Passammo tutto il restante pomeriggio insieme parlando del più e del meno. Ognuno era a suo agio e i sorrisi non abbandonavano i nostri volti. Parlammo del tempo magnifico di quel posto. Parlammo del mare azzurrissimo, splendido e puro. Dei giardini che si trovavano ad ogni angolo. Insomma parlammo di quasi tutto. Quasi. Si era fatto buio e il mio stomaco reclamava cibo così forte che lei lo sentì. E scoppiò a ridere.
"Credo tu abbia fame"
<<Si, lo credo anch'io. Ti va di andare a mangiare qualcosa?>>
Nega con la testa.
<<Sei sicura? È da oggi che siamo qui e nessuno dei due ha messo qualcosa nello stomaco. Magari prendiamo una pizza e poi facciamo una passeggiata.>>
Rifiuta di nuovo.
<<Bhè, se tu non vai dalla pizza, la pizza viene da te.>> E dicendo ciò mi allontano alla ricerca di una pizzeria.
Impiegai circa un'ora. Solo quando arrivo davanti la segretaria che prendeva le ordinazioni mi maledissi cento volte. Non avevo chiesto a Olvia come la volesse. Quindi optai per una verde e una margherita. Entrambe rigorosamente familiari. Ritorno da lei il più velocemente possibile in modo da non far freddare tutto. La trovo nello stesso punto con l'unica differenza del capo rivolto verso l'alto ad ammirare le stelle.
<<Ehi, ho preso le pizze.>>
Lei mi sorride.
"Purtroppo non ho soldi qui con me ma domani te li rendo"
Inizio a ridere.
<<Non voglio che tu mi dia i soldi. Voglio solo che mangi. Ho preso una verde e una margherita, facciamo a metà entrambe?>>
Lei annuisce sorridente. Mangiamo in tranquillità e il silenzio veniva spezzato dalle mie battute squallide ma che la facevano ridere. Lei è sempre qui, non ha un telefono. Non ha mai fretta di andare. Non ha una borsa ed è sempre sola. Perché?
<<Raccontami un po' di te.>>
I suoi occhi si sbarrarono.
"Non c'è molto da sapere. Sono nata da un uomo e una donna e sono figlia unica."
Rido leggermente.
<<Dove abiti?>>
"Dove abito? Come fai a dire dove abiti? Io vivo nel mondo. Vivo nell'aria. Vivo nella pioggia leggera e nelle burrasche. Vivo nel sole quando è cocente e vivo nelle nuvole quando lo nascondono. Vivo nel mare sereno che porta tranquillità e vivo nel mare in tempesta che porta terrore. Vivo nelle querce maestose e vivo nelle erbacce. Vivo nel sole e nella luna. Vivo nel giorno e nella notte. Quindi come fai a dire dove abiti?"
Rimango in silenzio per un po' non sapendo cosa dire. Neanche lei accenna a voler interrompere questo silenzio, così dico la prima cosa che mi venne in mente.
<<La musica.>>
Lei mi guarda confusa non sapendo a cosa mi riferisco.
<<La musica. È lì che io vivo. Mi basta un qualsiasi oggetto per inventare una nuova melodia. Qualunque parola tu dica io la collego ad una canzone. Ogni cosa è musica.>> Il tuo sorriso è una melodia mai sentita prima e il battito del tuo cuore è la percussione più dolce in questo mondo, è questo che vorrei aggiungere ma non lo faccio.
"Suoni qualcosa?"
Mi gratto il retro della testa.
<<Bhè si.>>
"Cosa?" I suoi occhi si illuminano.
<<Pianoforte, violoncello e chitarra.>>
Lei batte le mani emozionata. Sembra una bambina in un luna Park per la prima volta.
<<Tu, invece, suoni qualcosa?>>
Nega con la testa.
<<Parlami di te, ti prego.>>
"Solo se tu mi dirai qualcosa di te"
<<Facciamo così, io ti dico qualcosa su di me e tu fai lo stesso.>>
"Ok"
Ci stringiamo la mano come a sigillare il nostro patto.
Non ci credo. Sto per conoscere la sua vita. Finalmente.
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La Ragazza Del Burrone
RomanceNon conoscevo neanche la sua voce ma mi sono innamorato di lei come in una favola. Peccato che questa è la realtà.