Capitolo 14

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Apro gli occhi, sono tutta dolorante, la caviglia è ancora messa male ed ora ho anche un forte dolore al collo.

"Novità?"

È la prima cosa che chiedo mettendomi a sedere.

"No"

Mi risponde Dylan che cammina nervosamente per il corridoio.

"Quanto ho dormito?"

Chiedo stroficciandomi gli occhi.

"Una mezz'oretta"

Mi dice Zak.

Prendo il cellulare, lo sblocco, un altro messaggio:

*Vieni tu o entro io?*

Sbuffo.
Perché deve comporarsi in questo modo? Non può costringermi fare quello che vuole lui.
E poi questa non è affatto la migliore delle situazioni.
Però non posso rischiare che entri, si andrebbero a creare casini su casini.

"Vado a prendere un po' d'aria"

dico alzandomi.

"Vuoi che ti accompagni?"

Mi chiede Dylan.

"No, preferisco andare da sola."

"Ma la caviglia..."

"Ce la faccio"

"Se vuoi ti accompagno io"

Interviene Gace con il tono di voce bassissimo, che quasi mi chiedo come l'ho sentite.

"No, davvero, voglio stare un po' sola."

Annuisce.

Ed io mi dirigo lentamente verso l'uscita, noto che la caviglia va un po meglio, riesco a poggiarla, e fa meno male.

Quando apro le porte dell'ospedale, l'aria fresca mi da un po di sollievo.
Mi guardo in torno, nulla.
-sarà andato via-
Penso.

E invece...

Mi sento strattonare da un braccio.
-ok, no, non è andato via-

"Fermo, mi fai male"

"Vieni qua dietro"

Mi spinge dietro un muretto, sono di nuovo a pochi centimetri da lui.
-Anche adesso no eh, non ho proprio la forza, non lo reggo.-

"Come sta Kate?"

"Non sappiamo nulla"

Dico, distogliendo lo sguardo dal suo.
Lui abbassa la testa, fissa il pavimento, rimane in silenzio.
Solo dopo un po' torna guardarmi e mi chiede:

"Cos'è successo?"

Sposto una ciocca di capelli che mi ricade sulla fronte, lo faccio quando sono nervosa o agitata, poi dico:

"È stata investita"

Mi schiarisco la voce.
E faccio una fatica enorme per non scoppiare nuovamente in lacrime.

Lui è in silenzio, non dice nulla.

Poi ad un tratto mi abbraccia, il calore del suo corpo riesce a darmi sollievo, non so come ci riesca, ma vorrei non smettesse di farlo.

Ci stacchiamo

"Hai fame?"

Osservo l'orologio che ha al polso, sono le 15:30 e non ho mangiato nulla per pranzo, ma no, non ho affatto fame.

Squoto la testa.

"Devi mangiare qualcosa"

Dice.
Poi prende un sacchetto che era poggiato sul muretto, me lo porge dicendo:

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