5. And after all...

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Davanti al locale vediamo immediatamente Luca che ci aspetta e, poco più avanti, una fila interminabile di ragazzi in attesa di entrare.
"Ciao ragazze" ci saluta, dando un bacio sulla guancia a entrambe.
"Ciao" rispondo, ma la mia attenzione si sposta immediatamente sulle persone davanti a noi.
Luca, notando la mia espressione preoccupata, mi rassicura.
"Tranquilla, noi entriamo da un'altra parte, Mike ha le conoscenze giuste per avere un privè quando vogliamo."
"Modestamente" la voce di Mike appare dietro di me e io sussulto, non aspettandomelo.
"Scusa dai, non volevo spaventarti" poi si avvicina per darmi un bacio sulla guancia, esattamente come il suo amico poco prima.
A mano a mano arrivano tutti i ragazzi e, dopo i primi saluti, decidiamo di entrare.

Resto piacevolmente stupita dalla zona in cui ci troviamo. Non ha nulla a che fare con il classico casino della discoteca, è una saletta appartata in cui la musica arriva ovattata e c'è il bar proprio di fianco. I divanetti sono intimi e non siamo costretti a urlare per sovrastare la musica.

Ci sediamo tutti ai nostri posti e continuo a guardarmi intorno estasiata. Non è per nulla un posto claustrofobico e non c'è puzza di alcool in ogni dove. A giudicare dall'espressione di Rossella, credo che la pensi esattamente come me.

"Vi piace?" Domanda Claudio che, invece, sembra molto tranquillo. Evidentemente sono abituati a questo posto.
"è fantastico, come diavolo fate ad avere una saletta tutta per voi?" La voce di Ros fa ridere un po' tutti, continua a strillare come una bambina davanti a un negozio di caramelle.
"Diciamo che mio padre è una persona abbastanza rispettata in zona e il locale è di un amico di famiglia" risponde Mike.
Ros si limita ad annuire e Luca ci chiede cosa vogliamo prendere da bere.

"Un analcolico per me, devo guidare e preferisco essere sobria" chiarisco, mentre lui si dirige verso il bancone.
"Sei astemia?" Mi domanda Mike.
"Non sempre, però bevo poco."
La serata si svolge tranquilla e ci raggiunge anche un altro ragazzo, il fidanzato di Marzia. Sembrano molto carini insieme, nonostante per i miei gusti siano un po' troppo sdolcinati.

"Andiamo a ballare?" Domanda Luca, rivolgendosi a noi.
La coppietta si alza per prima e apre una porta che da sulla vera e propria discoteca, poi Stella e Claudio li seguono. Non sono una coppia ma, da quel che ho capito, sono molto amici e si conoscono dal liceo.
Luca guarda Ros e le porge una mano, invitandola a ballare. Lei non se lo fa dire di certo due volte e lo segue velocemente.
Rimaniamo solo io e Michele nella saletta e il silenzio inizia a farsi imbarazzante.
"Se vuoi andare a ballare vai, sono sicuro che qualche ragazzo disposto a farti compagnia lo trovi" dice, sorseggiando tranquillamente il suo drink.
"Non mi piace particolarmente ballare" mormoro, alquanto imbarazzata.

Si gira e mi sorride, poi ritorna a bere.
"Qualcosa dovremo pur fare, ti va di parlare? Raccontami qualsiasi cosa." Mi chiede lui.
Faccio mente locale nei miei pensieri alla ricerca di qualcosa di abbastanza interessante da dirgli, ma sono in seria difficoltà.
"Ehm... Non so, se ti va chiedimi tu qualcosa" domando, sperando di non aver fatto una cretinata e che non voglia sapere troppi dettagli sulla mia vita. Parlare di me non mi fa impazzire, ho sempre preferito ascoltare e sfogarmi solo con le poche persone che realmente mi capiscono. Per quanto senta che lui e il suo gruppo di amici non siano delle cattive persone, non posso nemmeno essere certa che quella non sia solo una maschera per nascondere cose ben più gravi.

"Allora, che liceo hai frequentato?"
"Classico, tu invece?"
"Scientifico."
"Io ho sempre fatto pena in matematica" dico ridendo.
L'atmosfera si scioglie e continuiamo a parlare di cose tranquille tra di noi. Scopro che fa palestra da quando era adolescente e che da bambino ha giocato a calcio qualche anno, per poi abbandonare, che è allergico agli arachidi e che è mancino.

Parlo anche io delle mie lezioni di danza da ragazzina che ho dovuto abbandonare con l'inizio del liceo, della boxe che ho praticato per qualche anno e dei corsi di fotografia che mi piacevano un sacco, del mio amore per l'arte e i quadri e di altre cose del genere.
Trovo piacevole conversare con lui, non si spinge troppo in là con le domande e inizio a pensare che nemmeno lui voglia rivelarsi totalmente subito. Magari, nel caso io e Ros continuassimo a frequentarli, riuscirà ad aprirsi un po' di più e forse io farò altrettanto.

A un certo punto, dalla porta aperta, iniziano a sentirsi le prime note della canzone degli Oasis, Wonderwall.
"Amo questa canzone" sussurro.
"Già, è molto bella. Senti, facciamo un eccezione, ti porto a ballare. Solo questa, nient'altro."
Mi sorride e mi porge una mano. L'afferro, un po' stordita da tutte le informazione che il mio cervello ha ricevuto in pochi secondi.
Arriviamo anche noi in pista, in mezzo a tanti altri ragazzi, mentre la canzone continua a espandersi nell'aria calda di quel locale in una semplice serata di inizio ottobre.

Today is gonna be the day
That they're gonna throw it back to you
By now you should've somehow
Realized what you gotta do
I don't believe that anybody
Feels the way I do, about you now


Mi poggia una mano su un fianco e tiene l'altra stretta nella mia, mentre non mi toglie gli occhi di dosso. Potrei giurare di star andando a fuoco anche solo per il modo in cui mi guarda e finisco per perdermi nei suoi occhi. Non so dare una definizione al loro colore, probabilmente sono di una tonalità che oscilla tra il miele e il cioccolato, il tutto contornato da delle pagliuzze verdi.
Continuiamo a ballare, nonostante senta a malapena le parole della canzone in sottofondo, troppo persa nel mio mondo.

Backbeat, the word was on the street
That the fire in your heart is out
I'm sure you've heard it all before
But you never really had a doubt
I don't believe that anybody
Feels the way I do about you now


Non so se tutto ciò sia frutto della mia immaginazione troppo attiva come al solito, ma mi è sembrato che mi stesse osservando allo stesso modo anche lui.
Al termine della canzone oscillo tra la voglia di andarmene il prima possibile e dimenticare la sensazione delle sue mani su di me e quella di continuare a ballare.
La risposta me la da lui, avvicinandosi e sussurrandomi a un orecchio "un altro ballo?".
Annuisco semplicemente, mentre lui stringe di più le mani su di me e mi sorride, spostandomi una ciocca di capelli ribelli da davanti al viso.
Albachiara di Vasco Rossi continua il momento dedicato ai lenti. In pista ci sono coppie per la maggioranza di ragazzi che avranno circa la nostra età e mi spaventa il fatto che si stiano baciando quasi tutti.

Respiri piano per non far rumore
ti addormenti di sera
ti risvegli con il sole
sei chiara come un'alba
sei fresca come l'aria.

Sono sempre stata troppo timida per baciarmi in un luogo pubblico con qualcuno, nonostante magari qualcosa la provassi. Non che possa vantare tutte queste relazioni, ma i pochi ragazzi che ho avuto si sono rivelati tutti dei grandi traditori, nel senso più letterale possibile della parole. Sono stata distrutta troppe volte da persone che fingevano di volere il mio bene, mentre se la ridevano alle mie spalle.

Diventi rossa se qualcuno ti guarda
e sei fantastica quando sei assorta
nei tuoi problemi
nei tuoi pensieri.

"Ehi, a cosa pensi?" La voce di Mike mi riporta alla realtà. Sussurra quasi queste parole, come se non volesse mettermi a disagio.
"Nulla" e mentre pronuncio quella semplice parola mi rendo conto che stiamo ancora ballando e che anche la seconda canzone è ormai al termine.

E quando guardi con quegli occhi grandi
forse un po' troppo sinceri, sinceri
si vede quello che pensi,
quello che sogni....

Mi stacco velocemente da lui.
"Torniamo al tavolo?" dico.
"Certo, ma stai bene?"
"Sì, tranquillo" mi affretto a rispondere.
Quando ritorniamo nella sala privata non c'è ancora nessuno del nostro gruppo e sono contenta che sia così.
"Sicura di stare bene Shanti? Vuoi qualcosa da bere? Dell'acqua?"
"Acqua, grazie" dico.
Dopo pochissimo tempo ritorna accanto a me e mi porge il bicchiere, lo ringrazio frettolosamente e bevo, ripoggiandolo poi sul tavolino.

"Stai meglio?"
Sorrido, trovando carino il suo modo di fare con me. La maggioranza dei ragazzi che ho conosciuto non si sono mai preoccupati più di tanto, erano troppo impegnati a decidere in che modo sfruttarmi. Lui sembra quasi un ragazzo di altri tempi.
"A che pensi?"
"Che sei carino" cosa cavolo ho appena detto? "a preoccuparti per me, intendo" mi affretto ad aggiungere.

"Guarda che se mi dici che sono bello anche di aspetto non mi offendo mica."
Scoppiamo entrambi a ridere.
Luca e Rossella arrivano poco dopo sorridenti al tavolo e si siedono accanto a noi.
"Allora? Quanto ti ha annoiato con i suoi discorsi Mike?" Chiede ironico Luca, mentre Michele gli da un pugno sul braccio scherzosamente

"Sono stato simpatico, vero Shanti?"
"Assolutamente" rido insieme a loro, credo proprio che potrebbe nascere un'amicizia stupenda tra di tutti noi. Intanto ritornano tutti a sedersi al tavolino, sfiniti dalle danze,
"Bene ragazze, io proporrei di tornare a casa, si è fatto tardi e conviene andarcene prima che qualcuno ci dia giù con l'alcool" propone Claudio, mentre noi scoppiamo a ridere.

Ci salutiamo, promettendoci di sentirci nel gruppo whatsapp per organizzare un'altra serata come questa. Mike mi da un bacio sulla guancia prima di andare anche lui verso la macchina.
Sorrido inconsapevolmente, questa serata si è rivelata più piacevole di quanto avessi immaginato all'inizio.


Angolo autrice
Buon venerdì!
Allora, questo è il capitolo più lungo di cui vi parlavo. Alla fine l'ho accorciato un po' perché ho notato di aver inserito molti dettagli inutili e che non quadravano con i capitoli successivi, quindi è stato praticamente quasi riscritto.
Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate in un commento e noi ci vediamo venerdì prossimo.


Laisse Moi t'AimerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora