CAPITOLO 14

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GIORNO 5
Mi sveglio con un sorriso. Il sole mi acceca un po'. Devo aver lasciato le tende aperte stanotte. Salto giù dal letto e, accompagnato da uno sbadiglio, scendo le scale per dirigenti in cucina. Cassy, la governante, mi sorride e mi chiede cosa io desideri per colazione. Rispondo che io e Lucy abbiamo deciso di fare colazione fuori e le chiedo di prepararci qualcosa da poter portare con noi. Lei sorride di nuovo e, annuendo, prepara il tutto. Mamma e papà mi raggiungono in cucina e mi chiedono come abbia dormito. Rispondo che finalmente ho dormito benissimo. Era da tempo che non riposato così. Sono le 09:04 e Lucy non è ancora sveglia perciò decido di salire in camera sua. Sta ancora dormendo. Adoro vederla dormire. È il mio angelo. La mia bambina.  I suoi capelli sono sparsi per tutto il cuscino. Le sue labbra sono leggermente dischiuse. Il suo viso è così rilassato. È un peccato doverla svegliare. Chiamo il suo nome in modo dolce cosicché non mi stacchi la testa a morsi non appena apre gli occhi. Le sue palpebre fremono un po' prima di aprirsi del tutto e mostrare quegli occhi così belli e nutellosi. Le sorrido e le auguro un buon compleanno. All'inizio lei sembra disorientata ma poi, sbirciando la data sul suo telefono posto sopra il comodino accanto il letto, mi butta le braccia al collo e sorridendo mi ringrazia e mi augura un buon compleanno. Si, perché è questo il bello di avere una gemella. Condividere il giorno più importante dell'anno, oltre Natale, ovviamente. <<Dio mio, Lucy. Mi sei mancata così tanto.>>
<<Svegliati, fratellino. È tutto un sogno.>> E guardandomi in viso e sorridendomi, svanisce.
Svanisce lei, la sua stanza, la mia casa e il mio sogno. Ritorno alla realtà. Nella mia camera in hotel. Solo. Spaventato. Senza Lei. Direi che gli incubi si fanno risentire. Fortunatamente però credo di aver dormito molto infatti fuori è già giorno. Controllo l'orario sul telefono. 13:54. Oh, direi che ho dormito davvero tanto.
Mi alzo e mi dirigo in bagno. Entro in doccia con l'intenzione di scacciare tutto dalla mia mente. Gli incubi. I sogni. Le paure. Rimane solo Olvia. Un pensiero fisso nella mia mente. Chissà che faremo stasera. Ma poi, dove abita lei? Perché è sempre lì? Nessuno la chiama mai al cellulare? Ha un cellulare? Dovrei chiederle il numero di telefono. Esco dalla doccia, mi vedrò e vado in cucina. Oggi ho voglia di rimanere in hotel con della musica. I miei sono già usciti. Evvai. Ordino del cibo in camera: lasagne, cotolette di pollo, patatine fritte è un torta al Kinder Bueno. Giusto per mettere qualcosa sotto i denti. Prendo la mia cassa portatile con funzione bluetooth e la collega al mio telefono. Faccio partire il mio caro amico Ed Sheeran con Galway Girl. La prima cosa che sento è la chitarra. Quando mi manca suonarla. Dovevo portarla con me. Adoro la sensazione delle corde sotto le mie dita. Quei suoni dolci o rabbioso che si posso creare. Spesso non uso il plettro per poter sentirmi sentire ancora più vicino alle corde. È troppo bella la sensazione che ti danno. Bussano alla porta. Il cibo è arrivato. Siiiiiii. Mangio molto volentieri in compagnia di Shape Of You. Finito il mio pranzo decido di fare una corsetta con le cuffie. Esco dall'hotel e inizio a correre. Non sento niente solo gli Imagine Dragons con Not Today. Corro. Corro. Corro. La gente mi passa vicino ma io corro. Gli uccelli passano sopra di me ma io corro. I ragazzi ridono ma io corro. Le ragazze mi fissano ma io corro. Esisto solo io e la musica. Quando sento le gambe pesanti deciso di sostare e camminare. Noto che sono le 19:44. Bhe, direi che è normale sentirsi stanchi dopo 3 ore di corsa. Torno in hotel decidendo di lavarmi e mangiare di nuovo in camera e poi andare da Olvia. Ed è questo ciò che faccio. Con addosso solo una canotta nera, dei bermuda neri e le converse nere vado nel burrone. Bhe, sono le 20:53 quando arrivo e lei è già lì. Bella come sempre. Mi sorride e io la saluta con un bacio sulla guancia. Il suo profumo è maglificio. Sa di agrumi e mare. Di vento e pioggia. Sa di libertà.
<< Allora, ciccia, di cosa vogliamo parlare oggi?>>
"Sai suonare?"
<< Si.>> Lei spalanca gli occhi e scrive:
"Davvero? E cosa?"
<< Chitarra e violoncello.>>
"Due opposti. Perche?"
<<Opposti?>>
"Passi da un qualcosa di classico e soave a un qualcosa di duro e nuovo. Perché? "
<< Perché adoro il classico. Le vecchie opere come Madame Butterfly e La Traviata sono cose eccezionali. Ma le nuove note come Sing o Symphony sono fantastiche.>>
"Perché proprio le corde? "
<< Perché per poter produrre qualsiasi suono servono le mie mani. Io toccò quelle note e le produco. Suono il Re, il Fa e il Si con le mie mani. Sono io che creo la musica.>>
"Ma le corde sono anche tristi."
<< Perché?>>
"Perché come possono creare musica, possono spezzare una vita."
<<Ok, non ci avevo mai pensato.>>
"Tranquillo, è solo un mio pensiero. Ma mi piace che comunque tu abbia un motivo del perché suoni questi strumenti. Non sei come gli altri perché lo fanno e basta. Sei diverso. Sei speciale. "
Mi sorride. Adoro questa ragazza.
<<Credo che tu mi piaci.>> Non lo detto veramente. Ora mi ucciderà con quel bastone. Lo prenderà e lo infilzerà nel mio occhio. Me lo sento.
"Anche tu mi piaci."
Come fa a sorprendenti sempre? Vorrei baciarla e invece l l' abbraccio solamente.

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