Capitolo Sette

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Lele's Pov.

Era passata una settimana da quel fatidico giorno, ed io ed Elodie non ci eravamo mai parlati, nemmeno una volta.

Quando ci dovevamo radunare, insieme a tutti gli altri ragazzi della scuola, stavamo il più distante possibile.

Quando ci incrociavamo per i corridoi, facevamo finta di non vederci.

Insomma, di male in peggio.

Preferivo la Elodie che mi odiava, ma almeno considerava la mia esistenza; piuttosto di questa Elodie così assente e distante.

Me ne ero reso conto durante questa settimana: Elodie mi piaceva, e anche tanto.

Strano, no? Ci rendiamo sempre conto dell'importanza delle persone non appena le perdiamo.

Questo, certo, vale per le persone che sono morte, ma che ancora vivono nel nostro cuore, ma perdere qualcuno può capitare anche con una persona che vive ancora su questa Terra, e che magari si trova a qualche metro di distanza da noi...

Io Elodie non la volevo perdere.
Né in quel momento, né mai.

Stavamo per registrare la prima puntata, e si, ero parecchio ansioso, ma ormai avevo quasi fatto l'abitudine a questo carico di emozioni.

Entrammo in studio, mentre Maria ci presentò al pubblico di Canale 5, ed iniziò la puntata.

La stessa puntata che, non pensavo, avrebbe potuto portare un cambiamento così radicale...

___

Elodie's Pov.

La nostra prima puntata nella scuola di Amici era iniziata già da un po', e tutta la paura che avevo prima di entrare, si era tramutata in sicurezza, mi sentivo già a mio agio nello studio, specialmente dopo che ebbi cantato, mettendo l'anima.

Ad un certo punto fu il turno di Lele, doveva cantare lui, aveva la chitarra in mano e quando iniziò la sua canzone, la sua voce riusciva a scaldare tutto lo studio, e arrivava dritta al cuore.

Non credo di aver mai provato tutte quelle sensazioni messe insieme.

Purtroppo, tutto si dissolse in un battibaleno quando, dopo la sua esibizione, toccò ad un nostro compagno, Cristiano, esibirsi.

Lui non perse occasione di criticarlo, ed io mi spazientii.

Durante la puntata ci fu un piccolo battibecco tra noi due, che Maria non tardò a troncare, ma il peggio arrivò dopo.

Ero talmente arrabbiata con lui, per tutto quello che mi aveva fatta provare con quel bacio, qualcosa che non avevo mai provato e che non credevo si potesse provare, che colsi proprio quell'occasione, per insultarlo davanti a tutta la mia squadra, dandogli dello "Spocchioso".

Non lo era, ma io avevo un tremendo bisogno di sfogarmi.

E mentre lo offendevo, dentro di me urlavo: "Ma che stai facendo? Tu sei completamente pazza!".

Combattuta, e distrutta, non appena i miei compagni cominciarono a discutere tra di loro, corsi in bagno.

E piansi, piansi come se non ci fosse un domani per tutte le cavolate che stavo facendo.

Non era colpa di Lele se mi aveva baciata, perché io potevo benissimo non assecondarlo.
Non era colpa di Lele se io non riuscivo a controllare le mie emozioni, era colpa mia.
Non era colpa di Lele se io avevo provato sensazioni sconosciute solo grazie a lui, casomai era merito suo, perché quelle sensazioni erano stupende.

E mentre facevo questi pensieri, qualcuno mi spinse vicino al lavandino e mi intrappolò con il suo corpo.

E si prese cura di me, mi asciugò le lacrime con i polpastrelli, mi abbracciò forte, mi sciacquò il viso con un po' d'acqua e poi... Appoggiò le sue labbra sulle mie.

E riprovai le stesse sensazioni provate sulla spiaggia, una settimana prima.

Costruire. {A Lelodie's Story}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora