Mancano due giorni alla mia prima sessione.
Ripeto le nozioni a memoria, anche se non capisco sattamente tutto quello che c'é scritto. L'importante per me è passare gli esami e togliermi il pensiero il prima possibile."Shanti puoi calmarti? Ora ripeti questo capitolo e poi mangiamo" dice Mike.
Dopo le nostre confessioni eravamo stati costretti a ridurre al minimo le uscite a causa degli esami ma, nonostante questo, la nostra relazione pareva andare a gonfie vele.
L'avevamo detto solo agli amici più stretti ed evitavamo qualsiasi tipo di effusione in pubblico. All'Università le notizie correvano troppo velocemente e quella della nostra storia sarebbe stato uno scoop interessante che sarebbe potuto arrivare fino alle orecchie dei nostri genitori.
Così, durante le pause dallo studio, avevamo reso il garage il nostro angolino, un posto in cui potevamo essere noi stessi e comportarci normalmente.A Mike sarebbe piaciuto potermi presentate ufficialmente come sua fidanzata a tutti, ma io preferivo aspettare ancora un po' e lui non insisteva mai più di tanto. Semplicemente aspettava il giorno in cui anche io sarei stata pronta a farlo.
"Shanti cosa hai intenzione di fare dopo la sessione?" Mi domanda.
"Studiare per la prossima?" Rispondo ironica.
"Parlavo seriamente."
"Non lo so."
"Perché non ci prendiamo un weekend solo noi due? Sarebbe un modo per passare del tempo insieme tranquillamente" propone.
"Dove ti piacerebbe andare?" Domando io.
"Dove vuoi tu."
"Pensiamo a un posto, l'idea mi piace" dico.
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Quanto mi era mancato il sapore delle sue labbra, purtroppo non potevo assaggiarle tutti i giorni.
"Ora dovresti continuare a ripetere" mi dice, staccandosi.
"No dai" mi lamento, baciandolo nuovamente.
"Shanti mi sei mancata anche tu, ma sei abbastanza in ritardo" mormora sulle mie labbra.Sbuffo prendendo il libro.
"Ti sei arrabbiata?" Chiede, poggiando la testa sulla mia spalla.
Non gli rispondo, fingendo di sentirmi offesa dal suo comportamento.
"Shanti" ripete, ricevendo comunque in risposta il mio silenzio.
"A mali estremi, estremi rimedi" dice, prima di mettere le mani sui miei fianchi e iniziare a farmi il solletico. Scoppio a ridere, pregandolo di fermarsi per farmi respirare.
Quando molla la presa mi accascio ansimante sul divano mentre lui ride di me.
"Smettila di fare il cretino" dico, lanciandogli un cuscino.
"Studia" mi rimprovera.
Apro il libro alla pagina giusta e glielo passo, poi comincio a ripetere anche gli altri capitoli.
"Sono stanca" sussurro al termine dello studio.
"Sei stata brava, vai tranquilla che gli esami li passi" mi rassicura.
"Grazie" dico sincera.
"E di cosa? Lo sai che lo faccio con piacere" una mano scivola lentamente sui miei capelli mentre pronuncia questa parole.
"Di tutto. Mi stai aiutando più di quanto tu possa immaginare" rispondo.
Sorride e io di rimando.
"Rimani ancora un po' con me?" Domanda.
Acconsento e lui tira fuori dalla tasca il cellulare e le cuffie. Me ne passa una e io mi appoggio sul suo petto.
Attiva la riproduzione casuale e parte 'Come nella favole' di Vasco Rossi.Quello che potremmo fare io e te
Senza dar retta a nessuno
Senza pensare a qualcuno
Quello che potremmo fare io e te
Non lo puoi neanche credere [...]Penso che questa strofa descriva perfettamente la nostra situazione. Chissà dove saremmo in questo momento se fossimo più liberi, o meglio, se io fossi più libera e mi lasciassi andare davvero pensando solo a me. Dovrei chiudere la mia famiglia e tutte le loro lezioni fuori dalla mia testa come mi è successo poche volte nella vita. È troppo difficile farlo quando si è da soli, non posso contare su Mike dato che devo convincere i miei genitori ad accettarlo. Spetta a me far capire loro quanto sia importante lui nella mia vita, sperando che lo capiscano.
Mi accorgo del termine della canzone quando la musica cambia, diffondendo le note di 'Sarà un giorno bellissimo'.
"Ma allora ti piace la musica italiana, perché mi avevi detto che di solito non ascoltavi nulla?" Chiedo curiosa.
"Perché alcune di queste canzoni hanno dei testi talmente belli che vanno dedicati per forza a qualcuno e a me mancava la persona giusta" spiega.
"E ora cosa è cambiato?"
"Ci sei tu."
Stringo la sua mano nella mia e poi gliela bacio, mentre ci facciamo cullare dalla musica come se non esistesse nessun'altro fuori da qui.[...] Forse un giorno imparerò
che non c'è un modo giusto di vivere.
A che serve stare lì a rimpiangere
E quel giorno vedrai, sarà un giorno bellissimo [...]Di nuovo le parole mi entrano fin dentro l'anima. È quasi ironico come una canzone possa causarti tanti brividi e tante riflessione nello stesso tempo. È vero che non esiste un modo giusto per vivere, siamo noi a scegliere di usare le nostre risorse come preferiamo ogni singolo giorno. Non ci sono schemi o regole fisse, la vita è una partita in cui ognuno fa quello che vuole e l'altro deve essere pronto a reagire.
[...] Quante mie paure
potrei cancellare
con la voglia di amare, come di sognare
di sentirmi vera come è vero il sole.
Sono io la sola che può cambiare [...]Già, l'amore scaccia via un sacco di paure, così come i sogni. Peccato che io di aspirazioni ne abbia tante, ma che non riesca a farle uscire allo scoperto.
Queste parole mi descrivono alla perfezione e, al termine della canzone, tolgo velocemente la cuffia per evitare di essere intrappolata ancora una volta nel vortice dei sentimenti."Le avevi già scelte le canzoni vero?"
Annuisce.
"Grazie per avermi fatto sentire questi pezzi bellissimi, dovremmo renderla una routine l'ascolto della musica" dico.
"La prossima volta suoniamo qualcosa insieme" ribatte.
"Va bene, mi riaccompagni a casa?"
"Sì" dice, prendendo le chiavi.
Dopo circa dieci minuti di viaggio Mike riprende a parlare.
"Ti devo lasciare sempre all'angolo? Odio farlo quando è buio" ammette.
"Te l'ho già detto, puoi stare tranquillo" lo rassicuro.
"Sei comunque una ragazza sola e non si sa mai chi potresti trovare per strada" insiste.
"Non facciamolo più questo discorso ti prego" ripeto.
Sbuffa "chiamami quando sei a casa" dice, fermandosi per farmi scendere.
Gli scocco un bacio sulle labbra e scendo, per tornare a casa. Il freddo pungente penetra anche il mio piumino e io porto la sciarpa fin sopra il naso per evitare di prendere troppo freddo.
Arrivo in casa e salgo immediatamente le scale, senza curarmi minimamente di chi c'è in salone. Prendo il telefono e chiamo Mike.
"Sono a casa" lo avverto appena risponde.
"Va bene, buonanotte piccola" risponde.
"Buonanotte" ripeto, sorridendo come un'imbecille.
STAI LEGGENDO
Laisse Moi t'Aimer
RomantikGiulia Chantal Dubois è la figlia di uno tra gli avvocati più famosi di Milano. Per lei non è mai stato un problema, non ha mai pensato che un giorno il suo cognome potesse impedirle qualcosa. Invece è proprio questa la scelta che sarà costretta a...