Capitolo 20

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Sono in ginocchio ai piedi del letto con dell'ovatta impregnata di alcol in mano, la tampono delicatamente sulle nocche di Zak.
Siamo tornati tutti in hotel senza rivolgerci la parola, mio fratello è seduto di fronte a me ed emette solo qualche gemito di dolore, ha tirato dei colpi davvero forti.
Dylan voleva capire quello che è successo, l'ho visto dal suo sguardo ma non era il momento di spiegare, lo ha capito, quindi è andato in camera sua dopo avermi lasciato un bacio tra i capelli.
Zoe e Grace mi hanno abbracciata solo, nessuno era in grado di proferire parola, il silenzio più totale.
Io ho seguito Zak in camera sua e lui non ha obbiettato, ma anche in quel caso non avrei sentito scuse.
Continuo a tamponare delicatamente, cercando di togliere il sangue secco e ripulirgli le mani per bene, purtroppo non abbiamo trovato l'acqua ossiggenata quindi deve subirsi l'alcol che brucia il doppio.

"Mi hai fatto paura."

Finalmente dico qualcosa, siamo da così tanto tempo in silenzio, che la mia frase sussurrata con un filo di voce sembra dissolversi nell'aria.
Forse non è la migliore delle cose da dire per spezzare il silenzio, ma è l'unica cosa che mi è venuta in mente.
Finalmente gira il suo sguardo verso di me e il suo verde scuro sembra lottare con il mio più chiaro.
Poi addolcisce lo sguardo,sembra dispiaciuto.

"Non volevo"

Sussurra solo, accarezandomi una guancia.

"Lo so"

Sorrido tristemente per poi tornare a fare quello che stavo facendo prima.
So bene che Zak non farebbe male ad una mosca, ma quando si tratta di Zio Mark perde la testa, sono sicura che era da molto tempo che covava quella rabbia dentro di lui e la rabbia a lungo andare cresce, cresce sempre di più e quando esplodi non riesci a fermarla.

"Va bene così, piccola peste, ora va a dormire"

Mi rivolge un sorriso forzato. Il suo soprannome mi riempie il cuore e mi alzo mettendo il cotone affianco all'alcol, sul comodino.

"Dormo qui con te"

Dico affiancandolo sul letto, lui torna solo a sorridermi senza ribattere, ci distendiamo senza nemmeno cambiarci o metterci sotto le coperte. Ci abbracciamo forte chiudendo gli occhi lentamente, abbiamo solo bisogno l'uno dell'altra in questo momento.

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DUE GIORNI DOPO

"Kate, è inutile che insisti, io rimango qui con te"

"Ma perché? Non ha senso il tuo ragionamento."

Saranno dieci minuti buoni che continuamo a discutere sul da farsi per questa sera. Io ho già deciso di rimanere con lei e farle compagnia.
Ma Kate continua a dirmi di andare alla festa con Dylan, che lei sta bene e che non è necessario che io rimanga.

"Il mio ragionamento non fa una piega, non ti lascierò qui da sola il giorno stesso che sei uscita dall'ospedale."

"Ma Desy, qui ci sono i miei genitori, che senso ha rimanere entrambe in albergo se almeno una delle due può divertirsi?"

"No, non se ne parla, non mi va di divertirmi alle tue spalle."

Incrocio le braccia al petto, mettendo il broncio, non mi va proprio di lasciarla qui da sola a letto.
Si sistema tra le coperte e butta fuori un forte sospiro.

"Desy, ascolta. Mi farai sentire in colpa se non vai a quella festa, non sarò sola e soprattutto mi godrò una serata rilassante con il mio libro"

Sorride indicando il mattone sul comodino.

"Kate ma io, non me la sento di lasciarti qui."

Mi siedo sul bordo del suo letto e le rivolgo uno sguardo dispiaciuto.

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