Capitolo Otto

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Elodie's Pov.

Nei giorni seguenti, io e Lele ci vedemmo per pochissimo tempo, ma, tra una lezione e l'altra, ci sorridevamo.

Finalmente eravamo tornati a calcolarci, perché non ne potevo più di far finta che lui non esistesse.

Per me esisteva, e lui me lo confermava continuamente, per me era sempre stato presente. Dopo che mi aveva vista piangere, poi, era diventato anche molto apprensivo, ma stranamente questa cosa non mi dava fastidio, anzi, mi piaceva.

Purtroppo fare la cantante implica una grande responsabilità e devo essere molto concentrata sul mio sogno se voglio realizzarlo.

Il professor Braga ha tenuto una lezione in cui ho conosciuto meglio tutti i cantanti.

C'è chi mi sta più simpatico, come Chiara, una ragazza di diciotto anni, o come Sergio, un personaggio stranissimo grande e grosso, ma che dentro nasconde l'animo di un vero tenerone.

Poi, c'è anche chi non sopporto, come Yvonne, ma cercherò di farmela andare a genio.

Braga ci ha fatto fare una lezione sull'empatia che consisteva nello scegliere un compagno, mettersi uno di fronte all'altro e sfiorarci le mani.

Io e Lele ci siamo scelti subito, anche troppo velocemente, e mi sono stupita di me stessa per tutta questa disinvoltura.

È stato un esperimento bellissimo... Non credevo ci fosse tutta questa empatia tra di noi.

Nel pomeriggio ho incontrato Gab e Gessica che parlavano dei loro professori di danza.

A cena, abbiamo mangiato tutti insieme, e poi Lele mi ha proposto di uscire un po'.

Siamo andati nel giardino dell'hotel, si è seduto su una panchina e mi ha chiesto di sedermi sulle sue ginocchia.
Ho acconsentito, un po' titubante.

Mi ha aiutato a cantare una canzone che proprio non mi riusciva.
Dal giorno in cui mi ha vista piangere, Lele cerca di stare con me più tempo possibile, appena ha un attimo di tempo mi cerca, ed io, sinceramente, non potrei essere più felice di cosi, perché finalmente mi sento apprezzata da qualcuno.

L: «Devi stare a tuo agio mentre canti»

E: «Lo so, ma faccio fatica»

L: «Vediamo se questo ti aiuta».

Mi diede un bacio.
Il nostro è un rapporto strano: non stiamo insieme, non siamo fidanzati e non ci comportiamo come tali, la maggior parte delle volte.

Però qualche volta ci scambiamo dei baci, da quella volta, in cui ci siamo baciati per la seconda volta, ora siamo molto più a nostro agio e non sembra nemmeno una situazione strana, quando in realtà, forse lo è parecchio.

E: «Dovresti insegnarmi più spesso», dissi con un sorriso.

L: «Quando vuoi».

Questa volta fui io a baciarlo, un'altra volta.

E: «Perché fai tutto questo?»

L: «Tutto questo... Cosa?»

E: «Da quella volta in bagno sei... Diverso. Mi aiuti, mi proteggi, ci sei sempre»

L: «Io sono questo, lo sono sempre stato. E se faccio questo per te, è perché penso che sia la cosa giusta... Però, se vuoi che io smetta...», mi guardò preoccupato.

Sorrisi timidamente.

E: «No, non smettere mai», sussurrai mentre gli diedi un bacio sulla guancia.

L: «Buonanotte fragolina».

E: «Fragolina? Perché?», chiesi mentre mi sfuggiva una risatina.

L: «Perché hai i capelli rosa, proprio come le fragole e poi... Profumi di fragola, e io adoro le fragole», disse timidamente.

E: «Mi piace!», gli sorrisi, «Buonanotte Leletto».

Lui mi portò fino alla porta della mia stanza in braccio, e mi diede un ultimo bacio.

Non appena aprii la porta, Gessica mi abbracciò come una furia facendoci cadere tutte e due.

E: «Si può sapere che ti prende?»

G: «Vi ho visti! Vi ho visti! LELE ED ELO SI SONO BACIATII», urlò.

Le tappai la bocca.

E: «Si, ecco, io te l'avrei detto...».

Ero leggermente imbarazzata, ma Gessica mi abbracciò di nuovo come a tranquillizzarmi.
Andai a dormire con il sorriso.

Forse, per una volta nella mia vita, si stava concretizzando la mia idea di 'Felicità'.

Costruire. {A Lelodie's Story}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora