Elodie's Pov.
Gessica, colei che mi aveva accompagnato dall'inizio di quest'avventura, era lì.
Stesa sul lettino, col viso ancora bagnato dalle lacrime di dolore, sia fisico che emotivo.
Gabriele corse da lei, la abbracciò e la baciò, ed entrambi si tranquillizzarono. Che miracoli faceva l'amore. Entrambi erano disperati un secondo fa, e dopo un bacio già sembravano più calmi e lucidi.
Inaspettatamente, Lele mi cinse con un braccio la vita.
Aveva capito che anche per me era un momento difficile, ed io appoggiai la mia testa sulla sua spalla, dato che lui era il mio unico appiglio in mezzo a quel mare di tristezza.
Una lacrima mi bagnò la guancia destra, anche se non avrei voluto lasciarla uscire.
Odiavo piangere.A quel punto entrò il dottore.
Dott: «Salve ragazzi, che ci fate qui?»
Gab: «Sono il fidanzato di Gessica, ci potrebbe dire esattamente che cos'ha?»
Dott: «Certamente, ero venuto apposta per riferirlo a lei, quindi posso dirlo anche a voi. Dunque... Purtroppo, cara Gessica, hai avuto un grave infortunio al ginocchio... E non potrai più ballare per i prossimi sei mesi...».
Gessica scoppiò a piangere.
Lele, che era quello che più riusciva a mantenere un adeguato autocontrollo, chiese ulteriori informazioni al dottore.
Dott: «Dovrà fare svariate terapie per rimettersi in sesto. A malincuore devo dire che è costretta a lasciare la scuola».
Cadde il silenzio.
Gessica, distrutta, a pezzi, e Gabriele con lei.Io non mi trattenni più, e feci uscire altre lacrime dai miei occhi, che Lele, prontamente, si preoccupò di asciugare.
Il dottore ci disse di tornare tutti in camera perché Gessica aveva bisogno di un'ultima visita. Per tutto il tragitto dall'infermeria all'hotel, Gabriele non parlò.
Quando arrivammo era ora di pranzo, e lui non mangiò nulla.
Poi si ritirò in camera sua e di Lele, che in quel momento era accanto a me, ed era fortemente preoccupato.
L: «Non ho mai visto Gabriele così triste. Elo, so che sei triste per la faccenda di Gessica, ma immagina quanto triste potrebbe essere lui. Devi farti coraggio. Dobbiamo farci coraggio, e dobbiamo sostenere lui e Gessica. Entrambi sono abbattuti», disse con la testa china.
E: «Lo so, ma... È così triste...».
Lele mi abbracciò, e sentii tutti i pezzi in cui ero appena stata distrutta, riassemblarsi come per magia.
L: «Forza, fragolina. Andiamo a consolare Gab?»
E: «Si. Grazie Lele»
L: «E di cosa?», chiese con un sorriso.
Non mi contenni più, il cuore mi scoppiava di gioia e gli diedi un bacio a stampo di cui lui prima di sorpreso, ma che poi subito ricambiò.
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Lele's Pov.
L
: «Permesso? Gab posso entrare?».
Ero ancora sconvolto dal bacio di prima con Elodie; nonostante non era la prima volta, ero sicuro che ogni suo bacio mi avrebbe fatto lo stesso effetto: stomaco scombussolato, sorpresa e cuore a mille.
Gab: «E-Entra...».
Gab era steso sul suo letto che piangeva sul cuscino.
E: «Su Gab! Gessica sta male, dovresti andare a consolarla e non stare qui a piangerti addosso!», esclamò Elodie, con espressione determinata.
Gab: «Ma io... Non posso sopportare di perderla!»
L: «Ma mica la perdi! La potrai vedere tutte le domeniche e potrete sentirvi ogni volta che vorrai. Tu ora sei qui a piangere, ma pensa a lei, che dovrà abbandonare il programma!»
E: «Infatti, lei ha un vero motivo per piangere, su, vai a consolarla», mi diede man forte.
Gab: «O-ok...», Gab si alzò e ci abbracciò in fretta.
Tornammo in infermeria.
Gab: «Gessica, amore...», Gessica alzò la testa e le si illuminarono gli occhi non appena vide il mio amico.
E: «Lasciamoli soli», sussurrò Elodie.
Andammo fuori dalla stanzetta dove stavano Gessica e Gab, chiudendoci la porta alle spalle.
L: «Mi spiace per Gessica. Abbiamo perso una grande ballerina...»
E: «E soprattutto una grande amica...».
La abbracciai, non sapevo che altro fare quel giorno, e, in fondo, stavo cosi bene quando leu era stretta a me.
Rimanemmo così a lungo.
Nel frattempo arrivarono Gabriele e Gessica, sorretta dalle stampelle.
Stava sorridendo e aveva uno sguardo furbo, proprio rivolto verso me ed Elodie.
Non capii.G: «Stasera preparo tutto e parto, ma in fondo non sono molto lontana. Casa mia dista a due orette da qui e la domenica potremmo trovarci»
E: «Quando vuoi, Ges», disse Elodie, staccandosi da me per abbracciare lei.
G: «Grazie Elo, sei una delle migliori amiche che potessi desiderare. Lele, trattamela bene!».
Perché lo chiedeva a me?
L: «Emh... Okay... Ciao Gessica, ci rivediamo presto», la salutai con un sorriso.
Quella sera Gessica era nella hall, e aiutata da Gabriele era pronta per tornare a casa.
G: «A presto ragazzi»
E: «A presto tesoro *la abbraccia*», potevo percepire la fragilità di Elodie da qui.
Gab: «Vieni amore ti aiuto con tutti questi bagagli...».
Ed uscirono dall'hotel. Quando Gabriele tornò, era solo.
Gessica non lo affiancava più. Ed era diverso. Mi chiesi quando si sarebbe ripreso. Forse fra qualche giorno, fra qualche settimana. Forse mai.
D'altronde, non poteva più vedere la sua ragazza tutti i giorni.
Fa male, tanto male, stare lontani dalle persone che si amano.
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