Quando mi sveglio sento la testa pesante e tutti gli arti formicolare.
Nonostante questo non apro gli occhi, perché sento un piacevole calore contro il mio corpo. È come se avessi una stufa impostata al massimo in camera, anche se di solito non l'accendo mai.Quando sento qualcosa accanto a me spostarsi mi costringo ad aprire gli occhi e fissare confusa la persona al mio fianco. Che ci fa Mike nel mio letto?
Apre gli occhi e rimango a guardarlo come una stupida, invece lui mi sorride dolce e mi passa una mano sui capelli mentre continua a stringermi tra le braccia."Passata la sbronza?"
"Non ricordo nemmeno di essermi ubriacata" dico sinceramente.
Si sposta contro la testata del letto, scoprendo il suo petto nudo.
Deglutisco, sarà meglio calmare gli ormoni.
"Vieni qua."
Mi siedo sul cuscino al suo fianco e giro fra le dita un braccialetto composto da un semplice filo di raso nero con un ciondolino a forma di aereoplano che pende.
"Non lo togli mai" osserva.
"È un regalo di mio fratello, me l'ha dato prima di trasferirsi in Francia. È una specie di portafortuna per me" spiego.
Sospiro a quel ricordo, mi manca cosí tanto stare con lui. Spesso, quando ero spaventata o nervosa, dormivamo insieme e lui mi cullava fin quando non passava tutto. Da quando se ne era andato mi ero sentita molte volte sola, anche se non l'avevo mai condivisa con nessuno questa cosa."Hai letto la lettera?" Irrompe a un certo punto.
Tiro fuori dal cassetto il foglio con scritta la mia risposta. Avrei voluto dargliela, ma non ne ho avuto il coraggio.
La prende e la legge, mentre io chiudo gli occhi a causa del martoriare incessante nella mia testa. Che mi era passato per la mente mentre ordinavo quei dannati drink? Pensavo di risolvere davvero qualcosa?
La ripiega e sbuffa.
"Che c'è?" Mormoro, infastidita dalla sua reazione.
"Quelle cose me le hai già dette un milione di volte, l'ho capito che non ti senti abbastanza per nessuno, ma capisci anche che ormai è troppo tardi per ricominciare daccapo" mi dice.
"Lo so" sospiro nuovamente."Potrei essere nel letto di chiunque a quest'ora, invece sono qui a prendermi cura di te per l'ennesima volta nonostante i tuoi continui rifiuti" sbotta, alzando di poco la voce.
"E allora vattene da una di loro" urlo, pentendomene subito perché sento le mie parole rimbombare nel cervello. Mi lascio scivolare e passo una mano sulla mia fronte per tentare di calmare il rumore che sento lì dentro."Stai bene? Vuoi un'aspirina?" Chiede premuroso.
"Sì ti prego, sono nel secondo cassetto" sbiascico dolorante.
"Vado a prendere un bicchiere d'acqua."
"Non mi serve, dammi la pillola e basta" lo fermo, prendendola e ingoiandola.
Mi solleva leggermente, costringendomi a stringere le braccia dietro il suo collo e a posare la testa sulla sua spalla. Non diciamo nulla per un po', restiamo semplicemente fermi mentre io ragiono su come spiegargli un bel po' di cose."Da piccola ogni mia richiesta veniva esaudita. Che fosse una bambola o un giocattolo nuovo non c'era nessun problema. Questi nascevano quando volevo attenzioni o tempo. Nessuno ne aveva mai e quindi sopperivano queste mancanze con altri regali. Non me ne importava più nulla delle cose materiali, non mi servivano davvero. E allora ho smesso di cercare qualsiasi cosa e mi sono chiusa in me stessa. Avevo sette anni quando le maestre dissero a mia mamma che non interagivo con gli altri bambini, se non con Rossella e Martina che consideravo una parte di me. E da lì sono partiti i paragoni con mio fratello. Sempre il primo della classe, quello sveglio ed educato. In pratica ero un errore, una vergogna per una famiglia come la mia. Le cose non sono andate di certo migliorando e io ho iniziato a scrivere per avere una valvola di sfogo. A mio padre non andava bene, dovevo essere come lui. Razionale e decisa,
peccato che queste parole non ci siano nemmeno nel mio dizionario. Alla fine ha deciso che io sarei cambiata e sarei diventata quello che lui aveva sempre voluto, senza se e senza me. Niente possibilità di replica, ormai la decisione era stata presa" inizio a raccontare "capisci perché non riesco a capacitarmi del fatto che qualcuno voglia stare al mio fianco?""Posso insegnarti tante cose su questo argomento, se solo me lo permettessi" ribatte.
"Ti piacerebbe vivere nell'ombra? Davvero vorresti guardarti le spalle ogni volta che stiamo insieme per paura che qualcuno ci stia seguendo?" Contrabbatto frustrata.
"Diciamoglielo e basta. Mio padre non si metterebbe fra noi" dice, facendomi quasi ridere amaramente.
"Mio padre invece sì. Se ha deciso che le nostre famiglie non sono compatibili, stai pur certo che proverà a separarci in qualunque modo. Non importa se a pagarne le conseguenze sarò io."
"Ma sei sua figlia… Dovrebbe volerti un bene dell'anima…" Dice piano.
"Mike non tutti abbiamo una famiglia unita come la tua" rispondo, accarezzandogli una guancia."Voglio provarci comunque" sbotta.
"Cosa?"
"Voglio provarci comunque" ripete. "A starti accanto" aggiunge.
"Io…"
Mi blocca immediatamente. "Non è giusto che tu non insegua i tuoi sogni per colpa sua. Dovresti lasciare giurisprudenza se non ti piace e iscriverti dove preferisci."
"Però non avrei un futuro concreto come quello di ora" mormoro.
"Un sacco di persone non lo hanno, credi che tutti si lascino andare alla prima difficoltà?" Ribatte e io sospiro.
"Quella frase" continua, indicandone una sul muro "dove l'hai letta?"
"L'ho scritta io" confesso.
"E allora cosa diavolo aspetti? Devi prendere una decisione il prima possibile" insiste, avvicinandosi pericolosamente a me.
"Vorrei farlo" sussurro."Chantal, ho mille motivi per andarmene e uno solo per rimanere" risponde, alludendo al fatto che questo motivo sia io.
"Ho paura" dico, guardandolo negli occhi e perdendomici dentro.
"Ci sono qui io, ti prometto che non ti lascio andare" risponde, mentre le sue labbra sfiorano le mie in un modo che la sua presenza me la fanno sentire veramente. Non somiglia per niente al bacio che ci siamo scambiati la notte di Capodanno, quello nascondeva il bisogno di fare chiarezza sui nostri sentimenti e la mia richiesta di un qualcosa a cui appigliarmi.
Questo invece cela una promessa enorme, quella di rimanere sempre al fianco dell'altro anche se ci saranno tante persone a tentare di dividerci e avremo la possibilita di scappare a gambe levate. Perché l'amore può superare qualunque ostacolo, purché sia vero ed entrambe le persone siano disposte a condividere tutto di sé.Mi sento terribilmente stupida ad averlo etichettato come l'ennesimo cretino che diceva solo tante belle parole e non faceva niente per farle avverare. Stava combattendo per me come nessuno aveva mai fatto prima e gli sarei stata debitrice per sempre, indipendentemente da come sarebbe andata tra noi perché mi stava insegnando che ognuno di noi vale qualcosa, anche se noi siamo convinti del contrario.
È proprio vero che spesso sono le altre persone a dirci chi siamo.Angolo autrice
Buon Natale, anche se in ritardo.
Non avete idea del casino che è successo per pubblicare questo capitolo, l'ho dovuto riscrivere da capo perché si era cancellato da wattpad.
Non sono pienamente soddisfatta del risultato finale, però alla fine io non lo sono mai. Fatemi sapere cosa ne pensate voi e se c'è qualcosa che magari non vi convince.
Buone feste,
Fra.
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Laisse Moi t'Aimer
RomanceGiulia Chantal Dubois è la figlia di uno tra gli avvocati più famosi di Milano. Per lei non è mai stato un problema, non ha mai pensato che un giorno il suo cognome potesse impedirle qualcosa. Invece è proprio questa la scelta che sarà costretta a...