Travis
Quando facciamo progetti crediamo di avere il nostro futuro in pugno e di esserne i padroni. Ma la vita spesso cambia la direzione dei nostri piani. Annaspiamo. Non riusciamo a rendercene conto. Non sappiamo trovare la strada del ritorno. Ci sentiamo persi. Il mio futuro era incerto soprattutto dal momento che nella buca delle lettere,fuori in giardino,avevo trovato una busta proveniente dalla stazione Forte Bragg, Carolina. Avevo capito già si trattasse di una lettera di convocazione ma non avrei mai immaginato che il servizio sarebbe dovuto durare dieci mesi. Altri dieci mesi. Lontano da casa,lontano dalla vita caotica di Boston, dagli amici,dalla famiglia,da Hevelin. Tra noi due le cose andavano meglio,erano stabili e non sapevo ancora come sarei riuscito a comunicarle la notizia. Lo sguardo di Madison e Patrick era preoccupato nuovamente all'idea che sarei dovuto tornare a saltellare sul terriccio bagnato evitando di toccare un aggeggio nascosto sotto terra,ma erano abituati. Erano abituati al fatto che ormai ci ero dentro e non potevo ritirarmi. Zac continuava a darmi pacche sulla spalla così da incoraggiarmi,inutilmente.
Non avevo bisogno di coraggio per partire,ma era dirlo ad Hevelin la cosa che mi distruggeva. Farla star male,mi faceva stare male. Ma lei lo sapeva che un giorno o l'altro questo momento sarebbe arrivato.<<Quando glielo dirai?>> chiese Zac seduto sul bracciolo del divano
<<Non lo so>> scossi la testa battendo la busta sul bancone della cucina <<È tutto così difficile. È diventato una tortura questo pensiero di partire. Non voglio lasciarla>> infilai le mani tra i capelliPatrick mi venne incontro e mi porse una tazza di cioccolata calda con un ciuffo di panna sopra
come se bastasse un dolce a rasserenarmi.<<Lo capirà>> disse lui
<<Non lo capirà. Darà di matto,già lo so>> continuai convinto delle mie parole
<<Suo padre era un militare,sa che non ci si può tirare indietro>> aggiunse Madison
<<La conosco. Mi odierà. Mi sto odiando anche io in questo momento>> mi alzai dallo sgabello e camminai nel corridoio
<<Vuoi che venga con te?>> sentii dietro Zac
<<No,voglio stare solo per un po'. Hevelin sarà qui tra pochi minuti,perfavore,non una parola al riguardo>> conclusi alzando la busta
Annuirono complici e tornarono a fissare il pavimento.
Ero davvero confuso,esausto, tremendamente colpevole. Nascosti la lettera sotto una pila di maglioni nel guardaroba e feci scendere la mano sul colletto della divisa,appesa al gancio. Mi chinai in avanti poggiando la fronte contro il mio braccio e sospirai a fondo lasciando intravedere qualche lacrima furtiva. Quando sentii il campanello suonare chiusi immediatamente le ante dell'armadio e corsi giù.Guardare Hevelin con la consapevolezza che non l'avrei rivista per quasi un anno mi distruggeva. Mi mancava il respiro al solo pensarci. Era perfetta nei suoi pantaloni neri che le evidenziavano il suo corpo provocante e naturalmente il tocco del pon pon sul suo cappello la rendeva riconoscibile anche tra tremila persone.
<<Buonasera>> salutò a gran voce
<<Benvenuta Hevelin>> risposero in coro
Ero davanti a lei quando aggrottò la fronte percependo una tensione così spessa da poterla tagliare con le forbici. Finsi un sorriso e le andai incontro
<<Buonasera amore>> sussurrai baciandole l'angolino della bocca
<<Tutto bene?>> chiese piano sentendo l'insolito silenzio alle mie spalle
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Se Tu Fossi Qui
RomanceMille pensieri per la testa e mille progetti tra le mani. Venivano da esperienze sbagliate, ben lontane dal vedersi mai più. Ma erano lì nonostante tutto e lottavano per ciò in cui credevano. Sguardo basso e insicurezza. Ecco le parole chiave di He...