CAPITOLO VENTUNO

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Capitolo ventuno

"E forse alla fine, la memoria si trasformerà in una grande sala con gli orologi fermi sulle distinte ore in cui siamo stati felici."

Juan Varo

È SEMPRE UN BENE RICORDARE, NO?

Si mosse un po' tra le lenzuola consapevole di essersi ormai svegliato, ma troppo pigro per aprire gli occhi.

Poi, una mano di seta gli accarezzò il viso. Si mosse velocissimo afferrandola mentre era ancora sulla sua guancia, prima ancora di aprire gli occhi e capire dove si trovasse: era steso a letto e quella mano...

«Scusa» disse Ria «Non volevo svegliarti.»

I ricordi delle ore precedenti tornarono come se avesse ricevuto uno schiaffo al cervello. Tornò tutto: Ria che scappava, la zuffa, la sua anima che veniva strappata via dal suo corpo - lasciandolo ad osservare in silenzio il continuo trascorrere del tempo -, il senso di vuoto assoluto, quello di totale asservimento, l'annullamento totale di sé stesso, rinchiuso in un guscio e limitato al ruolo di osservatore. Poi tornò ancora Ria, e con le sue mani al collo tornò anche un peso straziante e un calore che parevano fiamme vive dentro il suo petto - nel suo cuore - e si diramavano per l'intero corpo, usando le vene e ogni goccia del suo sangue come mezzo di trasporto. Tornò il peso dell'anima che pendeva leggero come una piuma dal suo collo. Tornò Cam.
Ria sorrise e lui non poté far altro che allentare la presa e corrugare la fronte.
《Questi capelli...》disse lei tirandogli una ciocca 《è stato strano vederti con una lunga e folta chioma dorata》continuò ridacchiando e prendendolo un po' in giro 《ma ti stavano bene. Non so se fossero meglio prima o adesso》spiegò pensierosa. E pareva starci pensando seriamente!
Un momento, aveva parlato di averlo visto con i capelli lunghi? Saranno stati decenni ormai che li portava corti!
《Ria, che stai dicendo? Quando mi avresti visto con i capelli lunghi?» domandò alzandosi a sedere.
Lei cercò di nascondere in malo modo un sorrisetto dietro la mano e ancora ridacchiando disse:
《Forse è meglio che tu ti vesta prima. Ti aspetto qui fuori》continuò alzandosi e andando via.

Cam corrugò la fronte un po' confuso, e solo dopo essersi sporto in avanti per fermarla, capì: per quale cavolo di motivo si trovava a letto nudo?
Okay, doveva ammettere che svegliarsi nudo in un letto sconosciuto gli sapeva un po' di dejavoo, ma accantonò il pensiero e si mise addosso i primi pantaloni che trovò e senza aspettare altro uscì dalla camera da letto scompigliandosi i capelli, che gli erano stati tagliati in malo modo, e stropicciandosi un po' gli occhi per poi dirigersi nel salotto adiacente, dove trovò Ria.
Era seduta su uno dei divani con accanto un enorme cane infernale.
《E questo?》domandò Cam con un sopracciglio inarcato indicando l'animale.
《Oh, lui è Rowell》spiegò la ragazza accarezzandolo con una mano inguantata.
Cam non poté non notare la semplicità del gesto che stava compiendo la ragazza, un qualcosa di genuino, ma che per lei era sicuramente un grosso paso avanti. A quanto pareva il suo totale rifiuto per il contatto fisico stava migliorando. Quello che aveva passato dal rapimento di Claudette doveva essere parte del processo, ma chi non sarebbe cambiato un po' dopo quel casino? E purtroppo Cam sapeva che il peggio sarebbe ancora dovuto arrivare.
《A quanto pare da quando Teseo se n'è andato lui vede me come sua padrona. Non so bene perché ma forse...》disse guardandosi un piccolo segno sul polso.

«E quello?» continuò ad indagare Cam sempre più irritato.
Lei cercò di nasconderlo con la manica, ma lui le fu di fronte in pochi secondi, le prese il polso e lo esaminò mentre Rowell iniziava a ringhiare mettendosi sull'attenti.
《Quel bastardo...》
Ovviamente. Era furbo il signorino, non si sarebbe aspettato di meno da lui.
Ria strappò via il polso dalla mano di Cam con facilità, troppa facilità. Con quei bracciali che lui portava ai polsi e il risveglio di Ria, probabilmente se la ragazza gli avesse tirato un pugno con forza gli avrebbe potuto rompere qualche dente, pensò sospirando.
《È un legame spirituale o qualcosa del genere, giusto? Niente di diverso da questo》sputò fuori lei, mostrando il polso bendato 《questo ci lega in qualche modo, o sbaglio?》
《Questi due legami non si assomigliano minimamente!》ruggì Cam scaldandosi forse anche troppo. Lo ripugnava il pensiero che Ria potesse essere stata contaminata da tale scempio. Per fortuna i segni di quel legame sarebbero scomparsi quasi del tutto da lì a qualche giorno, e una volta tolti quei bracciali di contenimento, si sarebbe occupato personalmente dello scioglimento di quel legame, definitivamente.
Il suo senso di ripugnanza e astio doveva essere trasparito dalla sua espressione, poiché Ria si accigliò stringendosi il polso fasciato.
Sospirando esausto, Cam si lasciò cadere sul divano di fronte alla ragazza curvandosi su sé stesso e posando gli avambracci sulle cosce.
《Comunque non hai risposto alla mia domanda》continuò ad indagare il ragazzo.
Ria pareva non capire a quale si riferisse in particolare e perciò spiegò:
《Dove mi hai visto con i capelli lunghi?》sospirò lui sfinito.
《Oh, quello! Beh a quanto pare l'unico modo sicuro per riavere i miei ricordi è immergermi letteralmente in essi》disse lei ridacchiando.
《Perciò sei stata alla fonte》constatò Cam facendo passare qualche attimo di silenzio.
Avrebbe voluto chiedere con chi stesse facendo tali sessioni, ma sapeva già il nome di quello scarto "umano". Si sarebbe occupato in seguito anche di quel rifiuto, ora non aveva la forza di pensare pure a lui.
《È una pratica rischiosa》puntualizzò e guardandola fissa negli occhi capì: 《ma tu lo sai già.》

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 15, 2017 ⏰

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