Capitolo 34

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La cosa che non capivo era perché si dovesse comportare così. Quasi quella di litigare con me fosse una necessità per lui,come se non fosse contento se prima non litigavamo. Ed io detestavo litigare. Specie con lui. Le luci abbaglianti di un auto mi si puntarono contro fino a finirmi accanto.

<<Hevelin forza sali>> sentii

<<Non ci penso proprio. Non sopporto i tuoi sbalzi di umore>> sbottai camminando più veloce

<<Dove pensi di andare a quest'ora tarda? Non c'è nessuno per strada>> il suo tono di voce era più rasserenanto

<<Posso inviare un messaggio a Cole, lui non mi direbbe di no>>

Dietro di me la portiera dell'auto si chiuse e presto sentii la forza della mano di Travis chiudersi intorno al mio braccio

<<Lasciami stare>> urlai scrollando il braccio <<Tu non capisci. Come posso essere la tua fidanzata se non hai fiducia in me?>>

<<È di lui che non mi fido Hevelin. Ti ha detto che ti ama,non posso restare indifferente>>

<<Ma io ti ho detto che non lo amo. La verità è che tu ti ostini a pensare che tra noi non ci sia solo un'amicizia>> abbassai il tono di voce con gli occhi lucidi <<Gli avevo detto che saremmo potuti essere solo amici e che se lui avesse voluto io sarei stata disposta a dimenticare tutto. Ecco qual'era la proposta. Ma tu come al solito non mi lasci mai parlare e ti ostini a non vedere che io amo solo te>> conclusi guardandolo dritto negli occhi e potetti notare come la sua espressione cambiasse radicalmente,divenendo più pacata. Lo sorpassai stringendomi nel giaccone poi sentii dei passi corrermi dietro e presto fui tra le sue braccia.

<<No,basta. Va' via!>> urlai tentando di liberarmi,ma invano. Le sue larghe spalle mi coprivano letteralmente e le sue braccia muscolose mi tenevano ben stretta a sé

<<Shh>> sussurrò tra i miei capelli <<Mi dispiace Hevelin. Scusami>> il suo tono di voce era realmente dispiaciuto e forse fu quello il vero motivo per cui continuai a restare tra le sue braccia <<È che sono talmente innamorato di te che ho paura di perderti e per questo mi comporto come uno sciocco>>

<<Hai rovinato una serata bellissima>> dissi piano approfittando del fatto che non potesse vedermi in viso

<<Lo so,lo so. Mi dispiace davvero>> continuò premendo le sue labbra sulla mia testa

Chiusi gli occhi sentendo e farfalle nel mio stomaco. Ad ogni suo tocco loro non andavano mai via. 

<<Sei ancora arrabbiata?>>

<<Molto>>

Le sue braccia si aprirono, la sua mano scese sulla mia e mi girò a sé con movimenti delicati. Ci guardammo. I suoi occhi erano sinceramente tristi e di tanto in tanto notavo la loro lucidità.
Si protese in avanti ed io rimasi ferma, per consentirgli di baciarmi.

<<E ora? Sei arrabbiata?>>

<<Sei davvero pesante. Hai rovinato una cena perfetta e sei molto paranoico. Non capisci i miei sentimenti e non ti fidi di me...ma è anche vero che ti amo più di qualsiasi cosa al mondo>> conclusi facendo spallucce

Le sue labbra si incorniciarono subito di un bel sorriso e tornò a baciarmi,questa volta più fermamente.

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