sballottata tra gli spari nelle braccia di un gigante peloso, non potè fare a meno di pensare alle parole che le aveva sussurrato all'orecchio in un ultimo momento.
Mi piacevi davvero.

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