First Kiss, Last Kiss ~ Finn

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12 gennaio 2018

A.N
Scrivo questo appunto prima del capitolo sapendo che Finn non è uno dei personaggi più amati e forse uno di quelli più sottovalutati dell'universo di Star Wars. Spero che chiunque apra il capitolo legga e quindi mi consigli su quale personaggio scrivere (se fosse per me scriverei un intero libro di fluff e smut su Poe Dameron). Accetto consigli e richieste, se volete potete lasciarle nei commenti, sulla mia bacheca o scrivermi per messaggio privato. Per tutti quelli che, come me, amano il tenerissimo Finn e l'affascinante Poe, buona lettura!

First kiss, last kiss (Finn x OC)

Spari riecheggiavano nella caverna. Il loro rumore avrebbe potuto ripetersi all'infinito. Le continue scariche provenienti dai blasters dei nemici si infrangevano puntualmente contro la loro A-wing o contro la X-wing di Poe.
Thal non voleva partecipare a questa missione. Sentiva, in fondo, che qualcosa sarebbe andato storto già quando Finn le aveva chiesto aiuto.
Dovevano praticamente rallentare con una toccata e fuga le navi del primo ordine. La storia era la stessa da che Thal ricordasse. Erano sempre stati in guerra, l'unica realtà che avessero mai conosciuto.
Le altre ragazzine giocavano con bambole di pezza o sognavano un giorno di trovare l'amore su una nuvola dorata. Non lei.
Su Agamar il suo pianeta natale, filoribelle e sede di parecchi scontri, non c'era tempo per giocare. Sin da quando aveva cinque anni, il suo unico divertimento era imparare a memoria i comandi di tutte le navicelle, i pulsanti colorati, le leve. A dieci pilotò il suo primo caccia C-14, era di suo padre, lo prese dopo che questi era morto sotto i colpi d'arma di quello che ai tempi era l'Impero. Riuscì a pilotarlo fino ad una base ribelle, dove la arruolarono subito. Non sapeva dove andare. Non aveva niente. Non era niente.
Quegli ideali di libertà riuscirono a darle qualcosa per cui combattere, qualcosa per cui valesse la pena vendicare la morte ingiustificata e incomprensibile di suo padre. Da quel punto di vista lei e Finn erano molto simili, anche lui era stato per sempre da solo, capace di decidere per se stesso quando lo ha voluto.
Ormai abiti eleganti e sogni d'amore erano lontani.
"Sono troppi, non ce la faremo mai!"
Urlò Poe da dietro il suo caccia, la voce parzialmente coperta dagli spari.
"Beh, non saremmo in questa situazione se qualcuno non avesse voluto atterrare dentro questa dannata caverna polverosa!" Lo rimbeccò Finn, scocciato.
Avrebbero solo dovuto annientare i sistemi di arma dello Star Destroyer che stava per decollare da Azterri, nota base dei tempi dell'Impero, diretto all'avamposto di D'Qar, ormai uno dei pochi sopravvissuti della resistenza, se non l'ultimo. Un lavoretto da niente, bastava infiltrarsi nella nave, sparare un colpo di blaster ben calibrato una volta trovata la sala dei comandi e il gioco sarebbe stato fatto.
"Andiamo, anche tu pensavi che fosse una buona idea" , ed era vero. Poe aveva proposto di atterrare in un luogo coperto per agire con discrezione, e Finn l'aveva subito appoggiato.
"Certo, non pensavo che il nostro 'Capitano Dameron' non sapesse eseguire un atterraggio senza alzare quel polverone come invece ha fatto! Ci hanno visto da tutto il pianeta!"
Poe sbuffò. "Non è colpa mia se la terra non è argillosa!"
"Ragazzi, basta litigare!" Tagliò corto Thal, "ormai siamo qui, quindi muovete quei bei culi che vi ritrovate e fate vedere a questi idioti chi comanda" disse con un espressione determinata sul viso. La sua voce, però, tradiva un minimo di emozione. Non sarebbe finita così, non oggi.
Cercò di rubare qualche occhiata all'esercito avversario, e quasi trasalì. Poe aveva ragione, erano almeno una quarantina di assaltatori, per ora all'entrata della caverna, ma si sarebbero presto avvicinati.
"Sei pazza? Saremo morti anche solo prima di poter dire 'ahi'!" Constatò Finn.
Poe sembrò riflettere per un momento, la presa sul blaster T-21 fattasi più stretta.
"Un momento, non vogliono ucciderci. Non per ora, almeno. Vogliono colpire le nostre navicelle, così che non possiamo più tornare indietro." Thal annuì seria.
"Ci vogliono come ostaggi?"
"Forse. O forse vogliono assicurarsi che non abbiamo via di scampo prima di ucciderci"
Il battito cardiaco di Thal cominciò ad accelerare.
Doveva trovare una soluzione, e in fretta.
Cercò di pensare, ma il continuo fischio dei proiettili laser le annebbiava la mente.
"Dobbiamo pur sempre provarci, giusto? Non può finire così" prese la parola Finn, lo sguardo un misto tra determinazione e speranza. La giacca di Poe, rattoppata e ricucita in vari punti, gli dava l'aspetto di un eroe di guerra, uno che ne aveva passate tante e ne era uscito sempre a testa alta. Finn era proprio questo. Magari non avrà sempre combattuto per la resistenza, Thal, però, era sicura che di fronte a tutti gli affronti e gli abusi del primo ordine non aveva mai perso la speranza. Tutte le denigrazioni, le volte in cui si sentiva una nullità, erano state l'elemento che lo rendeva così speciale. Poe e lei non l'avrebbero perso così.
"Finn ha ragione" si girò verso Poe "saranno pure in quaranta, ma possiamo batterli."
Rimasero un secondo in silenzio, i colpi sembravano essere diminuiti.
"Noi dobbiamo batterli." Concluse, guardando entrambi gli uomini negli occhi.
"Si, ma come? Io ho solo un blaster e anche voi! Dobbiamo farci venire qualche idea, e in fretta. Gli amici là fuori si stanno spazientendo e non ci vorrà molto prima di passare allo scontro diretto" replicò piatto Poe.
Thal non amava lo scontro diretto. Era una pilota di A-wing e si teneva sempre lontana da terra. Non conosceva mai il numero di morti che aveva causato, era distaccata. Questo, però... questo significava essere coinvolta in prima persona. Mentirebbe se dicesse che quella era la sua prima missione. Era solo molto diverso e psicologicamente impegnativo, e forse non ci si era ancora abituata.
Se solo avesse potuto...
"Ho un'idea! Uno di noi sale a bordo di una delle due navi, mentre gli altri due lo coprono e fanno da esca. Una volta a bordo, fuoco a volontà" Disse trionfante. I due si scambiarono un'occhiata complice, socchiudendo gli occhi come a volerci pensare per un attimo.
"Può funzionare" Poe lanciò nuovamente uno sguardo all'entrata della caverna. I colpi erano cessati. Gli assaltatori erano fermi, con il fucile puntato, pronti a fare fuoco a qualsiasi cosa si muovesse. I tre, riparati dall'ala del caccia, cominciarono a sentire l'adrenalina montare in corpo.
"Il problema è: come li distraiamo? Hanno il fucile puntato su di noi. Spareranno subito."
Finn lo guardò con un sorrisetto.
"L'hai detto tu, Capitano. Hai solo un blaster. Usalo." Poe fece viaggiare lo sguardo dai suoi due amici all'esercito, come per decidere sul da farsi.
"Non sarà facile. Ma dico che ce la possiamo fare"
Thal estrasse il suo blaster dal fodero prima di affermare: "Ti copro le spalle, Dameron". Poe cominciò cautamente a strisciare verso il bordo della caverna, per tutto il tempo coperto dalla sua navicella.
Thal fece per seguirlo, ma non appena mosse il primo passo, Finn la bloccò per un braccio.
"Che c'è?" Gli puntò gli occhi di ghiaccio spalancati addosso, non capendo.
"Sei proprio sicura? Posso andare io" sussurrò lui.
"Certo che sono sicura, Finn. Tu aspetta il nostro segnale, poi sali su questa meraviglia" diede due colpetti con la mano alla sua A-wing da cui erano riparati al momento "e spara quanto vuoi. Sai di essere il migliore in questo." Stirò le labbra in un piccolo sorriso, come a dirgli "andrà tutto bene".
"Va bene." La presa sul suo braccio si allentò "Solo... non farti male, ok?" Thal premette le labbra insieme prima di annuire convinta.
"Tornerò prima che tu possa battere gli occhi, te lo prometto. Ora facciamogli il culo" sorrise, ma con una serietà e determinazione che solo lei possedeva. Si avviò per seguire Poe, cautamente e carponi. Era nel punto più delicato, il passaggio tra le due navicelle che facevano loro da scudo. Era l'unico punto scoperto, ma se fosse riuscita a passare velocemente, sarebbe filato tutto liscio.
Ovviamente, se fosse filato tutto liscio.

"Thal, aspetta! Non ti ho detto che-" Finn non riuscì a finire la frase, coperto dai colpi di blaster che nuovamente avevano ripreso.
Lei si girò, un'espressione terrorizzata sul viso.
"Finn!" Urlarono all'unisono lei e Poe. Appena si accorse di essere sotto tiro, rotolò da dove era venuta, spingendo anche l'ex assaltatore con lei. Proiettili laser scoppiavano attorno a loro, creando piccole esplosioni di terra.
"Finn! Che ti salta in mente!"
Lo prese per la giacca, troppo concentrata sugli assaltatori anche solo per guardarlo in faccia.
"Io.. I-Io" trasalì, quella non era la sua solita voce. Si girò fulminea verso di lui.
Come lo vide, a sbiancare fu lei. Aveva le palpebre socchiuse in segno di dolore e si teneva l'addome con le mani.
"Oddio Finn! Ti hanno colpito!" Lo adagiò con calma sul terreno, togliendosi la giacca e mettendogliela dietro la testa.
"Starò bene? Ti prego Thal dimmi che starò bene"
No, no, no, no. Non poteva finire così. Lo sapeva, non avrebbe mai dovuto farlo. Sarebbero morti. Volevano solo rendere la loro morte un supplizio facendogli credere in qualche modo di poter scappare.
"Non ti succederà niente Finn, ci sono io" cercò di tappargli la ferita con le mani, senza riuscirci. Iniziò a respirare velocemente. L'inaccettabile realtà che forse non ce l'avrebbe fatta stava diventando probabile.
Il sangue sgorgava copioso e gli aveva ormai imbrattato le mani, così come quelle di lei.
"Oddio Finn, cosa devo fare? Cosa faccio? Poe, ti prego, aiutami!" Invocò l'amico, impossibilitato a muoversi da dietro il suo caccia.
"Fermagli il sangue con una benda! Stringi tanto!" Le si annebbiarono gli occhi di lacrime, ma si fece forza per continuare e seguire il consiglio con lucidità. Usò il suo coltellino per strappare una striscia generosa di stoffa dalla sua camicia.
"Finn, ti prego, sopravvivi." Lo implorò a denti stretti. Era troppo importante per andarsene così. Una morte non degna di lui, come quella di suo padre.
"Poe? Sei tu?" Le chiese lui ad occhi chiusi, la fronte imperlata di sudore.
"Oh mio Dio, stai delirando. Non sono Poe, sono Thal" gli fasciò come meglio poté la ferita, riuscendo con successo a stringere al massimo e bloccare la circolazione.
"Thal? Sei sicura?" Chiese lui.
"Si, sono proprio io" si chinò sopra di lui, le guance ormai rigate dalle lacrime e gli occhi leggermente arrossati e gonfi. Gli accarezzò il volto con una mano.
"Sei bellissima. Questo penso di potertelo dire. Vorrei dirti altre cose, ma sinceramente non so da dove iniziare."
"Finn, Finn, Finn" cominciò a singhiozzare lei, ormai sicura del suo delirio. Sorrise tra le lacrime, incerta su quale stato d'animo soffermarsi.
Premette le sue labbra contro quelle di Finn solo per un istante, poi rimase con la fronte adesa alla sua. Voleva essergli il più vicina possibile.
Vide la sua lingua tentare di inumidirsi senza successo le labbra.
"Che... che cos'era quello?" Chiese ingenuamente.
"Era un bacio, Finn."
"Perché l'hai fatto?"
"Perché ti voglio molto bene."
"Anche io." Cercò di inclinare il capo in modo da avvicinare nuovamente le labbra alle sue, i loro respiri ormai mischiati.
"Me ne daresti un altro, per favore?" Sussurrò a un centimetro dal suo viso, disperatamente bisognoso di aiuto.
Thal non riusciva più a dire niente. Le lacrime scendevano troppo in fretta, troppo copiosamente per essere fermate. Alcune cadevano sul volto di Finn. Si limitò ad annuire per poi baciarlo di nuovo.
"Non posso andare avanti senza di te. Non lasciarmi. Ti prego."

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