42. Piú delle parole

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"Basta, ti prego, basta."

Apro gli occhi, riuscendo finalmente a capire che è stato solo l'ennesimo brutto sogno.
"Non succede nulla, ci sono io qui" la voce carezzevole di Mike tranquillizza il mio cuore che sento battere a un ritmo decisamente fuori dal normale.
Mi stringe fra le sue braccia e mi accarezza con le punta delle dita, facendomi fremere sotto il suo tocco.

"Vuoi che ti faccia una camomilla? Una tisana? Così magari riesci a riaddormentarti" propone, toccandomi i capelli con le labbra.
Annuisco contro il suo petto e lui fa per alzarsi.
"Non voglio restare sola" la voce mi esce più sottile del solito, somiglia vagamente a quella di una bambina.
"Vieni anche tu" dice, stringendomi la mano.
Annuisco e lo seguo fino alla cucina, mi fa sedere su uni sgabello e inizia ad armeggiare con i fornelli per prepararmi qualcosa.

Dopo una quindicina di minuti, posa davanti a me una tazza e ne conserva un'altra per sé.
Rischio quasi di bruciarmi la lingua, tentando di bere troppo velocemente e Michele ridacchia.

"Ti devo insegnare anche a soffiare sulle bevande?" Dice scherzando.

"Stupido" rido anche io.
Scuote la testa e continua a bere la sua tisana.
Una volta finita ritorniamo in camera con passo felpato, evitando di svegliare suo padre che dorme nell'altra stanza.
"Grazie" mormoro appena ci infiliamo sotto le coperte calde.
"Di nulla" sussurra lui, con gli occhi già chiusi.

Solo ora penso che, probabilmente, lui avrebbe preferito continuare a dormire tranquillo come stava facendo. Invece, ancora una volta, ha messo da parte se stesso per accarezzare le mie paure e fare in modo che io le senta meno intensamente. Magari a lui sarà sembrato normale farmi una tisana e rimboccarmi le coperte ma, per me, i suoi gesti hanno avuto un significato speciale. Mi ha fatta sentire parte di un qualcosa, si è dimostrato più e più volte in grado di essere tutto ciò che mi manca nella vita e si è addossato i miei malesseri per non lasciarmi sola a piangere delle mie disgrazie. È tantissimo, più di quanto mi sarei mai aspettata da una relazione. Credo all'amore, tutti i romanzi rosa che ho letto hanno formato la mia parte romantica, ma non pensavo minimamente a quanto le sensazioni che le mie autrici preferite descrivevano come un qualcosa di puro e magico, fossero realmente tali.

Mi rannicchio meglio contro Mike, facendo quasi scontrare i nostri corpi, poi chiudo gli occhi e lascio che il sonno abbia la meglio anche su di me.

...

Apro gli occhi, accanto a me non c'è più nessuno. Ripercorro mentalmente la litigata di mio padre e sento nuovamente i brividi a ripensare alle sue parole.

Chissà se è preoccupato.

Chissà se gliene frega davvero qualcosa di me o se sono solamente una figlia che non avrebbe voluto.

Tremo un po' a questo pensiero, poi sento la porta aprirsi e Mike fa il suo ingresso con una busta in mano.

"Sei già sveglia? Ti ho portato la colazione" dice, baciandomi la fronte.
"Sì, da poco" mormoro con la voce roca.
Sorride e mi porge un cornetto al cioccolato. Lo mangio velocemente, la mattina ho sempre una fame da lupi.
"Mi sono svegliato presto stamattina e ho preferito lasciarti dormire ancora un po', in fondo non credo tu abbia passato una bella nottata" spiega.

Addento l'ultimo pezzo del dolce e abbasso lo sguardo sulle lenzuola. Anche dopo essermi addormentata nuovamente il mio sonno era stato tormentato. Mi ero dimenata e avevo urlato più di una volta e Mike aveva dimostrato una pazienza straordinaria nei miei confronti. Non aveva mai perso la calma, nemmeno dopo aver sentito i miei mugolii strazianti mentre dormiva. Magari per qualcun'altro sarebbe stato una tortura sopportarmi, invece lui si era occupato di me con grande amore, evitando di farmi pesare il mio essere così insicura e ansiosa.

Laisse Moi t'AimerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora