Capitolo 9

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La frase di Travis continuava a rimbombarmi nella mente. Non riuscivo a pensare ad altro. Era come se tutto attorno a me fosse stato annullato a quelle parole.
"Sai a quante altre prima di te avrà detto questa frase?" mi ripeteva il mio subconscio; "sai a quante altre ha portato in questo posto?".
Misi a tacere i miei pensieri quando il rumore delle onde del mare interruppe il mio monologo.

<<Hevelin...tutto bene?>> chiese Travis posando la sua mano sulla mia spalla

<<Ehm...>> dissi guardando il mare <<Forse è meglio se torniamo, inizio a sentire freddo>> proseguii strofinando le mani sulle braccia nel tentativo di riscaldarmi

<<Aspetta, ho io la soluzione>> disse sfilandosi la giacca in pelle mettendo in risalto i suoi addominali

Lo osservai aiutarmi ad infilare la giacca. Le sue mani,i suoi movimenti,erano delicati e potetti solo immaginare a quanto stringergli la mano sarebbe stato bello. Sentire le mie dita incrociate con le sue. Rabbrividii per qualche istante e poi un sorriso involontario mi disegnò le labbra.

<<È solo un po' larga,ma tra poco non te ne accorgerai nemmeno>> rise divertito guardandomi

<<Uffa,ma guarda che spalle larghe...>> borbottai divertita <<...e le maniche?>> le feci svolazzare in aria

<<Tu hai un corpo troppo piccolo>> disse facendo scendere i suoi grandi occhi su di me con tono innocente

<<Tu sei piccolo>> alzai la voce quasi offesa

<<Andiamo,vieni con me...>> ridacchiò prendendomi la mano e trascinandomi dietro di sé

<<E ora dove andiamo?>> Domandai curiosa non distogliendo lo sguardo dalla mia mano nella sua. Era calda e grande, così tanto da far letteralmente scomparire la mia e i nastrini dei suoi braccialetti in cuoio sul mio polso mi provocavano il solletico. Sorrisi tra me e me.

<<Ho capito che ti piace il mare,facciamo una passeggiata sul molo e poi giuro di non infastidirti più>>

<<Non mi infastidisci Travis>> mormorai

<<Io credo di si>> sorrise apertamente

<<No,non è vero. Mi piace...stare con te>> continuai con un sospiro e la sua espressione divenne seria. Piano sfilai la mano lasciandola cadere lungo il fianco

<<Parlami di te>> tentennó

<<Non c'è molto da dire. Insomma,tu hai solo ventitré anni ma le tue esperienze sono molto più avvincenti delle mie>> tornai con i piedi per terra ripromettendomi di non dire un'altra parola sull'argomento

<<Parlami di tuo padre...>> camminava al mio fianco e il suo tono di voce era basso

Mi fermai improvvisamente sulla sabbia e restai a guardarlo. Lui fece altrettanto e con un cenno della testa sembrava quasi volesse domandarmi perché mi fossi fermata.

<<Non ne ho mai parlato con nessuno>>

<<Se vuoi puoi non farlo>>

<<Non è che non voglia,solo...non sono pronta. Te ne parlerò quando sarò sicura di potermi fidare di te>>

<<Va bene,quando vorrai sai dove puoi trovarmi>> concluse con un espressione serena che mi trasmise davvero tanto tanto coraggio.

Sorrisi giocherellando con le labbra. In realtà le stavo torturando a furia di morderle dal nervoso e imbarazzo. Era stato coraggioso a chiedere di mio padre e paziente nel ricevere una risposta. Anche se,ora che ci pensavo bene,non gli avevo risposto. Il suo cellulare squillò interrompendo l'atmosfera che si era creata. Travis sfilò il telefono dalla tasca e rispose poco dopo.

<<Pronto Zac?>> disse <<Cosa? Si va bene...non farli muovere. Arrivo subito>> pigiò il tasto rosso sul touch e mi guardò <<Alcuni miei amici,Austin e James hanno alzato un po' il gomito e sono a casa mia,devo...>>

<<...devi andare>> lo anticipai un po' triste a causa delle sue parole

Era evidente che sarebbe voluto restare ancora un po' e di sicuro anche le mie intenzioni non erano molto diverse dalle sue.

<<Mi dispiace>>

<<Non preoccuparti se i tuoi amici hanno bisogno di te...vai>> dissi

<<Sicura che non ci sono problemi? Se vuoi puoi venire con me>>

<<No. Si è fatto tardi e sarei dovuta rientrare già da un po',mia madre sarà in ansia>>

<<Ti riaccompagno a casa>>

Annuii continuando a tenere addosso la mia giacca e lo seguii di ritorno all'auto parcheggiata nel viale vicino al piccolo ristorante.

***

Per tutto il tragitto ero stata in silenzio guardando fuori dal finestrino gli alberi che sfrecciavano veloci. Travis batteva di tanto in tanto le dita sul volante cercando di provocare un rumore qualsiasi per rendere l'atmosfera meno tesa,ma era difficile. 
Fermò l'auto vicino al marciapiede e voltò la testa verso di me

<<Sono stata bene,grazie Travis>> dissi con un piccolo sorriso annuendo più volte. Sorrise in ricambio sporgendosi sul sedile per salutarmi. Lasciai che mi baciasse la guancia e poi aspettò  scendessi dall'auto

<<Buonanotte allora>> conclusi avvicinandomi alla porta

<<Buonanotte Hevelin>> mi salutò aspettando entrassi in casa.

Era un suo gesto per farmi capire che mi teneva d'occhio e mi proteggeva. Riaccese l'auto partendo a tutta velocità.

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